SUGAR, Ladislao

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

SUGAR, Ladislao

Giuseppe Sergi

SUGAR, Ladislao (László Sugár). – Nacque a Budapest l’11 dicembre 1896, secondogenito di Salomon e di Vilma Goldstein (Mina). Ebbe un fratello maggiore, Jenő (Eugenio).

Nel 1924 iniziò a lavorare a Budapest per la casa editrice ungherese Rózsavölgyi affiancando Jenő, che fin dal 1919 ne era comproprietario e curava l’aspetto tipografico e il processo di stampa. Assunse la direzione della nuova sezione grammofonia. Nell’estate del 1931 si trasferì a Milano, dov’era stato inviato da Victor Alberti, altro comproprietario dell’azienda, a fini promozionali e grazie alle qualità professionali e alle conoscenze linguistiche. Lasciò la gestione della propria sezione al fratello e ad Anny Violáné. A Milano divenne direttore e proprietario della S.A. Melodi, casa editrice con sede in Galleria del Corso 4. Nel 1935 sposò Marta Soleri (1913-1995) con la quale ebbe un figlio, Piero (1937).

Con la Melodi, Sugar pubblicò dapprima canzoni e pezzi del compositore ungherese Paul Abraham (Pál Ábrahám) estratti da operette (Viktoria und ihr Husar, Die Blume von Hawaii) e da film (La segretaria privata, Due cuori felici), con testi italiani di Pinchi (Giuseppe Perotti), Zorro (Guglielmo Giannini), Ennio Neri, Luciano Ramo. Operò allo stesso modo con autori stranieri: Robert Stolz, Tibor Bárczi, Emmerich (Imre) Kálmán, Alfréd Márkus, Franz Wachsmann (Waxman), Marc Roland, Walter Jurmann, Werner Richard Heymann. A tale produzione affiancò la pubblicazione di pezzi e canzoni di autori italiani: Eldo Di Lazzaro, Mario Ruccione, Mario Schisa, Ermenegildo Rusconi, Wolmer Beltrami e altri. Stampò brani di Gorni Kramer, fra i quali Crapa pelada (testo di Tata Giacobetti) e Pippo non lo sa (testo di Mario Panzeri e Nino Rastelli, portata al successo dall’incisione di Silvana Fioresi con il Trio Lescano). Maramao perché sei morto, di Panzeri e Mario Consiglio, fu edita dalla Melodi nel 1939. Dalla metà degli anni Quaranta pubblicò composizioni di Carlo Alberto Rossi, fra le quali Conosci mia cugina? (scritta con Perotti) e, di maggior successo, Amore baciami, baciami, baciami (pubblicata nel 1948, testo di Gian Carlo Testoni).

Nel 1934 divenne socio della Edizioni Suvini Zerboni, di cui fu dall’anno dopo direttore e dal 1948, morto il fondatore e amico Paolo Giordani, unico proprietario, in accordo con la volontà di questi. Con la Suvini Zerboni operò nell’ambito della musica d’arte italiana contemporanea, pur curando anche quella di largo consumo: sotto la sua direzione uscirono Porta un bacione a Firenze di Odoardo Spadaro e Per un bacio d’amor di Nino Ravasini, testo di Umberto Bertini (successo internazionale, inciso da Carlo Buti). Diede alle stampe le opere dei maggiori compositori nazionali viventi: Franco Alfano, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero, Alfredo Casella, Giorgio Federico Ghedini, Achille Longo, Luigi Dallapiccola, Goffredo Petrassi, Gianandrea Gavazzeni, Bruno Maderna, Aldo Clementi, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Gaslini e altri. Stipulò contratti di agenzia con Editio Musica (Budapest), Schott (Magonza) e altre ditte di cui divenne sub-editore italiano, portando nel catalogo editoriale compositori ungheresi (Sándor Veress, Mátyás Seiber, Antal Doráti) e d’altre nazionalità.

Già negli anni Trenta conquistò ampia popolarità nel mercato editoriale internazionale. Acquisì i diritti di edizione per l’estero delle canzoni Reginella campagnola e La piccinina, composte da Di Lazzaro su testi rispettivamente di Bruno Cherubini e Panzeri (e incise da Buti): la prima fu conosciuta negli Stati Uniti grazie alla famosa incisione della Glenn Miller Orchestra nel 1940 (affiancata da quelle di Grace Fields, delle Andrews Sisters e di Gene Krupa) con il titolo The woodpecker song; l’altra raggiunse il successo internazionale nel 1939 con il titolo Ferryboat serenade (anche in francese: Toi que mon cœur appelle). Già Chitarra romana (della Melodi), di cui Di Lazzaro aveva composto pure il testo con Cherubini nel 1934 (incisa da Buti l’anno dopo), aveva avuto notorietà fuori dall’Italia.

