FERRER, José

Enciclopedia del Cinema (2003)

FERRER, Jose

Anton Giulio Mancino

Ferrer, José (propr. Ferrer de Otero y Cintrón, José Vicente)

Attore e regista teatrale, cinematografico e televisivo statunitense, nato a Santurce (Puerto Rico) l'8 gennaio 1909 (da genitori di origine spagnola naturalizzati statunitensi) e morto a Coral Gables (Miami) il 26 gennaio 1992. Dopo aver raggiunto il successo in teatro, scelse di lavorare nel cinema, ottenendo immediatamente ruoli di prestigio e riconoscimenti. Con il suo portamento distinto, la maniera marcatamente teatrale ed eccentrica di muoversi e di parlare, intrisa in modo sottile di percettività psicologica, F. diede vita a personaggi fisicamente poco attraenti, talvolta antipatici e persino moralmente ambigui, ma dotati di grande sagacia intellettuale e brillantezza di linguaggio. Nel 1951 vinse il premio Oscar come miglior attore protagonista per Cyrano de Bergerac (1950; Cirano di Bergerac) diretto da Michael Gordon.

Negli Stati Uniti dall'età di sei anni, scoprì la propria vocazione teatrale durante gli studi di architettura alla Princeton University e nel 1935 cominciò a recitare nelle sale di New York ottenendo un notevole successo in ruoli vieppiù impegnativi. Come attore cinematografico fece il suo esordio nel fastoso Joan of Arc (1948; Giovanna d'Arco) di Victor Fleming, dando vita al personaggio del re di Francia Carlo VII, infido, volubile e subdolo sovrano che, nell'efficace interpretazione di F., ben controbilancia l'enfasi patriottica e retorica del film e della santa pulzella interpretata da un'intensa Ingrid Bergman. Analoga fu per molti versi la figura del dittatore da lui impersonato in Crisis (1950; La rivolta) di Richard Brooks. In Cyrano de Bergerac diede invece un'interpretazione dell'eroe di E. Rostand, già impersonato a teatro nel 1946, in cui riuscì a far convivere con naturalezza i tormenti dell'amante sfortunato, l'abilità dello spadaccino e l'irriverenza del poeta ora arguto ora romantico. L'interpretazione gli valse dunque l'Oscar, ma F. dovette prima dichiarare di non essere comunista, stornando da sé i sospetti che, in piena stagione maccartista, si erano addensati sul film, prodotto dal liberal Stanley Kramer e sceneggiato dall'ex comunista Carl Foreman. F. avrebbe poi ripreso lo stesso personaggio in Cyrano et d'Artagnan (1964; Cyrano e d'Artagnan) di Abel Gance. Offrì un'ulteriore illustrazione dell'insanabile dissidio tra bellezza interiore e imperfezione del fisico nel 1952 interpretando il ruolo del pittore Henri de Toulouse-Lautrec in Moulin Rouge di John Huston (per restituire la bassa statura del personaggio F. dovette recitare in ginocchio), che gli fruttò una nuova candidatura all'Oscar.Da allora cominciarono a diminuire per F. le occasioni di recitare in parti di primo piano, ma numerosi sono i film in cui egli continuò ad apparire in ruoli di grande spessore sia pure secondari: The Caine mutiny (1954; L'ammutinamento del Caine) di Edward Dmytryk, Lawrence of Arabia (1962; Lawrence d'Arabia) di David Lean, Fedora (1978) di Billy Wilder, A midsummer night's sex comedy (1982; Una commedia sexy in una notte di mezza estate) di Woody Allen, To be or not to be (1983; Essere o non essere) di Alan Johnson, piacevole rifacimento dell'originale lubitschiano, e Dune (1984) di David Lynch.F. diresse anche alcuni film, tra i quali The shrike (1955; La figlia di Caino), gli interessanti The great man (1957, di cui fu anche sceneggiatore) e I accuse! (1958; L'affare Dreyfus), e infine Return to Peyton Place (1961; Ritorno a Peyton Place).

Bibliografia

J. London, The two faces of Ferrer, in "Film and filming", June 1958; M. Buckley, José Ferrer, in "Films in review", February-March 1987.

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