Kabul

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Città capitale dell’Afghanistan (5.171.000 ab. secondo stime del 2021), sulle rive del fiume Kabul, a 1800 m s.l.m. in un fertile altopiano, circondato da montagne; capoluogo della provincia omonima. È molto difficile valutare la reale consistenza demografica di K., perché già negli anni Novanta l’incerta situazione politica afghana aveva spinto numerosi abitanti ad abbandonare la capitale per trasferirsi nei villaggi ritenuti più sicuri. I bombardamenti effettuati dalla NATO nell’autunno 2001, in seguito agli attacchi terroristici avvenuti a New York e a Washington l’11 settembre di quell’anno, hanno determinato un’ulteriore fuga della popolazione civile. La sua importanza deriva comunque dalla posizione alla convergenza delle principali vie di comunicazione con i paesi confinanti. Accanto al tradizionale artigianato (del cuoio, delle pietre preziose, delle armi cesellate) si è sviluppata l’industria nei rami meccanico, tessile, alimentare, del legno e della concia. Sulla riva destra del fiume si estende la città antica, sulla sinistra si sono sviluppati i quartieri moderni. Attiguo ai nuovi quartieri è il sobborgo di Dar ul-Aman, che Aman Ullah aveva cominciato a costruire prima della sua abdicazione (1929) e che doveva costituire la nuova capitale afghana.

Di origine assai antica ma incerta, K. fu sottoposta ai regni indo-greci, dei Kuṣana, Sasanidi, Eftaliti: conquistata dai califfi di Baghdad (7° sec.), passò ai Gasnavidi (10° sec.); acquistò importanza dopo la caduta di questa dinastia nel 1186; venne prescelta come capitale da Bāber (1504-19). Occupata dalla Gran Bretagna (1839; 1842; 1879), nel corso del Novecento, divenne capitale del Regno indipendente dell’Afghanistan e godette di un notevole sviluppo industriale, sociale e culturale. Con l’occupazione sovietica del 1979 fu il centro del conflitto tra i ribelli mugiahidin e il governo filosovietico, alla caduta del quale (1992) rimase divisa sotto il controllo delle fazioni rivali che si contendevano il paese. Conquistata dai Talebani nel 1996, nel 2001, dopo l’invasione delle forze NATO, è divenuta la capitale del nuovo governo. Nel 2021, a seguito del ritiro delle forze di pace e dopo la caduta delle principali città dell'Afghanistan, la città è stata nuovamente posta sotto assedio dal gruppo fondamentalista, che ne ha agevolmente assunto il controllo senza incontrare resistenze da parte dell'esercito governativo, costringendo il presidente A.A. Ghani ad abbandonare il Paese.

Posta in una collocazione strategica naturale, fu circondata da mura (tratti forse di età eftalita, 5°-6° sec.; resti del 16° sec.). Ebbe un notevole sviluppo a partire dal 16° sec.; del periodo di Bāber rimaneva la fortezza (Bala Hissar), con la primitiva dimora reale. Bellissimo era il bazar coperto, del 17° sec., distrutto dagli Inglesi nel 1842. Notevoli i giardini di Bāber con la sua tomba, il mausoleo di Timūr Shāh e la Grande Moschea. Il museo possiede importanti materiali derivanti dalle collezioni reali e dagli scavi di missioni archeologiche internazionali (sezioni preislamica, islamica, numismatica, etnografica, dei manoscritti) e una cospicua raccolta di antichità buddistiche; ha sofferto delle distruzioni e degli ingenti danni subiti, a causa degli eventi bellici e delle dinamiche interne, dall’intera città e dalla nazione.

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