GIRAUDOUX, Jean

Enciclopedia Italiana (1933)

GIRAUDOUX, Jean


Narratore e drammaturgo, nato a Bellac (Alta Vienna) il 29 ottobre 1882. Addetto al Ministero degli esteri, egli ha molto viaggiato; ma le sue finzioni d'artista si pongono in un mondo di libera e capricciosa immaginazione che non si può mai identificare con una o con altra realtà obiettiva.

Nessun residuo di naturalismo nel romanzo e nel dramma del G.: i personaggi sono fantasmi brillanti ed evanescenti del ricordo e del sogno; lo sfondo è un mobile scenario di féerie: espressione sincera d'uno spirito lirico e d'un intelletto naturalmente peregrino, acuiti da una cultura letteraria compiuta, raffinatissima e non mai dissimulata. Tenendo fermo che egli non ha mai rappresentato che se stesso, possiamo nondimeno distinguere nell'opera sua tre successivi ordini di temi: fino al 1914, figure e vicende d'adolescenti e di giovani (basterà citare le Provinciales, 1909); in seguito, esperienze sentimentali di guerra e di dopoguerra: Lectures pour une Ombre (1918); Simon le pathétique (1918); Adorable Clio (1920); Siegfried et le Limousin (1922, e il dramma derivato Siegfried. 1928); poi, la psicologia della donna innamorata: Suzanne et le Pacifique (1921); Juliette au pays des hommes (1924); Bella (1926); Églantine (1927); Amphitryon 38 (1929); Judith (1931); La France sentimentale (1932). Nel periodo più recente il G. ha mostrato di prediligere la forma drammatica; e la sua fantasia, adattandosi alle leggi e convenzioni teatrali, ha acquistato un maggior vigore, una nuova rapidità e risolutezza di movimenti. La sensiblerie s'è determinata in sentimento, l'umorismo in comicità; lo stile, senza snaturarsi, s'è semplificato.

Bibl.: B. Crémieux, XXe Siècle, Parigi 1924, pp. 99-112; E. Cecchi, in Il Secolo, 20 settembre 1924; id., in Corriere della Sera, 29 luglio 1927; E. Jaloux, in Nouvelles Littéraires, 30 gennaio 1926; G.A. Borgese, in Corriere della Sera, 19 gennaio 1930; A. Kerr, in Berliner Tageblatt, e poi in Nouvelles Littéraires, 31 gennaio 1931; S. D'Amico, in La Tribuna, 4 marzo 1931.