Galsworthy, John

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Romanziere e drammaturgo inglese (Kingston Hill, Surrey, 1867 - Londra 1933). Esordì con una raccolta di racconti, From the four winds (1897), pubblicata con lo pseudonimo John Sinjohn, di cui si servì per i primi romanzi: Jocelyn (1898), Villa Rubein (1900), The island pharisees (1904). Ma ottenne la fama nel 1906 quando fu rappresentata la sua prima opera drammatica, The silver box, e fu pubblicato il romanzo The man of property, primo del ciclo The Forsyte saga (The Indian summer of a Forsyte, 1918; In chancery, 1920; Awakening, 1920; To let, 1921; l'intero ciclo ripubblicato insieme nel 1922). Ad esso diede un seguito, rappresentando gli stessi personaggi nel primo dopoguerra con la serie intitolata A modern comedy (The white monkey, 1924; The silver spoon, 1926; Swan song, 1928). In questa ambiziosa epopea, in cui non mancano influssi francesi e russi, G. si è fatto storico dell'evoluzione psicologica dell'alta borghesia inglese dall'epoca vittoriana in poi. La critica della società, guidata da ideali vagamente umanitarî, è il motivo fondamentale anche degli altri suoi romanzi come, per es., The country house (1907) e The dark flower (1913) e delle opere drammatiche, come Strife (1909), Justice (1910), che determinò una riforma del sistema carcerario, Loyalties (1922). Scrittore sempre sorvegliato, tese, specie nei romanzi, a cadere in un realismo un po' trito. Fondatore e primo presidente del PEN Club, ebbe (1932) il premio Nobel per la letteratura.

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