SAINT-LAMBERT, Jean-François de

Enciclopedia Italiana (1936)

SAINT-LAMBERT, Jean-François de

Mario Bonfantini

Poeta francese, nato a Nancy il 26 dicembre 1716, morto a Parigi il 9 febbraio 1803. Di famiglia nobile ma decaduta (prese più tardi gratuitamente il titolo di marchese), studiò presso i gesuiti ed entrò poi nella carriera militare, salendo in grazia, nella piccola corte di Lunéville, presso il duca Stanislao sovrano di Lorena: amico soprattutto della marchesa di Boufflers, favorita del duca. Si fece presto nome con versi alanti e leggieri, e urm Epître à Chloé lo aveva reso quasi famoso quando arrivò a Lunéville Voltaire, con l'amica marchesa du Châtelet (1748). Il Voltaire concepì per la sua poesia un'ammirazione non mai smentita, mentre la marchesa si accendeva per il giovane di una passione che le doveva essere fatale. S.-L. da allora incominciò a farsi conoscere nei saloni di Parigi, amico delle dame più in voga e dei "filosofi". Ispirò tra l'altro alla contessa d'Houdetot una passione duratura. Per protezione di lei, partecipò da colonnello alla campagna di Hannover (1756-1756); ma, non sopportando le fatiche militari, ritornò alla vita letteraria. Una sua comédie-ballet (Fêtes de l'Amour et de l'Hymen), data nel '56, non ebbe molto successo. Ma il suo Recueil de poésies fugitives (1759) fu molto ammirato; e infine il poema Les Saisons (1766) sollevò veri entusiasmi, consacrandolo capo della nuova scuola poetica naturista-descrittiva. Entrò l'anno seguente all'Académie, alimentando la sua fama con fortunate poesie e brevi racconti filosofici secondo la moda. Durante la rivoluzione si ritirò a Eaux Bonnes, nelle terre di Madame d'Houdetot, e non ne uscì quasi più. Di lì pubblicò nel 1798 l'opera: Principes de ntiours chez toutes les nations ou Catéchisme universel, che fu il coronamento delle sue ambizioni di filosofo.

Altre sue opere: Essai sur le luxe (1764), scritto per l'Encyclopédie; Le Matin et le Soir (1764); Contes en prose (1769); Les deux amis (1770); Fables orientales (1772). Nel 1801 egli stesso raccolse cinque volumi di Œuvres philosophiques.

Fu uomo arido, assennato e galante, di uno scetticismo elegante e assoluto. I toni secchi e brillanti della sua poesia. leggiera, spiritosa e sensuale, corrispondevano troppo al gusto del secolo per non dargli gran fama. Nel poema Les Saisons non mancano garbate ed eloquenti descrizioni di fenomeni naturali; ma l'aridità fondamentale del suo spirito (già avvertita del resto a quei tempi da M.me du Deffand e da altri) ne fa opera viva solo a rari frammenti. S.-L. poeta si ricorda soltanto come il capo di quella scuola descrittiva che contò tra i suoi adepti il Roucher e E.-D. de Parny, e fu illustrata da J. Delille; le sue cose migliori sono da ricercarsi tra le Poésies fugitives. Come filosofo non fu che un superficiale volgarizzatore: il suo Catéchisme universel, specie di trattatello per ì giovani (secondo l'augurio del d'Alembert) di morale laica, anzi materialista, fondata sul sensismo di C.-A. Helvétius e di P. H. Holbach, è oggi interessante solo come un documento tardivo e quasi una summa delle idee morali del secondo Settecento.

Interessanti come documento dei tempi i suoi Memoires pour servir à la vie du Maréchal Prince de Beauvau, a cura di M.me Standish (S. de Noailles), Parigi 1872.

Bibl.: Ch.-A. de Sainte-Beuve, Lundis, XI; H. Buffenoir, La Comtesse d'Houdetot, sa famille et ses amis, ivi 1905.

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