Eichendorff, Joseph Karl Benedikt von

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Poeta e critico tedesco (Castello di Lubowitz, Slesia, 1788 - Neisse 1857). Tipico rappresentante del cd. secondo romanticismo, ha scritto poesie, racconti (Aus dem Leben eines Taugenichts, 1826), novelle e testi per il teatro; la sua fama è legata soprattutto alle liriche (Gedichte, 1837).

Vita e opere

Allevato in ambiente aristocratico e cattolico (discendeva da una antica famiglia patrizia stabilitasi nella Slesia), studiò diritto a Halle e a Heidelberg ove si incontrò con L. A. von Arnim e A. Brentano, con i quali collaborò alla raccolta di canti popolari per il Wunderhorn. Pubblicò le sue prime poesie sotto il nome di Florens e compose un romanzo, Ahnung und Gegenwart (1815); a Vienna strinse amicizia con F. Schlegel. Il più interessante dei suoi racconti è Aus dem Leben eines Taugenichts (1826) che è d'ispirazione lirico-musicale come tutte le sue novelle (Das Marmorbild, 1819; Schloss Dürande, 1837; Die Glücksritter, 1841) e il suo teatro (la commedia Meierbeths Glück und Ende, 1827; il dramma Ezelin von Romano, 1828). Nell'età matura si dedicò a studî storici e critici. Tradusse Calderón e pubblicò una serie di scritti di critica letteraria d'intonazione cattolica (Über die ethische und religiöse Bedeutung der neueren romantischen Poesie in Deutschland, 1847). Le sue celebri liriche (Gedichte, 1837, 4a ed. 1856) sono tra le più belle della letteratura tedesca dopo quelle di Goethe. In esse E. raggiunge levità di canto e magica limpidezza: il suo mondo - che è quello convenzionale di tutta la poesia romantica - acquista in lui toni di umanissima verità. Molti di questi componimenti furono musicati da F. Schubert. Minore successo ebbero varî suoi poemi e romanze (Julian, 1852; Lucius, 1857, ecc.).

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