La Rivoluzione scientifica: i protagonisti. Gottfried Wilhelm Leibniz

Storia della Scienza (2002)

La Rivoluzione scientifica: i protagonisti. Gottfried Wilhelm Leibniz

Massimo Mugnai

Gottfried Wilhelm Leibniz

Gli anni giovanili

Gottfried Wilhelm Leibniz nasce a Lipsia il 1° luglio 1646, da famiglia originaria della Sassonia. Rivela presto straordinarie capacità intellettuali e, rimasto orfano di padre, ottiene il permesso a soli otto anni di accedere alla ricca biblioteca paterna. Nel 1661 si iscrive all'Università di Lipsia dove, due anni dopo, discute sotto la guida di Jakob Thomasius la Disputatio metaphysica de principio individui, pubblicata nel 1663. Scopre i 'moderni' (Galilei, Descartes, ecc.) ed è in dubbio se mantenersi fedele all'interpretazione scolastica della Natura oppure accettare la nuova 'filosofia meccanica'. Opta poi per la nuova fisica e decide di applicarsi allo studio della matematica. Trasferitosi a Jena, vi frequenta le lezioni di Erhard Weigel e nell'ottobre 1663 torna a Lipsia per studiare diritto. Qui, nel febbraio del 1664, ottiene il grado di magister in filosofia e, in seguito, il baccellierato in legge. L'Università di Lipsia, tuttavia, gli rifiuta il titolo di dottore; Leibniz è costretto a immatricolarsi nella Facoltà di legge dell'Università di Altdorf, dove presenta la dissertazione De casibus perplexis in jure (1666). Il 22 febbraio 1666 è nominato dottore e gli si offre l'opportunità, che però non accetta, di accedere alla carriera accademica. Nello stesso anno pubblica la Dissertatio de arte combinatoria, che contiene il nucleo iniziale di un progetto intorno al quale si svilupperà gran parte della sua futura ricerca logica e filosofica: dato un qualsiasi concetto complesso, lo si analizzi nei suoi componenti e si ripeta il procedimento fino a che non si raggiungano gli elementi semplici, non ulteriormente analizzabili; i concetti semplici siano contrassegnati da simboli e si proceda quindi, con un movimento 'a ritroso', a generare tutti i concetti complessi possibili (vale a dire tutti quelli che non implicano contraddizione). Quest'idea fa riferimento a una duplice procedura: (a) analitica, dal complesso al semplice, e (b) sintetica, dal semplice al complesso. Prefigura inoltre la possibilità di un linguaggio universale: scelti opportunamente i simboli per designare i concetti semplici, ciascun complesso di simboli caratterizzerà in maniera univoca un concetto complesso. Poiché i simboli si applicano ai concetti e i concetti sono i medesimi per tutti gli uomini, ciò darà luogo a un linguaggio artificiale, accessibile a tutti.

Trasferitosi a Norimberga, Leibniz entra in contatto con il barone Johann Christian von Boineburg, che diventa il suo primo protettore. Nel novembre 1667 si stabilisce a Francoforte, dove scrive la Nova methodus discendae docendaeque jurisprudentiae che, su suggerimento di Boineburg, presenta all'elettore di Mainz, Johann Philipp von Schönborn. Questi gli assegna un posto di giudice presso l'Alta corte di appello. Su incarico di Boineburg, nell'inverno 1668 prepara un documento a favore dell'elezione del conte palatino Filippo Guglielmo di Neuburg come re della Polonia, dopo l'abdicazione di Giovanni Casimiro (Specimen demonstrationum politicarum pro rege Polonorum eligendo). Ancora su incarico di Boineburg, cura una nuova edizione dell'Antibarbarus seu de veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudophilosophos di Mario Nizolio, pubblicato nel 1553. Preceduta da un'ampia introduzione, questa edizione è pronta per la fiera del libro di Francoforte dell'aprile 1670.

