Andres, Juan

Enciclopedia Dantesca (1970)

Andrés, Juan

Carmelo Samonà

Erudito spagnolo (Planes 1740 - Roma 1817). Gesuita, emigrato dalla Spagna in Italia in seguito all'espulsione della Compagnia di Gesù del 1767, visse soprattutto a Mantova, a Parma e a Napoli. Nella sua monumentale opera Dell'origine, progressi e stato attuale d'ogni letteratura (7 volumi scritti

e stampati in italiano, Parma 1782-1789, più tardi in castigliano: 1784-1807), e in particolare nel I e nel II vol., l'A. fa riferimento più volte a D., quasi sempre affiancato e talora confrontato al Petrarca. Pur collocando D. fra i maestri delle letterature moderne e riconoscendo alla Commedia (" illustre primogenita della volgare poesia ") il merito di aver prodotto una " rivoluzione... nel gusto universale della lingua italiana ", il giudizio dell'A. è, nel complesso, limitativo e prudente: loda il contributo di D. soprattutto nell'arricchimento e " progresso... dell'italiana favella " e nella teoresi linguistica, ma considera Petrarca il " padre della moderna coltura " e " l'autore del rinascimento delle sepolte lettere ". In particolare gli apprezzamenti sulla Commedia riflettono, sulla scia del Tiraboschi, la diffidenza della cultura neoclassica e illuminista verso la " rusticità " della lingua, l'estraneità al genere epico dei grandi poemi greci e latini, la " stravaganza " o " inverosimiglianza " dei contenuti. " Perché - si chiede l'A. - D. ha voluto fare un poema senz'azione, e senza caratteri, senz'ordine e senza regolarità? Perché prendersi a girare senza destino per l'inferno, pel purgatorio, e pel paradiso? Perché scegliere Virgilio a guida di paesi che non avea veduti, e fargli spiegare tante cose che non sapeva? Perché unire il vaso d'elezione con Enea, l'inferno poetico col cristiano, e i serpenti cogli uccelli? Perché, invece d'un poema di qualche regolarità darci un viaggio stravagante ed assurdo? " (II 135).

Quanto alla poesia ‛ lirica ' di D., l'A. ribadisce l'opinione di un debito verso i provenzali e, forse perché meglio classificabile in un genere e in una tradizione precisa, la considera degna " di non minorestima " della Commedia.

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