Patočka, Jan

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Filosofo (Turnov 1907 - Praga 1977); dopo aver compiuto studî di romanistica, filologia slava e filosofia all'univ. di Praga, si addottorò nel 1937 in filosofia. Fondamentale per la sua formazione fu un soggiorno a Parigi, dove conobbe E. Husserl, di cui seguì assiduamente le lezioni. Docente all'univ. di Praga e di Brno, nel 1948 gli fu impedito l'insegnamento; riacquistò nel 1968 il posto all'univ. di Praga ma, costretto di nuovo a lasciarlo nel 1972, continuò da allora a insegnare in seminarî privati. Profondamente impegnato nel movimento dissidente (fu uno dei tre portavoce di Charta 77), morì in seguito ai duri interrogatorî subiti dalla polizia. Massimo esponente della fenomenologia nel suo paese, P. ha coniugato la tradizione ceca collegata all'umanitarismo di T. G. Masaryk con il pensiero dell'ultimo Husserl, sottolineando l'esigenza di legare il soggetto trascendentale con la società e la storia, tratto questo che lo avvicinò al pensiero di M. Heidegger. Tra le opere: Aristoteles, jeho předchůdci a dědicové ("Aristotele, i suoi predecessori e i suoi eredi", 1964); Úvod do studia Husserlovy fenomenologie ("Introduzione allo studio della fenomenologia di Husserl", 1966); Kacířské eseje o filozofii dějin ("Saggi eretici sulla filosofia della storia", post., 1990); Tři studie o Masarykovi ("Tre studî su Masaryk", post., 1991).

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