Gay, John

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Poeta (Barnstaple 1685 - Londra 1732). Amico di Swift, Pope e Arbuthnot. Le sue prime farse (The Mohocks, 1712) e satire (What d'ye call it, 1715) furono seguite dai Poems on several occasions (1720: ivi una delle sue poesie migliori, Black-Eyed Susan), che procurarono a G. una notevole fortuna poi perduta comperando azioni di una Compagnia dei mari del sud rapidamente fallita, e dalla tragedia The captives (1724). Ma né questi lavori, né le graziose Fables (1727), sulle quali si basa in parte la sua fama di scrittore, gli conciliarono il favore della corte e G. continuò a vivere alla mercé di amici facoltosi. Nel 1728 trionfò al teatro il suo capolavoro, The beggar's opera, che inaugurò il nuovo genere detto Ballad Opera. A questo seguì Polly (1728) che, per un decreto del Lord ciambellano che ne proibiva la rappresentazione, divise la corte in due fazioni e procurò a G. ricchezze e popolarità. Trascorse gli ultimi anni di vita, rattristati dalla salute malferma, lavorando a una seconda raccolta di Fables (1738). Compose anche il dramma pastorale Acis and Galatea (1732), musicato da Händel.

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