Austen ‹òostin›, Jane. - Romanziera inglese (Steventon, Hampshire, 1775 - Winchester 1817). Visse nel paese natale fino al 1801, poi a Bath e a Southampton; si stabilì infine a Chawton, finché, ammalata forse di tisi, fu portata a Winchester nel maggio 1817 e vi morì poco dopo. Scrisse sei romanzi: Pride and prejudice (1797, pubbl. 1813); Sense and sensibility (1811); Mansfield Park (1814); Emma (1816); Northanger Abbey e Persuasion (postumi, 1817). Saintsbury l'ha definita "la madre del romanzo inglese del 19º sec., come Scott ne è il padre". Infatti per l'ironia con cui dipinge l'ambiente provinciale, per la fedeltà al dettaglio e lo stile nitido e preciso, l'A. indicò una via d'uscita dal romanticisno verso uno studio più reale del carattere.
Nacque il 16 dicembre 1775 a Steventon (Hampshire), ultima dei sette figli di George Austen. ecclesiastico di buona cultura. Il poco che si conosce della sua vita, quasi tutta spesa in residenze provinciali, con qualche visita a Bath e a Londra, è sufficiente a darci un'idea assolutamente diversa da ...
austenite s. f. [dal nome del metallurgista ingl. W. C. Roberts-Austen (1843-1902)]. – In siderurgia, costituente strutturale che si rinviene in alcuni acciai temprati, formato da una soluzione di carburo di ferro (cementite) in ferro gamma, con reticolo...
rosista s. m. e f. Chi scrive racconti o romanzi rosa. ◆ Adele Parks, fa parte invece di quelle nuove «rosiste» che ritengono che solo al rapporto sessuale possa far seguito l’amore: una sessualità coerentemente praticata con frequenza nel suo «Una donna...