Nel 1669 Leibniz ha intanto intrapreso la stesura dell'Hypothesis physica nova, pubblicata nel 1671 e ristampata nel corso dello stesso anno a cura della Royal Society. Nella primavera del 1672 parte alla volta di Parigi per svolgere una missione diplomatica per conto di Boineburg e vi rimane, nonostante l'improvvisa morte di questi, con il pretesto di fare da tutore al figlio del barone. A Parigi entra in contatto con un ambiente intellettualmente vivace e conosce di persona alcuni dei principali rappresentanti del nuovo panorama scientifico e filosofico di Galilei e Descartes. Nell'autunno 1672 incontra Christiaan Huygens, che si offre di guidarlo nello studio della matematica. All'inizio dell'anno successivo si applica alla costruzione di una macchina calcolatrice in grado di eseguire le quattro operazioni dell'aritmetica e, stimolato dal bibliotecario reale Pierre de Carcavi, riesce a produrne un esemplare funzionante. Il 21 gennaio dello stesso anno si reca a Londra per ragioni diplomatiche, ma già alla fine di febbraio è costretto a tornare a Parigi in seguito alla morte dell'elettore di Mainz. Subito riceve l'invito da parte del duca Giovanni Federico di Hannover a diventare suo consigliere. Nel settembre 1675 inizia l'amicizia con Ehrenfried Walter von Tschirnhaus, cultore della matematica, ammiratore della filosofia cartesiana e amico di Spinoza; con lui Leibniz discute gli scritti matematici postumi di Pascal. Inoltre conosce personalmente Nicolas Malebranche, con il quale inizia a discutere la concezione cartesiana dell'estensione. Tra ottobre e novembre di questo stesso anno porta a compimento la scoperta del calcolo infinitesimale.

Consigliere a Hannover

All'inizio del 1676 Leibniz è nominato consigliere del duca di Hannover. In ottobre lascia Parigi e intraprende il viaggio verso la sua nuova destinazione, passando per Londra, dove presenta un modello della macchina calcolatrice a Henry Oldenburg e incontra il matematico John Collins, che gli fa conoscere il De analysi per aequationes numero terminorum infinitas di Isaac Newton. Nell'agosto 1676 Leibniz aveva ricevuto tramite Oldenburg una lettera di Newton (consegnata con molto ritardo, sarà nota in seguito come Epistola prior) e, sempre mediante Oldenburg, ne riceve un'altra in data 24 ottobre 1676 (Epistola posterior), nella quale compaiono due crittogrammi: il primo cela il teorema fondamentale del calcolo, il secondo il metodo inverso delle tangenti. Durante il viaggio in nave da Londra a Rotterdam, Leibniz scrive il dialogo Pacidius Philalethi: prima de motu philosophia, in cui si esprime a favore dell'infinita divisione in atto della materia, affermando che i punti geometrici non sono componenti della retta e che, poiché la materia è divisa in atto all'infinito, se non vogliamo che la realtà materiale si risolva in un pulviscolo privo di 'collante' (arena sine calce), dobbiamo ammettere l'esistenza di qualcosa che tiene insieme le parti infinitamente divise: questo qualcosa dev'essere necessariamente una sostanza immateriale, analoga alla forma sostanziale degli scolastici. Si ha così una prefigurazione delle future 'monadi'. Sbarcato in Olanda, fa visita a Spinoza all'Aia e, a seguito di ripetuti incontri, mette per scritto una dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio.

Sul "Journal des Sçavans" pubblica nel 1677 una descrizione del fosforo, che era stato scoperto da Hennig Brand nel 1669. Nel 1679 s'impegna nella realizzazione di un progetto per il drenaggio dell'acqua dalle miniere dello Harz, mediante mulini a vento. Leibniz intende utilizzare i proventi ricavati dalla realizzazione dei mulini per fondare un'accademia delle scienze che, a sua volta, avrebbe provveduto alla costituzione della lingua universale. Alla morte del duca di Hannover (1680) il fratello Ernesto Augusto, suo successore, conferma l'incarico di consigliere a Leibniz e acconsente alla realizzazione del progetto dei mulini nello Harz. Il progetto, portato avanti per circa sei anni, viene interrotto nella primavera del 1685, senza che siano stati raggiunti risultati significativi. Uno dei frutti di tale soggiorno, che compensa in parte il fallimento del progetto, è l'ampia raccolta di materiali fossili che, insieme ad altri reperti trovati in Italia e nella Germania meridionale, costituisce la base per la stesura della Protogaea, portata a termine tra il 1693 e il 1694.