Nel 1937 acquistò la Mascheroni Edizioni musicali; lo stesso fondatore, Vittorio Mascheroni, ne divenne direttore artistico. Assieme a Giordani, nel 1936, fondò la S.A. Messaggerie musicali aprendo un negozio in Galleria del Corso a Milano; l’azienda nacque come società di distribuzione di edizioni musicali (poi anche di dischi e libri), oltre che casa editrice. Sugar pubblicò e distribuì così dal 1940, con cadenza dapprima mensile poi quindicinale, la rivista Il canzoniere della radio che raccoglieva i testi dei pezzi di maggior successo trasmessi dall’EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). Dal 1947, con le Messaggerie musicali, fu editore della rivista Musica jazz, fondata due anni prima da Testoni. Nel 1949, assieme ai fratelli Alfredo e Carlo Alberto Rossi, fondò le Edizioni musicali Ariston (abbandonate dopo poco tempo). Fino a metà anni Cinquanta stampò racconti per ragazzi in traduzione italiana con la S.A. Editrice Genio (attiva sin dagli anni Trenta). Nel 1957 aprì nel negozio delle Messaggerie musicali una sezione per la casa editrice libraria Sugar (che incorporò la Genio), fondata nello stesso anno dal figlio Piero e da Massimo Pini (il nome della società mutò in SugarCo nel 1972, l’anno in cui Piero la abbandonò consentendo l’entrata in partecipazione della Mondadori).

Sin dalla prima edizione del Festival di Sanremo, nel 1951, esercitò grande influenza nell’ambiente artistico e produttivo del concorso, contribuendo ad aumentarne visibilità e impatto in ambito editoriale e discografico extranazionale. In quell’anno, anche grazie a Ettore Carrera, amministratore delegato della Suvini Zerboni e a lungo collaboratore del gruppo Messaggerie musicali, sei canzoni di proprietà Sugar parteciparono alla prima serata del festival; fra di esse spiccò La luna si veste d’argento di Vittorio Mascheroni e Biri (Ornella Ferrari), cantata da Nilla Pizzi e Achille Togliani, classificatasi seconda.

Nel 1952 acquisì il 50% della Compagnia generale del disco (CGD), etichetta discografica fondata da Teddy Reno (pseudonimo di Ferruccio Merk Ricordi), di cui sin dal 1948 Sugar distribuiva i dischi con le Messaggerie musicali. Negli anni Cinquanta fu nominato commissario tecnico della Sezione musica della SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), posto poi occupato dal figlio. Dalla seconda metà del decennio iniziò ad acquistare i diritti di cataloghi stranieri, di cui fece tradurre e incidere in italiano e poi in originale vari pezzi; aprì così filiali della propria azienda in Europa e altri continenti.

Stimato e apprezzato per la lealtà e l’abilità professionale, si distinse per la riservatezza e l’attenzione nei confronti della volontà e sensibilità di artisti e collaboratori. Nella sua azienda ricoprirono ruoli di fiducia e di rilievo l’avvocato Brociner, Peppino Giannini, che si occupò dei marchi stranieri, Sandro Delors, nominato poi direttore generale della CGD, Johnny Porta, direttore di gestione, e Franco Crepax, direttore artistico (dal 1961) e amministratore delegato (dal 1978).

Alla fine degli anni Cinquanta siglò un accordo con la Chappell Music Co creando in Italia la Edizioni Chappell da lui stesso diretta (concluse accordi analoghi con altri editori, fra i quali Pickwick e Screen Gems).

Nel 1958 consolidò la propria posizione nel mercato discografico diventando unico proprietario della CGD, che assunse il nome di CGD-Sugar (in seguito ne divenne direttore il figlio Piero). Con Reno, nel 1961 fondò la casa discografica Galleria del Corso (GC), acquisita in toto dopo pochi anni. Dal 1958 avviò inoltre la distribuzione all’ingrosso di etichette straniere: MGM Records, United Artist Records, Reprise Warner Bros, Musicor Records, Festival Records, Cameo-Parkway Records e altre. Nel 1964 aprì a Roma due negozi delle Messaggerie musicali, uno di vendita al dettaglio, l’altro all’ingrosso.

Con la CGD gestì rilevanti successi commerciali. Rinnovò il contratto di Johnny Dorelli invitandolo a partecipare al Festival di Sanremo del 1958 per interpretarvi Nel blu dipinto di blu di Franco Migliacci e Domenico Modugno. Pubblicò nel 1959 con le edizioni Melodi Nessuno di Edilio Capotosti e Mascheroni, su testo di Antonietta De Simone, incisa per la CGD da Dorelli con l’orchestra di Gianni Ferrio e il Quartetto 2 + 2 (interpretata per diverse etichette da Wilma De Angelis, Mina e altri artisti). Ulteriori importanti risultati arrivarono con le incisioni di Dorelli (Love in Portofino di Leo Chiosso e Fred Buscaglione nel 1959), Henry Wright (Abat-jour derivata da un pezzo di Stolz, incisa nel 1962 per la GC) e Betty Curtis (Chariot nel 1963, testo di Gaspare Gabriele Abbate e Bruno Pallesi).

