JENISSEIANI

Enciclopedia Italiana (1933)

JENISSEIANI

George MONTANDON
Carlo TAGLIAVINI

. Popolazione siberiana insediata su ambedue le rive del medio Jenissei (Enisei) tra Sumarokovo, presso la confluenza della Tungusca Petrosa o Media, e Turuihansk, allo sbocco della Tungusca Inferiore. Venivano in passato chiamati Ostiachi dello Jenissei; ma essi non hanno assolutameme nulla a che fare con gli omonimi Ostiachi ugrofinnici e con gli Ostiaco-Samoiedi. Sono attualmente ridotti a circa 1000 individui.

Hanno la testa più lunga degli Ostiachi dell'O. e anche di una parte dei Tungusi e dei Paleoasiatici. I tratti facciali sono però poco mongoloidi, anzi sensibilmente europoidi.

Gli Jenisseiani sono pescatori e allevatori di renne: tuttavia questo allevamento non dev'essere molto antico. L'estate gli Jenisseiani abbandonano nelle foreste (dove mancano i lupi) le loro mandrie di renne per andare in cerca della pesca migliore; l'inverno, quindi, tornano alle mandrie che ritrovano dove le avevano lasciate. Infine gli Jenisseiani del S. (quelli della Tungusca Petrosa) non possiedono renne, ma solo cani da traino, che vengono attaccati in maniera molto più primitiva di quella usata fra i Paleoasiatici e gli Eschimesi, consistendo la bardatura semplicemente in una cintura passata sotto il collo. I canotti non sono fatti di scorza ma sono scavati in un tronco d'albero (Nansen): il fondo, di un sol pezzo, viene talvolta rialzato con tavole laterali. Queste diversità fanno ritenere che gli Jenisseiani abbiano avuto remoti contatti con popolazioni i cui discendenti vivono oggi nell'Asia centrale e sud-orientale.

Lingue. - Già il Klaproth (Asia Polyglotta, Parigi 1823, p. 166 segg.) riuniva sotto il nome di "Jenisseiane" le lingue dei cosiddetti Ostiachi dello Jenissei, dei Kotti della regione dell'Altai e degli estinti Arini e Assani. La conoscenza di questi idiomi data però solo dalla metà del secolo scorso, quando M. A. Castrén (v.) raccolse sul luogo materiali sicuri dell'Ostiaco dello Jenissei e del morente Kotto, materiali che furono poi elaborati e pubblicati dallo Schiefner. Quanto alle lingue degli Arini e degli Assani, non è possibile avere informazioni sicure; essi abitano ancora le steppe sajaniche, ma hanno da due secoli perduta la loro lingua, assumendo dialetti tartari, turchi o addirittura il russo; i Kotti parlano buriato o russo; ormai anche gli Ostiachi dello Jenissei sono bilingui e parlano anche il samoiedo (ostiaco). Le lingue ienisseiane che ci sono note si differenziano in modo ben netto da tutti gl'idiomi circostanti; la presenza di un'apofonia vocalica nell'Ostiaco dello Jenissei e nel Kotto, di una distinzione fra esseri animati e inanimati, la distinzione del genere in alcuni pronomi e negli aggettivi in funzione di predicato, e infine la maggior parte del lessico, fanno apparire anche agli occhi del profano la differenza fra le lingue jenisseiane e quelle samoiede, tartare, turche che le circondano. Quantunque già lo Schott avesse istituite alcune comparazioni col tibetano, spetta ad A. Trombetti il merito di aver dimostrato fin dal 1902 l'affinità fra le lingue jenisseiane e quelle indo-cinesi (in Giornale della Società asiatica italiana, XV (1902), 1, pp. 20; Come si fa la critica di un libro, Bologna 1907, p. 183). I risultati del Trombetti sono stati pienamente confermati dai linguisti finnici G. J. Ramstedt (1907) e Kai Donner (1920, 1930). In tal modo si può ritenere per certo che le lingue degli Jenisseiani formano il ramo settentrionale della grande famiglia linguistica indo-cinese o sino-tibetana. L'anello di congiunzione sarebbe stato probabilmente l'estinto Tangut o Si-hia.

Bibl.: M. A. Castrén, Versuch einer Jenissei-ostjakischen und kottischen Sprachlehre, nebst Wörterverzeichnissen aus den genannten Sprachen, Pietroburgo 1858; P. I. Tretjakov, Il distretto di Turuchansk, la sua natura e i suoi abitanti (in russo), in Zapiski imperatorskago russkago geograficeskago obscetsva, ecc. II, Pietroburgo 1869 (e pubblicazione a parte, 1871); V. I. Anučin, Rapport sommaire de la mission de M. Anoutchine chez les Ostiaques du Yénisséei en 1905, in Bull. de l'Ass. intern. pour l'exploration de l'Asie centrale et de l'Extrême Orient, 1907, n. 7; G. J. Ramstedt, Über den Ursprung der sog. Jenissei-Ostjaken, in Journal de la Société finno-ougrienne, XXIV (1907); V. I. Anučin, Osservazioni sullo sciamanismo degli Ostiachi dell'Enissei (in russo), in Zbornik muzeja antropologii i etnografii pri imperatorskoj akademii nauk, Pietroburgo 1914; id., e Sinelnikov, Gli Ostiachi dell'Enisej (in russo), in Izvestija imperatorskago obscestva ljubitelej estestvoznanija, sezione antropol., XXVIII, Mosca 1911; K. Donner, Beiträge zur Frage nach den Ursprung der Jenissei-Ostiaken, in Journal de la Société finno-ougrienne, XXXVII (1920); A. Trombetti, Elementi di glottologia, Bologna 1923, p. 156 segg.; H. Findeisen, Neue Untersuchungen und Materialien zum Problem der westsibirischen Altasiaten sowie über das Ursprung der Altasiaten überhaupt, in Zeit. f. Ethnologie, LIX (1927); K. Donner, Über die Jenissei-Ostjaken und ihre Sprache, in Journal de la Société finno-ougrienne, XLIV (1930); Bogoras, New data on the types and distribution of reindeer breeding in Northern Eurasia, in Proceedings of the XXIII Intern. Congress of Americanists, New York 1930, p. 403 segg.