LANZICHENECCHI o LANZI

Enciclopedia Italiana (1933)

LANZICHENECCHI o LANZI (fr. lansquenet; sp. lansquenete; ted. Landsknecht; ingl. lansquenet)

Mariano Borgatti

Nome dato alle fanterie mercenarie tedesche costituitesi nel sec. XV in antagonismo con le famose fanterie svizzere, anch'esse organizzate secondo l'"ordinanza", e di grande importanza per lo sviluppo posteriore della fanteria moderna. Il nome primitivo di questi armati era Landsknecht, che letteralmente significava "servo del paese" o "miles provincialis", e veniva dato al servitore del cavaliere (Reiter) del quale governava il cavallo e che seguiva a piedi.

Ma la loro organizzazione in un corpo di fanteria, che si rivelò ben presto non inferiore alla svizzera, si deve specialmente a Massimiliano I che, nelle lotte scatenatesi per il predominio in Europa alla fine del secolo XV, sentì la necessità di contrapporre alle truppe mercenarie svizzere (che costituivano il nerbo degli eserciti francesi) fanterie altrettanto buone, delle quali gli Asburgo potessero riservarsi quasi interamente l'assoldamento.

Furono perciò fino dalle origini nemicissimi degli Svizzeri, e, scrive il Ricotti (Storia delle compagnie di ventura), non era raro di vedere nelle battaglie gli Svizzeri e i Tedeschi cercarsi "come a proprio conflitto e con accanimento investirsi, e in pari contrasto cozzare colle lunghe aste, anelando, anziché alla propria vittoria, alla morte dell'avversario". Loro armi di difesa erano: corsaletto sul petto e morione sul capo; quelle da offesa erano: arma da asta, o colubrina, o spada; di più una daga con lama larga, corta, a due fili e punta rotonda, detta lanzichenecca. Essi si dividevano, appunto, in bande di alabardieri, di picchieri, di colubrinieri e di giocatori di spada. Era questa una lunga e grande spada, a due mani, con larga lama robusta, talvolta a biscia, che nelle marce i lanzichenecchi portavano sulla spalla come uno schioppo e nella battaglia appoggiavano con l'impugnatura sulla cintola, tenendo l'impugnatura stessa con la mano sinistra mentre con la destra, coperta di cuoio, afferravano la lama vicinissimo all'elsa. In questo modo menavano fendenti e puntate, e si aprivano varchi in mezzo alla cavalleria, oppure difendevano le brecce dalle colonne degli assalitori.

Sarebbe arduo compito se si volessero descrivere le divise che ebbero i lanzichenecchi nel Cinque e Seicento, perché esse furono diversissime fra corpo e corpo, fra reparto e reparto, e diverse anche per i tempi e per i lanzichenecchi arruolati dall'uno o dall'altro stato.

I nobili costituivano i quadri degli ufficiali dei lanzichenecchi. Il reclutamento avveniva quando l'imperatore aveva concesso a un nobile di sperimentata perizia militare la patente di colonnello con la facoltà di formare un reggimento. Il colonnello nominava il luogotenente colonnello e un capitano per ogni compagnia. Per bando avveniva l'assoldamento dei lanzichenecchi, che dovevano provvedersi a proprie spese le armi, giurare obbedienza al regolamento del corpo e una volta assoldati erano assegnati alle diverse compagnie. Un reggimento era costituito da 10 a 16 compagnie, che potevano avere un effettivo fino a 400 uomini. Il colonnello costituiva il corpo degli ufficiali superiori e lo Stato Maggiore, il capitano nominava il luogotenente e il maresciallo d'alloggio, i soldati nominavano il sergente, il furiere e il caporale.

Accompagnavano ogni reggimento un prevosto per gli affari di polizia, un giurista, il cappellano e un funzionario adibito alla sorveglianza delle famiglie dei soldati che seguivano il reggimento. L'amministrazione della giustizia per i reati più gravi era affidata a una giuria di 41 soldati e i soldati stessi eseguivano la eventuale sentenza di morte.

I lanzichenecchi si distinsero in modo speciale alla battaglia di Ravenna (1512) e in quella di Pavia (1525). Assoldati dal Frundsberg nel 1526, condotti poi, morto il Frundsberg, dal Borbone, furono i tristi eroi del barbarico sacco di Roma (1527). Enrico II aveva ancora lanzichenecchi al suo servizio nel 1552 (9000, divisi in 4 reggimenti). Sparirono alla fine del secolo XVII.

In Italia ebbero nome di lanzi i soldati che furono a guardia dei duchi di Toscana. Il Minucci scrive "così si chiamano soldati a piedi, guardie del Serenissimo Gran Duca (Cosimo I) i quali sono tutti alabardieri tedeschi". Da loro prese il nome la loggia architettata dall'Orcagna (Loggia dei Lanzi) destinata, quando fu costruita, alle adunanze dei priori.

I lanzi o lanzichenecchi furono ancora assoldati dal papa Paolo III nel 1540 in luogo degli Svizzeri, e nell'Archivio vaticano (Diversorum, 121, c. 41) è un quaderno di patti speciali per questi arruolamenti. Però durarono poco e nel 1548 la compagnia di lanzichenecchi fu sciolta e sostituita di nuovo con gli Svizzeri.

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