BORROMEO, Lancillotto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)

BORROMEO, Lancillotto

Susanna Peyronel

Figlio di Giovanni, dei conti di Arona, e di Cleofe Pio da Carpi, nacque il 6 marzo 1473. Politico abile e spregiudicato, riuscì sempre ad evitare di venir travolto dalle contese per il ducato di Milano. Quando Ludovico il Moro tentò l'ultima carta e cercò di assicurarsi il castello di Domodossola inviandovi un suo governatore, il B. diede ai Francesi un valido aiuto trattenendolo a Vogogna, terra dei suoi feudi novaresi. Ad Arona, feudo dei Borromeo, il 10 apr. 1503, veniva inoltre ratificato il trattato di pace tra la Francia, il duca di Milano e i confederati svizzeri. Con la definitiva vittoria di Luigi XII i Borromeo, assieme alle altre casate guelfe dei Trivulzio e dei Pallavicini, presero in mano la situazione a Milano. Il B. divenne consigliere ducale ed entrò a far parte del Senato, istituito da Luigi XII con le stesse funzioni del Gran consiglio e dei parlamenti francesi.

In seguito tuttavia gravi sospetti di connivenza con l'imperatore Massimiliano e con il pontefice offrirono l'occasione per tentare di liquidare i conti Borromeo e mettere le mani sui loro castelli. Lettere false vennero inviate a nome dei conti all'arcivescovo di Sion Matteo Schiner, alleato del papa contro la Francia, con la promessa di aprire i loro castelli e le loro terre all'imperatore. Il vescovo le ritenne autentiche e rispedì l'ambasciatore con le risposte, che caddero, in modo apparentemente casuale, in mano ai Francesi. Grazie a questo stratagemma vennero inviati soldati ad Arona e B. e Ludovico, accusati di tradimento, furono rinchiusi nel castello di Novara. Le prove addotte non furono, però, decisive se, due anni dopo, anche per intervento dell'imperatore, il B. era commissario per lo scavo dei redefossi a Milano insieme con Aloisio Trivulzio. Successivamente il B. si schierò apertamente al fianco del cardinale Matteo Schiner che sosteneva gli Sforza. Caduta Milano, lo Schiner assunse il governo spirituale della diocesi di Novara e al B. venne affidato il governo civile e militare della città: il 14 ott. 1512 ricevette dalle mani del cardinale la nomina a governatore di Novara, Alessandria e dell'Ossola, zona di vitale importanza strategica, ancora minacciata dai Francesi. Già nei primi mesi del 1512 il cardinale Schiner, per attirarsi il favore di alcune vallate ossolane che gli potevano dare aiuto di soldati, aveva concesso alle loro popolazioni l'inconsueto privilegio di poter far uso di latticini durante il periodo quaresimale. La richiesta del privilegio fu avanzata dal B., che mirava a procurarsi alleati in queste terre. Subito dopo la nomina a governatore egli si presentò alle porte del castello di Domodossola per prenderne possesso; tuttavia l'intervento delle truppe francesi lo costrinse a fuggire nelle sue terre, mentre Domodossola e le vallate vicine venivano occupate dalle truppe del cantone di Uri. Nonostante le assicurazioni rilasciate dallo Schiner, l'Ossola superiore restava quindi nelle mani degli Svizzeri e si rifiutava di tornare al ducato di Milano. Sdegnato per questo rifiuto, il B., che fino a quel momento aveva goduto come tutta la sua famiglia di influenza e potere su queste vallate, diede inizio a una serie di dure rappresaglie. Il castello di Novara restò invece un caposaldo di grande importanza per gli sforzeschi, tanto che il B. pagò di tasca propria i cento fanti arruolati per la difesa.

Un anno dopo, il 12 luglio 1513, il B. morì ad Alessandria; venne trasportato a Milano e seppellito nella chiesa delle Grazie. Aveva sposato Lucia di Agostino Adorno dalla quale ebbe due figlie: Giustina e Isabella.

Fonti eBibl.: Archivio di Stato di Milano, Arch. Ducale Sforz.,Carteggi,Novara, B. 1377, 14 febbraio, 6, 13 apr. 1513; P. Canetta, Albero genealogico storico-biografico della nobile famiglia Borromeo, copia del ms. originale, proprietà della famiglia Borromeo, pp. 41 ss.; G. Sitoni di Scozia, Theatrum equestris nobilitatis secundae Romae, Milano 1706, p. 13*; F. Calvi, Famiglie notabili milanesi, Milano 1881, II, tav. VII; L. G. Pélissier, Documents pour l'histoire de la domination française dans le Milanais (1499-1513), Toulouse 1891, pp. 158-62; Die Eidgenössischen Abschiede..., a cura di Anton Philipp. Segesset, IV, Lucern 1869, pp. 214 ss.; Korrespondenzen und Akten zur Geschichte des Kardinal Matthäus Schiner, I, Basel 1920, p. 128; A. Büchi, Kardinal Matthäus Schiner als Staatsmann und Kirchenfürst, Zürich 1923, I, pp. 112 ss.; II, pp. 274 ss., 302 ss.

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