Demme, Jonathan

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Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense (Rockville Center, New York, 1944 - New York 2017). Formatosi con R. Corman, ha esordito dietro la macchina da presa con Caged heat (Femmine in gabbia, 1975), evidenziandosi già per un gusto del nonsense e per un'energia visiva che hanno caratterizzato anche i successivi Fighting mad (1976) e Handle with care (Chroma Angel chiama Mandrake, 1977). Con il thriller Last embrace (Il segno degli Hannan, 1979) e la commedia Melvin and Howard (Una volta ho incontrato un miliardario, 1981) ha mostrato una notevole capacità nella fusione di più generi all'interno della stessa opera. I bruschi cambiamenti di tono, i continui slittamenti narrativi, la costruzione progressiva del ritmo sono stati gli elementi costitutivi dei successivi Who am I this time? (I commedianti, 1982), Swing shift (Swing shift. Tempo di swing, 1984), Something wild (1986) e Married to the mob (Una vedova allegra... ma non troppo, 1988). Ha poi diretto The silence of the lambs (1991, premio Oscar per il film e la regia), intenso film che esplora i meandri più sconosciuti della mente umana, Philadelphia (1993); Beloved (1998); The Truth About Charlie (2002); The Manchurian Candidate (2004). È stato anche autore del film rock Stop making sense (1984) e di alcuni documentari: Cousin Bobby (Mio cugino, il reverendo Bobby, 1992); The Agronomist (2003); Neil Young: Hearts of Gold (2006), documentario musicale; Jimmy Carter man from plains (2007), sull’ex presidente degli Stati Uniti; New Home Movies From the Lower 9th Ward (2007), girato in seguito al passaggio a New Orleans dell’uragano Katrina; Rachel getting married (2008); I'm Caroline Parker (2011); il documentario Enzo Avitabile music life (2012); Ricki and the Flash (2015; Dove eravamo rimasti, 2015).

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