Leibniz coltiva l'amicizia con la moglie del duca Ernesto Augusto, la duchessa Sofia (1630-1714), con la quale intratterrà un'intensa corrispondenza nel corso degli anni. Dal 1682 diviene collaboratore della rivista "Acta Eruditorum", fondata da Otto Menke, professore di filosofia morale e politica all'Università di Lipsia. La Nova methodus pro maximis et minimis itemque de tangentibus viene data alle stampe in questa sede nel 1684 ed è seguita, un mese dopo, dalla pubblicazione delle Meditationes de cognitione, veritate et ideis. Nell'agosto 1685 riceve dal duca di Hannover l'incarico di ricostruire la storia del casato Braunschweig-Lüneburg. Sugli "Acta Eruditorum" pubblica nel 1686 un saggio di critica alle concezioni del moto di Descartes: la Brevis demonstratio erroris memorabilis Cartesii, che riassume i risultati di una serie di indagini svolte dal 1676 al 1678 e che mostra come, contrariamente al parere di Descartes, la quantità di moto in un dato sistema fisico debba esser distinta dalla quantità della forza motrice. Tramite il langravio Ernesto di Assia-Rheinfels, nel febbraio 1686 avvia la corrispondenza con Antoine Arnauld riguardo alle tesi sostenute nel Discours de metaphysique, composto durante il soggiorno nello Harz.

Negli scritti di questo periodo, Leibniz elabora la nozione di concetto completo: a ciascuna sostanza individuale corrisponde un concetto che comprende tutte le proprietà che si possono attribuire con verità alla sostanza medesima. Al concetto completo affianca poi il criterio analitico di verità: un enunciato in forma soggetto-predicato (la forma canonica di ogni enunciato) è vero se il concetto del predicato è contenuto nel concetto del soggetto. Poiché ciò vale per qualunque tipo di enunciato, sia necessario sia contingente, sorge il problema di spiegare come certi enunciati analiticamente veri possano essere contingenti. Per giustificare la contingenza, Leibniz ricorre a un'elaborata concezione dei mondi possibili che ha notevoli analogie con la 'teoria delle controparti' di David Lewis, secondo la quale, oltre alla realtà attuale esiste un numero illimitato di realtà non attualizzate, le controparti, che costituiscono modalità alternative dell'esistenza di individui e cose, e che permettono di spiegare le nozioni di possibilità e necessità. Tra il 1686 e il 1690 elabora una serie di saggi di logica, comprendenti le Generales inquisitiones de analysi notionum et veritatum, il testo più ampio e sistematico nel quale espone le proprie idee sullo sviluppo della logica in forma di calcolo. In questi saggi, Leibniz fornisce regole per trasformare enunciati in equazioni algebriche, facendo uso di variabili (per es.: "tutti gli A sono B" viene trasformato nell'equazione "A=BX"). Tali saggi si configurano come una tappa essenziale verso la realizzazione della cosiddetta 'arte caratteristica', che si pone al centro di un progetto di vaste proporzioni. Il progetto si compone delle tre fasi già indicate nella Dissertatio de arte combinatoria: sviluppo dell'analisi concettuale, così da pervenire all'individuazione dei concetti semplici; realizzazione di una procedura combinatoria che specifichi le regole di combinazione dei concetti; scelta di segni o caratteri per designare i concetti e costruire un alfabeto e un linguaggio nel quale rappresentare tutti i ragionamenti di tipo assertorio. Leibniz ritiene in tal modo di potenziare la logica non solo per quel che riguarda la tradizionale arte del giudizio (ars judicandi), ma anche per ciò che concerne la scoperta di nuovi concetti e verità (ars inveniendi). Il momento analitico del progetto (la prima fase) e il momento sintetico o combinatorio (la seconda fase), avrebbero dovuto dar vita alla 'scienza generale', il cui compito sarebbe stato quello di definire i principî e le regole sia dell'analisi sia della sintesi o combinatoria. A queste tre fasi se ne saldano altre due: lo studio della grammatica delle lingue naturali e la costruzione di un'enciclopedia generale delle conoscenze umane. L'enciclopedia si integra nel progetto per la realizzazione della caratteristica, in quanto avrebbe dovuto fornire la base materiale delle conoscenze, alla quale applicare le procedure analitiche che dovevano condurre ai concetti primi. Più complesso è invece il discorso riguardo agli studi sulla grammatica delle lingue. In realtà Leibniz, nonostante tenga conto di lingue moderne come il francese e il tedesco, assume prevalentemente come punto di riferimento per le proprie indagini il latino dell'epoca, che già si configurava come una lingua artificiale, avente corso soltanto tra scienziati e filosofi. Dagli studi sulla grammatica che ci rimangono risulta una duplice prospettiva: da un lato, Leibniz imprime alle proprie indagini un carattere meramente analitico-descrittivo, tendente a portare alla luce la struttura grammaticale della lingua latina; dall'altro, a questo atteggiamento salda un intento di tipo normativo, che mira a utilizzare i risultati dell'analisi allo scopo di mettere a punto una 'grammatica razionale' ‒ vale a dire una grammatica pura, non più legata a una singola lingua storica, ma funzionale alla creazione di una lingua universale.

