CAGE, John

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

CAGE, John

Leonardo Pinzauti

Compositore statunitense, nato a Los Angeles il 5 novembre 1912; allievo per il pianoforte di F. Ch. Dillon, studiò composizione a Parigi con R. Buhlig, e successivamente con A. Weiss e H. Cowell e, per due anni, a Los Angeles con A. Schoenberg, perfezionandosi quindi in pianoforte con L. Lévy; ma fin dalle sue prime prove si mostrò musicista eccentrico, ironico, inadatto a qualsiasi integrazione in una concezione tradizionale dell'arte e della cultura in genere. È celebre, al riguardo, una sua pagina autobiografica in cui racconta come Schoenberg lo avesse definito incapace di diventare un compositore perché la sua mancanza del "senso dell'armonia" sarebbe sempre stata per lui un ostacolo e un muro invalicabile. "In questo caso - rispose il C. - dedicherò la vita a battere la testa contro quel muro". In realtà le sue clamorose prese di posizione, e le vere e proprie azioni di disturbo che egli intraprese contro la pratica tradizionale della musica, gli valsero ben presto le simpatie delle avanguardie, e già nel 1949 il C. ebbe sovvenzioni dalla Fondazione Guggenheim e dalla National Academy of arts and letters per poter continuare le sue ricerche in campo musicale. Numerose anche le istituzioni americane che lo chiamarono a tener corsi, e fra queste il Mills College di Oakland (California) e la School of design di Chicago. Dal 1956 al 1960 ha insegnato alla New School di New York, dove vive.

Nella sua attività di musicista (o di "attore musicale", com'è stato chiamato) C. rispecchia una natura sarcastica, scettica, solipsistica, negatrice di ogni comprensible struttura e tendente a evadere dalla realtà in una sorta di misticismo del casuale e dell'ovvio. "La musica - sostiene - è una cosa che non significa nulla": di qui la sua concezione dell'attività musicale come una "esperienza" fine a sé stessa, non destinata alla creazione di prodotti finiti e significanti, e anzi continuamente "aperta" sugl'imprevedibili apporti del mondo sonoro che la vita stessa crea ogni giorno, in un inafferrabile caos di cui è possibile captare soltanto la gestualità e la "cerimonialità" degli eventi. Di fatto, in queste clamorose affermazioni traspare non soltanto l'influenza del pensiero e della pratica zen, ma una volontà polemica nei confronti del radicalismo strutturale della "scuola di Darmstadt" e del serialismo totale, e gli "scandali" di volta in volta suscitati da C. hanno voluto significare un'anarcoide affermazione di libertà assoluta contro ogni idolatria delle strutture, ideologiche o formali. È innegabile, tuttavia, l'influenza che C. ha avuto, specialmente nel dopoguerra, anche su musicisti molto diversi da lui, come per es. su P. Boulez e H. Pousseur, su K. Stockhausen e S. Bussotti; né si può negare la suggestione di alcune sue opere, come per es. le Sonate e interludi destinati al "preparated piano", di cui il C. è l'inventore: il richiamo delle civiltà orientali, ottenuto sfigurando il più "occidentale" degli strumenti musicali con la sistemazione fra le corde del pianoforte di pezzetti di plastica, stecche di legno, gomma, ecc. (nonché utilizzando per effetti di percussione il suo coperchio, i pedali, o facendo cadere oggetti sulla cordiera, pizzicando le corde direttamente con le dita, e così via), ha significato una sorta di ribellione nei confronti delle tradizioni europee e non è rimasto un fatto isolato nella problematica delle più recenti avanguardie, anche quando ha suscitato reazioni violentissime, specialmente negli ambienti artistici che, per il loro impegno politico (com'è il caso di L. Nono), si dichiarano contrari a una "evasione dalla realtà" che ad essi appare vera e propria collusione e alleanza con le forze alienanti del mondo borghese e capitalista.

Composizioni principali: The Wonderful widow of lighteen springs, per voce e pianoforte chiuso (1942). Per pianoforte: Experiences II per voce sola (1945-48); The Seasons, balletto (1947); String Quartet in form parts (1950); Concerto, per pianoforte preparato e orchestra da camera (1951); Aria, per voce sola (1958); Solo for voice I e II (1958 e 1960); Atlas eclipticalis, per orchestra (1961-62); Variations I e II per qualsiasi strumento (1958 e 1961); Ophelia (1946); Music of changes (1951); Music for piano 1, 2, 3, 20 (1952, 1953); Music for piano 4-84 (1953-56); TV Koln (1958). Per pianoforte preparato: Bacchanale (1938); Meditation (1943); Three dances (1945); Sonatas and interludes (1946-48); Music for Marcel Duchamp (1947).

Scritti: Virgil Tbomson: His life and music (1959); Silence (1961; trad. it. in antologia, Milano 1971); Notations (1969).

Bibl.: P. Glanville-Hicks, J. Cage, in Musical America, 1948; G. Amberg, Ballet in America, New York 1949; H. Curjel, Cage oder das wohlpraepartie Klavier, in Melos, 1955; H. K. Metzger, I. Cage o della liberazione, in Incontri musicali, 1959.

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