STURGES, John

Enciclopedia del Cinema (2004)

Sturges, John

Luca Venzi

Regista e produttore cinematografico statunitense, nato a Oak Park (Illinois) il 3 gennaio 1911 e morto a San Luis Obispo (California) il 18 agosto 1992. Artigiano di sicuro mestiere, con una marcata predilezione per i film d'azione, ottimo direttore d'attori, specializzato nell'uso dei grandi formati, S. trovò soprattutto nel western il proprio ideale terreno espressivo. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta firmò film di buona fattura e di successo notevole, tra i quali vanno ricordati Gunfight at the O.K. Corral (1957; Sfida all'O.K. Corral), o notevolissimo, come The magnificent seven (1960; I magnifici sette) e The great escape (1963; La grande fuga).

Presso la RKO, dove ebbe inizio la sua carriera cinematografica, lavorò nel reparto scenografia e come assistente al montaggio. Divenne in seguito assistente del produttore David O. Selznick, quindi montatore. Durante il secondo conflitto mondiale realizzò numerosi documentari d'argomento bellico, tra cui Thunderbolt (1945), diretto assieme a William Wyler e distribuito due anni più tardi. Nel 1946 esordì nel lungometraggio di finzione con The man who dared. Dopo aver accostato generi differenti in opere di scarso o di nessun interesse, S. rivelò, in alcuni western di diverso valore, una spiccata abilità nell'uso degli spazi e nella composizione delle scene d'azione, oltre a una certa cura nel tratteggio dei personaggi: Escape from Fort Bravo (1953; L'assedio delle sette frecce), Backlash (1956; La frustata), scritto da Borden Chase, The law and Jake Wade (1958; Sfida nella città morta), Last train from Gun Hill (1959; Il giorno della vendetta) e il più noto Gunfight at the O.K. Corral, rievocazione del celebre scontro di Tombstone (già riletto, tra gli altri, da John Ford in My darling Clementine, 1946), non costituiscono le tessere di un coerente universo poetico, di cui il regista è privo, ma scaturiscono da un solido e puntuale professionismo, spesso capace di confezionare opere di sicura efficacia. Tra queste spicca Bad day at Black Rock (1955; Giorno maledetto), serrato western d'ambientazione contemporanea, dai chiari connotati antirazzisti, segnato da un ottimo impiego del Cinemascope, con cui S. ottenne la sua unica nomination all'Oscar per la migliore regia. Dopo un dimesso The old man and the sea (1958; Il vecchio e il mare), tratto dall'omonimo romanzo di E. Hemingway, nel 1960 il regista realizzò (e produsse) The magnificent seven, imponente remake in versione western di Shichinin no samurai (1954; I sette samurai) di Kurosawa Akira. Pur se inaccostabile all'originale, il film presenta tuttavia un saldo senso dello spettacolo, sorretto dalla brillante colonna musicale di Elmer Bernstein e dalla convincente prova degli interpreti (tra gli altri, in particolare, Steve McQueen, James Coburn, Charles Bronson) cui il film procurò enorme popolarità.

Dopo alcune regie di modesto valore (tra cui Sergeants 3, 1962, Tre contro tutti, debole riscrittura western di Gunga Din, 1939, di George Stevens), S. tornò al successo con The great escape (di cui fu anche produttore), incalzante avventura in grande confezione, ambientata durante la Seconda guerra mondiale e incentrata sulla laboriosa fuga di un gruppo di prigionieri anglo-americani da un campo di prigionia tedesco. Negli anni successivi S. continuò ad alternare il western (The Hallelujah trail, 1965, La carovana dell'Alleluja, dai toni comico-parodistici; Hour of the gun, 1967, L'ora delle pistole ‒ Vendetta all'O.K. Corral, discreto sequel del successo di dieci anni prima; Joe Kidd, 1972) ai generi più diversi, dall'avventura (Ice station Zebra, 1968, Base artica Zebra) alla fantascienza (Marooned, 1969, Abbandonati nello spazio), al poliziesco (McQ, 1974, È una sporca faccenda, tenente Parker), ma tutto tendeva ormai a confondersi in una sostanziale mediocrità. The eagle has landed (1976; La notte dell'aquila), avventura d'ambientazione bellica, concluse la carriera del regista.

Bibliografia

J.L. Anderson, When the twain meet: Hollywood's remake of The seven samurai, in "Film quarterly", 1962, 3, pp. 55-58; D. Jones, The merit of flying lead, in "Films & filming", 1974, 4, pp. 30-36; D. Jones, The power of the gun, in "Films & filming", 1974, 5, pp. 24-29.

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