Nel 1964 promosse la partecipazione a Sanremo di Gigliola Cinquetti con Non ho l’età di Panzeri, Nisa (Nicola Salerno) e Gene (Giancarlo) Colonnello: la canzone, incisa per CGD, vinse anche all’Eurovision Song Contest dello stesso anno. Nel 1966 pubblicò Nessuno mi può giudicare (testo di Luciano Beretta e Miki Del Prete, musica di Daniele Pace e Panzeri), incisa da Caterina Caselli, artista che Sugar aveva individuata l’anno prima al Piper di Roma (ne divenne suocero nel 1970), e già presentata al festival dello stesso anno.

In questi anni, altri pezzi di sua proprietà ottennero fama internazionale grazie a incisioni straniere: Sott’er celo de Roma di Umberto Bertini e Sandro Taccani (On an evening in Rome, incisa da Dean Martin nel 1959), Tango della gelosia di Peppino Mendes e Mascheroni (Jealous of you, incisa da Connie Francis nel 1960), Quando m’innamoro di Panzeri, Pace e Roberto Livraghi (A man without love, incisa da Engelbert Humperdinck, pseudonimo di Arnold George Dorsey, nel 1968).

Nel 1966 Sugar stipulò un accordo con il Columbia Broadcasting System (CBS), emittente radiotelevisiva statunitense, per l’istituzione della CBS Italiana, ditta che nel 1970 fuse con la CGD dando vita alla CBS-Sugar, dismessa nel 1977 quando la società americana costituì la propria filiale italiana. In questi anni pubblicò i dischi dei maggiori artisti nazionali: tra gli altri Camaleonti, Pooh, Marcella Bella, Loredana Bertè, Umberto Tozzi. Nei primi anni Settanta trasferì gli uffici presso la nuova sede in via Quintiliano 40, vicino all’aeroporto di Linate. Assorbì in questa fase il catalogo della Clan, etichetta fondata da Adriano Celentano. Dal 1972 pubblicò con la Suvini Zerboni la rivista Il Fronimo, fondata e diretta da Ruggero Chiesa e dedicata agli strumenti a corde pizzicate; dal 1975, con il primo volume delle Opere complete di Girolamo Frescobaldi, avviò la pubblicazione dei Monumenti musicali italiani della Società italiana di musicologia. La cartellina, periodico trimestrale di musica e canto corale fondato da Roberto Goitre, fu stampato dalla stessa casa editrice a partire dal 1977. Nel 1978 fuse le due grandi compagnie di sua proprietà costituendo la CGD Messaggerie musicali s.p.a., che alla sua morte fu ereditata dal figlio.

Morì a Milano il 6 maggio 1981.

Fonti e Bibl.: R. Morbelli, Inchiesta sulla canzone. Sono di turno gli editori, in Radiocorriere, 19-25 febbraio 1956, n. 8, pp. 14-16; Right Musicor distrib is Galleria del Corso, in Billboard Music Week, 13 marzo 1961, p. 18; S.: master music builder, in Billboard, 1° ottobre 1966, p. 27; R. Alberti, A Rózsavölgyi és Társa cég története 1908-tól 1949-ig (La storia di Rózsavölgyi és Társa dal 1908 al 1949), in Magyar zenetörténeti tanulmányok. Mosonyi Mihály és Bartók Béla emlékére (Studi di storia della musica ungherese. In memoria di Mihály Mosonyi e Béla Bartók), a cura di F. Bónis, Budapest 1973, pp. 190 s.; D. Caroli, U. S. reaction seen strong to new CGD indie status, in Billboard, 26 novembre 1977, p. 84; S. group presents a spotlight on, ibid., 18 dicembre 1982, pp. I.9-I.12; Suvini Zerboni, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, VII, Le biografie, Torino 1988, pp. 590 s.; M. De Luigi, CGD, in Dizionario della canzone italiana, a cura di G. Castaldo, Milano 1990, pp. 358 s.; A.V. Savona - M.L. Straniero, S. L., in Dizionario della canzone italiana, a cura di G. Castaldo, Milano 1990, p. 1629; G. Turi, Cultura e poteri nell’Italia repubblicana, in Storia dell’editoria nell’Italia contemporanea, a cura di G. Turi, Firenze 1997, p. 412; M. Worden, Sugarmusic turns 70, in Billboard, 18 gennaio 2003, pp. 23 s., 26, 28, 35 s.; M. De Luigi, Storia dell’industria fonografica in Italia, Milano 2008, pp. 15 s., 26, 31, 50, 111 s., 127; M. Gaspari, Penso che un mondo così non ritorni mai più. Vita in canzone, Milano 2009, ad indicem.

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