Kossuth, Lajos

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Uomo politico ungherese (Monok 1802 - Torino 1894). Protagonista della rivoluzione del 1848, ne assunse la guida e fece proclamare dall'Assemblea (1849) l'indipendenza dell'Ungheria e la decadenza degli Asburgo. In esilio  in seguito alla repressione della rivolta, coltivò i rapporti tra i movimenti indipendentisti magiaro, polacco e italiano.

Vita e attività

Fu condannato (1837) a quattro anni per la pubblicazione, vietata dal governo, di resoconti parlamentari; amnistiato nel 1840, fondò l'anno seguente il giornale Pesti Hirlap che ebbe notevole successo ma vita breve. Eletto deputato (1847), quando (1848) scoppiò la rivoluzione si recò, a capo di una delegazione, a Vienna a chiedere ampie riforme; concessa all'Ungheria la costituzione, fu ministro delle Finanze nel gabinetto Batthyány. Le leggi (1848) per l'annessione della Transilvania e della Croazia e per l'introduzione dell'ungherese come lingua ufficiale gli sollevarono contro Croati e Romeni: su questo giocò la politica di Vienna, che, dopo Custoza, dichiarò sciolto il parlamento e nominò luogotenente il bano di Croazia J. Jelačić. Con l'abdicazione dell'imperatore Ferdinando I a favore di Francesco Giuseppe, non riconosciuto dai Magiari, avvenne la rottura completa con Vienna; mentre Budapest veniva occupata da A. Windisch-Graetz e Jelačić, da Debrecen K. fece proclamare dall'Assemblea (1849) l'indipendenza dell'Ungheria e la decadenza degli Asburgo, difendendo il proprio paese con l'aiuto di legioni polacche e di volontarî italiani; ma lo zar Nicola I, nel timore di vedere estesa l'insurrezione alla Polonia, si decise all'intervento armato, che stroncò la rivoluzione. K. si rifugiò in Turchia, dove fu internato. Liberato (1851), si recò a Londra, poi in America, in Francia, in Italia. Capo dell'emigrazione politica magiara, K. cercò con la propaganda e l'attività di agenti (G. Klapka, L. Teleki, ecc.) di collegare la questione magiara a quella dell'indipendenza e unità italiane (oltre che polacche), appoggiandosi alla Francia di Napoleone III, contro l'Austria; così (1859) promosse una legione ungherese che, dall'Italia, doveva dirigersi verso l'Ungheria; continuò ad avere contatti con Garibaldi per progetti di sbarchi sulla costa dalmata; dal suo ambiente uscì un progetto di confederazione danubiano-balcanica (1862) mirante a convogliare contro l'Austria tutti i popoli gravitanti intorno al Danubio. Poi si stabilì a Torino e qui fu attivo nel preparare progetti di sbarchi e relative insurrezioni - dalla Dalmazia, alla Croazia, all'Ungheria - d'accordo con la diplomazia italiana, col croato I. I. Tkalac e, infine, con Bismarck.

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