Di fronte alle difficoltà implicite nella realizzazione di un progetto così complesso e articolato, Leibniz assume un atteggiamento pragmatico: dà per scontato il raggiungimento di certi risultati, come per esempio la scelta dei caratteri della lingua universale, e si dispone a indagare gli aspetti puramente logico-formali dell'intera impresa, vale a dire i principî generali e le regole del calcolo logico. Al posto dei 'veri caratteri' userà provvisoriamente numeri e lettere dell'alfabeto. La caratteristica dovrà dare criteri per generare le formule a partire dalle singole lettere, sulla base di determinate regole di composizione. Dovranno essere specificate, inoltre, le condizioni per l'attribuzione di un valore, o di un significato, ai singoli caratteri e alle formule. Infine, per lo svolgimento del calcolo in senso proprio, dovrà essere definito un insieme di relazioni sulle formule, che consenta il passaggio da una formula a un'altra. Nonostante l'algebra sia il modello al quale si ispira la struttura dell'arte caratteristica, Leibniz attribuisce a quest'ultima un tale livello di generalità da considerare l'algebra stessa come subordinata a essa. In un saggio scritto dopo il 1690 definisce l'arte caratteristica come quella disciplina che studia le condizioni generali per operare con simboli suscettibili di una pluralità di interpretazioni. Qualora i simboli significhino grandezze o numeri, si otterrà un calcolo di tipo algebrico; se significano termini o concetti, si avrà un calcolo logico in senso proprio; se infine significano lettere dell'alfabeto o espressioni linguistiche, oggetto del calcolo sarà la crittografia.

Viaggio in Italia e ritorno a Hannover

Nell'ottobre 1687 Leibniz lascia Hannover e intraprende un viaggio che, attraverso la Germania del Sud, lo porta in Italia, al fine di raccogliere materiali per la storia del Ducato di Braunschweig-Lüneburg. Nel febbraio 1688 pubblica sugli "Acta Eruditorum" il Tentamen de motuum coelestium causis, nel quale spiega il moto dei pianeti mediante la teoria dei vortici di ispirazione cartesiana. È questo il tentativo leibniziano più compiuto di costruire una spiegazione fisica alternativa a quella elaborata da Newton. Il Tentamen avrà una ristampa nel 1706, nella quale Leibniz correggerà alcune sviste ed errori. A Roma inizia a comporre il dialogo Phoranomus seu de potentia et legibus naturae. A Firenze discute di matematica con Vincenzo Viviani, che era stato allievo di Galilei. Stringe amicizia con Rudolf Christian von Bodenhausen, precettore dei figli del granduca Cosimo III e gli affida il testo, rimasto incompiuto, della Dynamica de potentia et legibus naturae corporeae. Di ritorno a Hannover, Leibniz è coinvolto dalla duchessa Sofia in una discussione, che si svolge prevalentemente per via epistolare, intorno alle concezioni sostenute da Paul Pellisson-Fontanier, storiografo di Luigi XIV, nelle Réflexions sur les différends de la religion avec les preuves de la tradition ecclésiastique (1686-1691). La disputa, in cui interviene anche il vescovo di Meaux Jacques-Bénigne Bossuet, verte su argomenti quali l'infallibilità della Chiesa di Roma, la compatibilità della scienza con la religione cristiana e la riunione delle Chiese.

