Abraham, Karl

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Psichiatra e psicanalista (Brema 1877 - Berlino 1925). Figura assai importante nella storia della psicanalisi, di cui fu un pioniere in Germania, fu allievo di Jung e collaboratore di Freud. Lasciò notevolissimi studi sulle prime manifestazioni della sessualità infantile.

Vita. Laureatosi in medicina a Berlino nel 1901, qualche anno dopo entrò al Burghölzli, la clinica psichiatrica di Zurigo diretta da E. Bleuler, e vi conobbe la psicanalisi attraverso Bleuler e C. G. Jung. Nel 1907 conobbe S. Freud, e gli restò sempre legato da profonda amicizia. Nel 1908 fondò la Società berlinese di psicanalisi. Durante la prima guerra mondiale costituì e diresse sul fronte orientale una "unità psichiatrica", e raccolse le osservazioni compiute in un saggio d'interpretazione psicanalitica delle nevrosi di guerra (Zur Psychoanalyse der Kriegsneurosen, 1918). Fedele a Freud nelle crisi attraversate dal movimento psicanalitico internazionale, nel 1920 fondò a Berlino il primo Istituto psicanalitico con finalità didattica e terapeutica.

Opere e pensiero. Il principale contributo dell'A. verte sul proseguimento della teoria dello sviluppo libidico (Versuch einer Entwicklungsgeschichte der Libido, 1924), iniziata da Freud, e sul collegamento tra sviluppo libidico e carattere (Die psychosexuelle Grundlage der Depressions- und Exaltationszustände, 1911; Untersuchungen über die früheste prägenitale Entwicklungsstufe der Libido, 1916; Ergänzungen zur Lehre vom Analcharakter, 1921; Zur Charakterbildung auf der "genitalen" Entwicklungsstufe e Beiträge der Oralerotik zur Charakterbildung, 1924; Psychoanalytische Studien zur Charakterbildung, 1925): ricerche poi proseguite da M. Klein, che svolse analisi didattica con l'A., e da W. Reich. Determinate strutture e anomalie caratteriali sarebbero da attribuire a un processo di fissazione a stadi pregenitali, con mancato superamento dell'autoerotismo e dell'ambivalenza. Connessi a queste vedute sono gli studi dell'A. sulla demenza precoce come mancato investimento oggettuale (1908) e sui rapporti tra incorporazione orale dell'oggetto e psicopatologia delle sindromi maniacodepressive (1912). Applicò la psicologia del profondo a temi mitologici (Traum und Mythus, 1909; Zwei Beiträge zur Symbolforschung, 1923), a problemi storicoantropologici (Amenhotep IV, 1912; Tiertotemismus, 1919) e artistici (Giovanni Segantini: ein psychoanalytischer Versuch, 1911). Di notevole interesse il carteggio fra A. e Freud (A psychoanalytic dialogue: the letters of S. Freud and K. Abraham, 1907-1926, 1966).

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