La geopolitica della satira: il caso danese

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

Il 30 settembre 2005 il quotidiano danese Jyllands-Posten ha pubblicato 12 vignette satiriche raffiguranti caricature del profeta Maometto. Le illustrazioni sono state riprese nei mesi successivi e diffuse da testate giornalistiche in più di 50 paesi del mondo. La pubblicazione satirica ha sollevato non solo un vivido dibattito sul rapporto tra libertà di espressione e rispetto della religione, ma anche un’alacre protesta del mondo islamico e una conseguente crisi diplomatica con al centro il governo danese. Univoche, infatti, sono state le reazioni di condanna da parte dei principali paesi musulmani, dell’Organizzazione per la conferenza islamica e della Lega Araba. Numerose manifestazioni di piazza si sono inoltre susseguite in tutto il mondo islamico.

Una semplice provocazione giornalistica si è, dunque, tramutata in un autentico moto non solo anti-danese, ma anche anti-cristiano e anti-occidentale. Le ripercussioni della crisi diplomatica si sono rese evidenti anche in altre sedi, come la Nato, arrivando a riguardare in particolare l’elezione dell’allora premier danese Anders Fogh Rasmussen a Segretario generale dell’organizzazione. Avendo espresso il proprio disappunto sulla gestione della vicenda da parte del premier e avanzando perplessità sull’opportunità della nomina e sul messaggio che ne sarebbe derivato per il mondo islamico, la Turchia si è infatti fermamente opposta alla candidatura di Rasmussen, tornando sui suoi passi solo grazie alla mediazione statunitense.

Nonostante siano passati più di sei anni, la vicenda delle vignette satiriche continua a condizionare la Danimarca. Su di essa, infatti, incombe la minaccia del terrorismo islamico e lo scorso 29 dicembre 2010 i servizi di sicurezza hanno sventato il settimo attentato organizzato ai danni della sede del quotidiano Jyllands-Posten.

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