Lao She

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Pseudonimo dello scrittore cinese Shu Qingchun (Pechino 1899 - ivi 1966). La sua opera, anche se memore delle grandi tradizioni della novellistica e del teatro classico, ha contribuito notevolmente alla formazione di una lingua letteraria legata alle risorse del parlato. In Chaguan ("La casa del tè", 1958), il suo capolavoro, tradotto e rappresentato in molti paesi, un gruppo di personaggi di vario carattere ed estrazione sociale è presentato nella tipica atmosfera pechinese di una casa da tè e le diverse storie personali, tratteggiate con grande finezza, formano un quadro illuminante dei mutamenti in atto nella società cinese nella prima metà del 20° secolo.

Vita

Di famiglia mancese, dopo essersi diplomato alla Scuola normale superiore, si avviò alla carriera dell'insegnamento. Tra il 1924 e il 1929 soggiornò a Londra, dove tenne corsi sulla narrativa cinese classica e approfondì lo studio della letteratura inglese. Insegnò poi nelle università di Jinan (dal 1930) e di Qingdao (1935), e dal 1936 si dedicò unicamente alla scrittura, diventando nel 1937, all'inizio della guerra sino-giapponese, presidente della Federazione degli scrittori e artisti della resistenza. Recatosi negli Stati Uniti nel 1946, tornò in Cina nel 1949, stabilendosi poi a Pechino dove ebbe incarichi nelle organizzazioni letterarie e fu deputato per la minoranza mancese in Parlamento. Morì in tragiche, non ancora chiarite, circostanze nel corso della Rivoluzione culturale.

Opere

Al 1922-23 risalgono i suoi primi racconti e al periodo londinese la composizione dei primi romanzi, in cui si rivelano la progressiva acquisizione di una lingua nutrita della vivace espressività del pechinese parlato e la capacità di rendere, con pungente umorismo, tipi e situazioni della vita borghese. Tali caratteristiche si precisano nei successivi Mao cheng ji (1933; trad. it. Città di gatti, 1986), Lihun ("Divorzio", 1933), Niu Tianci chuan ("La storia di Niu Tianci", 1936) e soprattutto Luotuo Yangzi ("Yangzi il cammello", 1939; trad. it. Risciò, 1948), il suo romanzo più noto e popolare: storia di un tiratore di risciò testardamente proteso al raggiungimento di una dignitosa esistenza, ancorché costretto a subire i rovesci della sorte. Al periodo della guerra risalgono numerosi racconti e la stesura del romanzo a sfondo familiare Si shi tong tang ("Quattro generazioni nella stessa casa", in tre parti, 1946, 1948 e 1950-51), nonché le prime scritture teatrali, cui si dedicherà prevalentemente nel dopoguerra. Tra i drammi vanno ricordati Longxu gou ("Il fosso della barba del drago", 1953), Shen quan ("Il pugno magico", pubbl. con il titolo Yihetuan "I Boxers", 1963) e specialmente il già citato Chaguan.

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