Marías, Javier

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Marías, Javier

Ines Ravasini

Scrittore spagnolo, nato a Madrid il 20 settembre 1951, figlio del filosofo Julián Marías. Durante l'infanzia ha trascorso lunghi periodi negli Stati Uniti, dove il padre insegnava. Laureato in letteratura inglese, si è dedicato alla traduzione (la sua versione di The life and opinions of Tristram Shandy di L. Sterne ha vinto il Premio Nacional de Traducción Fray Luis de León, 1979). Intensa è stata la collaborazione con giornali e riviste letterarie. Dal 1979, scrive per il quotidiano El País. I suoi contributi apparsi sulla carta stampata sono stati raccolti in antologie di racconti (Mientras ellas duermen, 1990; Cuando fui mortal, 1996, trad. it. 2001) e di articoli (tra cui Pasiones pasadas, 1991; Vidas escritas, 1992; Literatura y fantasma, 1993; Seré amado cuando falte, 1999; A veces un caballero, 2001 ecc.). Tra il 1983 e il 1985 ha insegnato letteratura spagnola e teoria della traduzione sia presso la Oxford University in Gran Bretagna sia al Wellesley College nel Massachussetts. Le sue opere, che sono state tradotte in oltre trenta lingue, hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali.

Nel 1971 ha pubblicato il primo romanzo, Los dominios del lobo, cui sono seguiti Travesía del horizonte (1972; trad. it. 2005), El monarca del tiempo (1978), El siglo (1983) e poi due romanzi che hanno suscitato gli elogi della critica: El hombre sentimental (1986; trad. it. 1999), e Todas las almas (1989; trad. it. 1999) ambientato nel collegio oxoniense di All Souls.

Acuta ironia, libertà affabulatoria, andatura non lineare del discorso narrativo, avventure che rinviano al poliziesco, al melodramma, al racconto storico, al noir e al cinema statunitense degli anni Trenta, sono tutti elementi che emergono in questi primi romanzi e che si impongono in quelli successivi, Corazón tan blanco (1992; trad. it. 1999) e Mañana en la batalla piensa en mí (1994; trad. it. 1998). In entrambi, c'è una venatura di mistero irrisolto che crea attesa e suspense: nel primo, un segreto familiare è causa d'inquietudine e malessere per il protagonista che si vede obbligato, suo malgrado, a scoprire i fantasmi del passato; nel secondo, la morte improvvisa di un'amante occasionale, spinge ossessivamente il protagonista a indagare nel vissuto della donna, seguendo il labile filo che unisce la vita e la morte. Nel costruire le storie dei suoi personaggi e nel ripercorrerne il passato, M. scopre la poliedricità della realtà e l'impossibilità di conoscerla e spiegarla; persino ciò che è stato, lungi dall'essere ancorato a un'immobile fissità, si rivela inafferrabile a causa del fluire del tempo e delle mutevoli riletture che la memoria fa del passato. Per M. la vita non si compone solo di eventi, ma anche di rinunce, sogni, desideri frustrati, possibilità scartate; le persone consistono al contempo di ciò che sono e ciò che non sono state; gli esseri umani vivono dunque nell'inganno per quanto c'è di occulto nell'esistenza stessa. Da qui l'importanza di ciò che si dice e ciò che si tace, di come si interpretano le parole (non a caso molti suoi personaggi sono traduttori) e persino i volti delle persone: l'incapacità di decifrare impedisce di capire il futuro e di mettersi al riparo da tradimenti e sofferenze, tema questo dei romanzi Tu rostro mañana. 1. Fiebre y lanza (2002; trad. it. 2003) e Tu rostro mañana. 2. Baile y sueño (2004). La costruzione del racconto, con il prevalere del pensiero sull'azione e con il ritardare costantemente gli sviluppi dell'intreccio, trova un corrispettivo stilistico negli ampi periodi, ricchi di incisi e divagazioni, descrizioni minuziose ed enumerazioni, in cui s'innestano dialoghi penetranti ed espressioni lapidarie. La riflessione sulla parola e la scrittura diviene tema centrale in Negra espalda del tiempo (1998; trad. it. 2000) dove trovano ampio spazio l'ibridazione tra materiali autentici e fittizi, l'ambiguo rapporto autobiografico tra autore e narratore, le connessioni intertestuali tra i vari romanzi, nonché la passione per le ricostruzioni biografiche e il rapporto con i segni (cicatrici, ritratti, oggetti, mappe) che tali vite hanno lasciato.

bibliografia

El pensamiento literario de Javier Marías, bajo la dirección de M. Steenmeijer, in Foro hispánico, 2001, 20, nr. monografico A. Grohmann, Coming into one's own. The novelistic development of Javier Marías, Amsterdam 2002.

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