Nel gennaio 1692 scrive un Essay de dynamique su suggerimento di Pellisson e ne invia a questi una copia perché la mostri all'Académie des Sciences di Parigi. Il saggio però non verrà mai pubblicato. Nel 1695 compare sugli "Acta Eruditorum" soltanto la prima parte di un lavoro, intitolato Specimen dynamicum, che espone in forma di compendio il contenuto dell'Essay. Contemporaneamente fa pervenire a Henri Basnage de Beauval un commento critico ai Principia philosophiae (1644) di Descartes, sperando che possa essere edito in Olanda.

Avvia uno scambio epistolare con i fratelli Johann I e Jakob I Bernoulli di Basilea ed entra in contatto con il marchese Guillaume-François-Antoine de L'Hôpital, che avrà un ruolo di primo piano nella diffusione del calcolo infinitesimale. Svolgendo ricerche nella biblioteca di Wolfenbüttel, raccoglie una serie di documenti dal XII al XV sec., che pubblicherà nel Codex juris gentium diplomaticus (1693). Negli "Acta Eruditorum" del 1693 compare una breve nota relativa a indagini sulla storia della Terra, che anticipa risultati contenuti nella Protogaea. Un sunto delle principali tesi sostenute in quest'ultimo lavoro sarà offerto in seguito, nei capitoli 244 e 245 della Teodicea, mentre l'opera intera verrà edita da Christian Ludwig Scheid a Gottinga nel 1749. Torna intanto sui progetti per migliorare la tecnica di estrazione mineraria nello Harz: progetta una serie di innovazioni che riguardano l'attività estrattiva, l'uso di pompe per svuotare le gallerie dall'acqua infiltrata e per il riutilizzo del fumo della fonderia. Anche in questo caso, tuttavia, è costretto a rinunciare senza avere ottenuto i risultati sperati.

Nel 1695, Leibniz pubblica sul "Journal des Sçavans" il Système nouveau de la nature et de la communication des substances, aussi bien que de l'union qu'il y a entre l'âme et le corps, che raccoglie il nucleo essenziale delle riflessioni metafisiche sviluppate a partire dalla corrispondenza con Arnauld, e rende pubblico per la prima volta il principio dell'armonia prestabilita. Secondo tale principio, Dio determina fin dalla Creazione del mondo, e una volta per tutte, i rapporti reciproci tra mente e corpo, in modo che a certi eventi che si verificano nella mente ne corrispondano altri nel corpo. La posizione di Leibniz si differenzia, a questo proposito, da quella degli occasionalisti, i quali assumevano che ogni volta che si verificava un evento mentale Dio intervenisse a regolare su di esso il corpo. Nel luglio dello stesso anno risponde sugli "Acta Eruditorum" alle critiche rivolte da Bernard Nieuwentijt al calcolo infinitesimale. Nell'aprile 1697 pubblica una raccolta di lettere e saggi dei gesuiti missionari in Cina (Novissima Sinica). Il 23 gennaio 1698 muore l'elettore Ernesto Augusto; gli succede il primogenito Giorgio Ludovico. Nello stesso anno Leibniz dà alle stampe il primo dei due volumi di fonti documentarie della storia tedesca, che costituiscono le Accessiones historicae; il secondo verrà pubblicato nel 1700, insieme a un supplemento al Codex juris gentium diplomaticus.

