SIMON, Jules

Enciclopedia Italiana (1936)

SIMON, Jules

Mario Menghini

Nome col quale è noto François-Jules-Simon Suisse, scrittore e uomo politico francese, nato a Lorient (Morbihan) il 27 dicembre 1814, morto a Parigi l'8 giugno 1896. Laureatosi in filosofia nel 1836, fu da V. Cousin chiamato come supplente dì storia della filosofia all'École normale (1839), quindi nella stessa qualità alla Sorbona, dove divenne poi titolare. Il S. entrò nella vita politica subito dopo la rivoluzione del febbraio 1848, come deputato alla Costituente, schierandosi nel partito repubblicano moderato. Membro del Consiglio di stato nel 1849, il 14 aprile si dimise da deputato; subito dopo il 2 dicembre 1851, per avere tenuto alla Sorbona una lezione in cui parve si criticasse il colpo di stato, ebbe l'ordine di sospendere il suo insegnamento. Tenne allora conferenze in Francia e nel Belgio, assai frequentate; e solamente nel 1863 tornò deputato dell'opposizione. Notevole fu il suo discorso del 3 dicembre 1867 sulla questione romana, limitato a una trattazione puramente filosofica. Riconfermato nelle elezioni generali del 1869, il 20 gennaio 1870, parlando sulla libertà commerciale, sostenne la causa del libero scambio. Fu tra gli oppositori alla dichiarazione di guerra alla Prussia, e subito dopo il 4 settembre fu eletto membro del governo della difesa nazionale e nominato ministro dei Culti e dell'Istruzione. Il 31 gennaio, qualche giorno dopo la capitolazione, fu inviato a Bordeaux, portatore di pieni poteri, nel caso che la delegazione si rifiutasse di eseguire i decreti del governo di Parigi, e seppe compiere la sua missione con tatto e abilità. Il Thiers lo confermò nella carica di ministro dell'Istruzione. A lui si deve l'istituzione dell'Ècole de Rome, come completamento di quella di Atene (marzo 1873). Durò in carica fino al 24 maggio, ma fu assiduo alle discussioni parlamentari, specialmente nel combattere le possibili restaurazioni monarchiche. Nel dicembre del 1876 fu incaricato di formare un gabinetto, e si tenne (13 dicembre), oltre la presidenza, il portafoglio dell'Interno; ma dovette sostenere aspre lotte contro il partito clericale, segretamente favorito dal Mac-Mahon, presidente della repubblica. Fu costretto a dimettersi il 16 maggio 1877. Membro inamovibile del Senato dal 16 dicembre 1875, il S. d'allora in poi fu in quel consesso uno dei principali rappresentanti del partito conservatore.

Scrisse: Du commentaire de Proclus sur le Timée de Platon (Parigi 1839); Histoire de l'école d'Alexandrie (ivi 1844-45, voll. 2); Le travail (ivi 1866); La politique radicale (ivi 1869); Le libre échange (ivi 1870); Souvenirs du 4 septembre (ivi 1874, voll. 2); Le gouvernement de M. Thiers (ivi 1878, voll. 2); numerosi articoli di riviste e di giornali, ecc.

Bibl.: L. Séché, Figures bretonnes - J. S., sa vie, son temps, son oeuvre, Parigi 1898; J. Picot, Not. hist. sur la vie et les travaux de J. S., ivi 1896.