CHRISTIE, Julie

Enciclopedia del Cinema (2003)

Christie, Julie

Silvia Colombo

Attrice cinematografica inglese, nata a Chukua (Assam) il 14 aprile 1941. È stata una delle protagoniste del Free Cinema e ha rappresentato con grande efficacia le inquietudini e i mutamenti di costume degli anni Sessanta, riuscendo a imporre il suo fascino di donna fragile e forte al tempo stesso, anticonvenzionale e imprevedibile, sensuale senza ricorso ad artifici. L'impegno politico e l'interesse per le tematiche sociali, sostenuti da una profonda autonomia di giudizio, ne hanno spesso guidato le scelte professionali, e la sua immagine nella vita e sullo schermo è risultata assai coerente. Il suo talento è stato premiato con l'Oscar come migliore attrice protagonista per Darling (1965) di John Schlesinger.

Trascorsa la giovinezza in India, dove il padre amministrava una piantagione di tè, studiò quindi recitazione in Francia e in Inghilterra alla London's Central School of Speech and Drama. Alla fine degli anni Cinquanta affinò la sua tecnica recitativa in teatro prima di debuttare sul grande schermo nella commedia brillante Crooks anonymous (1963; Julie, perché non vuoi?) di Ken Annakin. Quando Schlesinger le affidò la parte della protagonista in Billy liar (1963; Billy il bugiardo) attirò immediatamente l'attenzione della critica e del pubblico e due anni più tardi si rivelò perfetta nel ruolo della fotomodella cinica e opportunista in Darling. La fama internazionale arrivò con il ruolo di Lara in uno dei kolossal di maggior successo della storia del cinema: Doctor Zhivago (1965; Il dottor Zivago) di David Lean, dal romanzo di B.L. Pasternak. Ambientato nel 1917, durante la Rivoluzione russa, il film narra le vicissitudini di due amanti divisi dalle ingiustizie della Storia e fa del volto della C., incorniciato dai ghiacci, l'icona indimenticabile dell'amore tragico. In seguito lavorò con François Truffaut, che la volle per ricoprire un doppio ruolo in Fahrenheit 451 (1966): quello della moglie del pompiere Montag, completamente asservita al regime dittatoriale vigente in una società futuribile, e quello della maestra Clarissa, rivoluzionaria che si oppone al sistema e inizia Montag all'amore per i libri. Dopo aver recitato ancora una volta per Schlesinger in Far from the madding crowd (1967; Via dalla pazza folla), la C. partì per gli Stati Uniti per interpretare la commedia so- fisticata Petulia (1968) di Richard Lester. A fianco di Warren Beatty (cui fu legata per qualche tempo) recitò in Mc Cabe and Mrs. Miller (1971; I compari) di Robert Altman: una vicenda sentimentale calata in crepuscolari atmosfere western per cui la C. ‒ nella parte di una prostituta che difende il suo bordello dalle mire espansionistiche di una compagnia mineraria ‒ conquistò una nomination all'Oscar. Dopo aver recitato in Don't look now (1973; A Venezia… un dicembre rosso shocking) di Nicolas Roeg ed essere comparsa nel ruolo di sé stessa in Nashville (1975), ancora di Altman, sul finire degli anni Settanta si rivelò efficace in commedie e ruoli brillanti quali Shampoo (1975) di Hal Ashby, e Heaven can wait (1978; Il Paradiso può attendere) di Warren Beatty e Buck Henry. Non più giovanissima, il grande schermo non ha saputo offrirle ruoli adatti al suo carisma. All'inizio degli anni Ottanta è tornata in India per girare con James Ivory Heat and dust (1983; Calore e polvere) e successivamente ha recitato per Sidney Lumet nel modesto Power (1986). Compagna di vita del giornalista di sinistra Duncan Campbell, negli anni Novanta si è dedicata intensamente al teatro e all'attività politica (in campagne pacifiste contro il nucleare), diradando sempre più le apparizioni cinematografiche.

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