'Nuovi saggi' e 'Teodicea'. La disputa sulla priorità

A partire dalla primavera del 1698, Leibniz si dedica intensamente al progetto di fare insediare gli Hannover sul trono d'Inghilterra. Nell'estate del 1700 è a Berlino, invitato dall'elettore di Brandeburgo per l'atto di fondazione della tanto auspicata Societas Regia Scientiarum. Viene poi chiamato a Vienna dall'imperatore Leopoldo I per discutere nuovamente della riunione delle Chiese. In questo periodo prosegue la discussione avviata con Pierre Bayle riguardo al concetto di 'armonia prestabilita'. Bayle aveva presentato nel Dictionnaire (1695-1697), alla voce Rorarius, le concezioni di Leibniz in proposito, esprimendo riserve; Leibniz aveva risposto alle osservazioni di Bayle sul numero di luglio del 1698 della "Histoire des ouvrages des Sçavans" e Bayle, a sua volta, aveva replicato nella seconda edizione del Dictionnaire (1702). Leibniz cerca ora di chiarire ulteriormente il proprio punto di vista nella Réponse aux réflexions contenues dans la seconde édition du Dictionnaire Critique de M. Bayle, pubblicata nella "Histoire critique de la République des Lettres" del 1712. Sofia Carlotta, dal 1701 regina di Prussia, fa da intermediaria per le discussioni con John Toland durante il suo soggiorno a Berlino. La stessa Teodicea nasce sotto lo stimolo di Sofia Carlotta, che invita Leibniz a raccogliere in un unico volume i risultati della disputa con Bayle.

Nell'estate del 1703, mentre si trova a Herrenhausen, nella residenza estiva degli Hannover, Leibniz comincia a lavorare a un commento all'Essay concerning humane understanding (1690) di John Locke. Si applica quindi allo studio sistematico dell'opera lockiana, della quale utilizza la traduzione francese portata a termine nel 1700 da Pierre Coste. Elabora così un'analisi critica, che assume forma di dialogo tra due personaggi chiamati Filalete e Teofilo: il primo si esprime con frasi tratte dall'Essay di Locke, mentre il secondo è il portavoce di Leibniz. Il dialogo assumerà il titolo di Nouveaux essais sur l'entendement humain. Nell'aprile 1704 ha quasi terminato le riflessioni sull'Essay di Locke; fa predisporre copie dei Nouveaux essais per curarne la stampa, ma la morte di Locke lo fa desistere da questo proposito. I Nouveaux essais vedranno la luce soltanto nel 1765, in un'edizione a cura di Rudolf Erich Raspe. In quest'opera, Leibniz si oppone all'assimilazione della mente a una tavoletta di cera intonsa sulla quale i sensi imprimono le immagini degli oggetti 'esterni'. La mente, al contrario, partecipa in maniera attiva alla costruzione di ciò che ci appare come 'realtà esterna': essa ha concetti e principî innati che orientano e determinano la comprensione del mondo fenomenico.

Il 1° febbraio 1705 Sofia Carlotta muore improvvisamente, lasciando Leibniz nel più grande dolore. All'inizio del 1706, egli incontra il gesuita Bartholomaeus Des Bosses, con il quale intratterrà una ricca corrispondenza, dibattendo, tra l'altro, il problema del cosiddetto vinculum substantiale, una sorta di legame analogo a una sostanza che darebbe unità ai corpi organici. In questo stesso anno inizia a stendere il testo della Teodicea. Nel giugno 1707 esce il primo volume della storia del casato di Braunschweig. Nelle "Philosophical Transactions" del 1708 (pubblicate però due anni dopo) compare un violento attacco a Leibniz, a proposito della priorità dell'invenzione del calcolo: ne è autore John Keill, uno scozzese allievo di David Gregory che nel 1712 diverrà professore di astronomia a Oxford. Nicolas Fatio de Duillier aveva già attaccato Leibniz apertamente in un lavoro sulla curva brachistocrona, chiamandolo "secondo scopritore" del calcolo e accusandolo senza mezzi termini di aver copiato da Newton. Leibniz replica sugli "Acta Eruditorum". A rendere la situazione più sgradevole c'è il fatto che il testo di Duillier viene edito con l'imprimatur della Royal Society. Dopo alterne vicende e il protrarsi di una discussione che coinvolge i vertici della Royal Society (il cui presidente era Newton), quest'ultima decide di nominare un comitato che avrebbe dovuto indagare sui fatti in relazione al problema della priorità e stilare un rapporto (redatto dallo stesso Newton). La Royal Society ritiene equanime il resoconto in esso contenuto e ne ordina la pubblicazione. Accresciuto da una ricca ma parziale documentazione, il rapporto è edito nel 1712 con il titolo Commercium epistolicum D. Johannis Collins, et aliorum, de analysi promota. Colto di sorpresa mentre si trova a Vienna, Leibniz può prender visione direttamente del Commercium epistolicum (del cui contenuto però era stato già informato) soltanto a Hannover nel 1714. Reagisce con un breve testo anonimo in propria difesa, che verrà in seguito stampato e diffuso da Christian Wolff divenendo poi noto come charta volans. Ormai il contrasto con Newton e i newtoniani aveva superato i termini di un conflitto legato alla sola priorità riguardo alle scoperte del calcolo ed erano emerse divergenze riguardo alla fisica e alla filosofia. Alle legittime rivendicazioni dei due scopritori si erano saldati gli interessi, politici e personali, degli altri partecipanti al dibattito.

