ADAMS, John Coolidge
Compositore statunitense, nato a Worcester (Mass.) il 15 febbraio 1947. La sua musica è eseguita dalle orchestre e dai teatri d’opera di maggior rilievo al mondo. Considerato inizialmente il «quinto minimalista» per ordine cronologico, dopo La Monte Young, Terry M. Riley, Steve Reich e Philip Glass (K. Gann, American music in the twentieth century, 1997, p. 229), A. ha preso gradualmente le distanze dallo sperimentalismo per dedicarsi alla composizione di forme più tradizionali: oratori, opere liriche, brani sinfonici. Tra il 1977 e il 1985 (Phrygian gates, 1977; China gates, 1977, entrambe per pianoforte; Harmonielehre, 1985, per grande orchestra), A. ha partecipato all’affermazione del minimalismo musicale, con particolare attenzione per l’articolazione dell’armonia, necessaria allo sviluppo di ampie forme. Successivamente, a partire dalle due fanfare per orchestra del 1986: Tromba lontana e Short ride in a fast machine, A. ha contribuito alla definizione del canone postminimalista, in cui la semplicità delle ripetizioni lascia spazio a più complesse sovrapposizioni di ritmi e figure sonore. Nel 1987 l’opera lirica Nixon in China ha inaugurato la collaborazione con il regista Peter Sellars, che è proseguita negli anni successivi. Il teatro musicale di A. è capace di confrontarsi provocatoriamente con argomenti di attualità (si vedano, per es., The death of Klinghoffer, 1991, sul sequestro della nave Achille Lauro nel Mediterraneo nel 1985, e Doctor Atomic, 2005, sul test della prima bomba atomica a Los Alamos nel 1945), adottando stili musicali diversi che spaziano dall’oratorio (The gospel according to the other Mary, 2013) al musical (I was looking at the ceiling and then I saw the sky, 1995). Il confronto con temi di discussione è vivo anche nelle composizioni non teatrali: On the transmigration of souls (2002) è una riflessione corale sulla tragedia dell’11 settembre 2001; The wound-dresser (1989) mette in musica i versi di Walt Withman sulle sofferenze inferte dalla guerra civile americana. La sua scrittura predilige la brillantezza dei colori orchestrali e la vivacità del ritmo (Violin concerto, 1993), insieme alla spiccata tendenza a realizzare forme di grandi dimensioni (Naive and sentimental music, 1998).
Nonostante i molteplici riconoscimenti (Grammy nel 1989, 1998, 2005, Grawemeyer nel 1995, Pulitzer nel 2003), la musica di A. ha incontrato forti resistenze in Europa, dove è stata definita un esempio del consumismo americano, al pari di Walt Disney e McDonald’s (J. Adams, Allelujah junction. Composing an American life, 2008, p. 118;
trad. it. Allelujah junction. Autobiografia di un compositore americano, 2010), e continua a suscitare polemiche, come nel caso dell’opera The death of Klinghoffer, accusata di antisemitismo (cfr. A. Tommasini, Distress at sea, and offstage, «The New York Times», 21 ottobre 2014).
Bibliografia: A. Ross, The rest is noise. Listening to the twentieth century, New York 2007, pp. 559-88 (trad. it. Milano 2009).