'Monadologia' e corrispondenza con Samuel Clarke

Nel 1710 vede la luce il primo tomo dei "Miscellanea Berolinensia", pubblicazione ufficiale della berlinese Societas Regia Scientiarum; nello stesso anno vengono pubblicati anonimi, ad Amsterdam, gli Essais de théodicée sur la bonté de Dieu, la liberté de l'homme et l'origine du mal ed esce il secondo volume della storia del Ducato di Braunschweig (il terzo uscirà l'anno successivo). Il 19 gennaio 1711 avviene, in assenza di Leibniz, l'inaugurazione ufficiale della Societas Regia Scientiarum di Berlino. Egli riterrà necessario dotare la società di un finanziamento autonomo per sostenerne le attività; a questo scopo suggerisce di ricorrere al monopolio della coltura dei bachi da seta e alle tasse sulla stampa di calendari popolari. Lo zar Pietro I il Grande propone a Leibniz di diventare suo consigliere per la promozione e l'avanzamento delle scienze; l'anno successivo lo nomina consigliere privato di giustizia. Leibniz si applica alla stesura di un'ampia indagine sull'origine e la natura delle lingue storiche: l'Epistolaris de historia etymologica dissertatio, che però rimarrà inedita.

L'8 giugno 1714, mentre Leibniz è alla corte di Vienna, Sofia muore all'età di 83 anni. Il 12 agosto muore anche Anna Stuart, regina d'Inghilterra: l'elettore Giorgio Ludovico di Hannover diventa l'unico aspirante legittimo al trono. Durante il soggiorno viennese del 1714, Leibniz compone i Principes de la nature et de la grace, fondés en raison, scritti per il principe Eugenio di Savoia, del quale era amico, e un breve compendio della sua filosofia, per Nicolas Rémond, che ebbe in seguito il titolo di Monadologia. I Principes de la nature et de la grace sono pubblicati per la prima volta nel 1718 e la Monadologia nel 1720, in traduzione tedesca. A metà novembre del 1715, per l'intermediazione di Carolina, principessa del Galles, inizia la corrispondenza con Samuel Clarke, nella quale ribadisce le ragioni per cui non crede nell'esistenza di spazio e tempo assoluti e contrasta la concezione newtoniana delle forze a distanza. Il duca di Hannover, divenuto re Giorgio I d'Inghilterra, rifiuta di attribuire a Leibniz il titolo di storiografo della casa reale e gli vieta di viaggiare finché non abbia portato a termine il lavoro storiografico sul casato. Mentre la corte si trasferisce a Londra, Leibniz rimane a Hannover. Ai primi di novembre del 1716 la sua salute, minata già dalla gotta e dagli attacchi di artrite, subisce un peggioramento: verso le dieci di sera del 14 muore. Il funerale ufficiale si svolge il 14 dicembre nella Neustädter Kirche. Sebbene il re si trovasse con il suo seguito a Göhrde, un padiglione di caccia non lontano da Hannover, nessuno dei membri della corte presenziò alla cerimonia.

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