LATINO

Enciclopedia Italiana (1933)

LATINO (Λατῖνος, Latinus)

Giulio Giannelli

Eroe eponimo del popolo latino. Compare per la prima volta in Esiodo (Theog., 1011 segg.), dove è fatto figlio di Ulisse e di Circe e signore di una regione dell'estremo Occidente. Nella elaborazione successiva della saga di L., gli storici greci, specialmente Callia e Timeo, fanno di Latino, figlio di Telemaco e di Circe, un re dei Borigoni, abitatori del Lazio; da L. il regno passa alla discendenza di Enea, per il matrimonio di questo con una sua figlia o, secondo una variante della saga, per il matrimonio di L. con Rome, figlia di Enea: dalle nozze nascono Remo e Romolo. Contemporaneamente forse la leggenda penetrò nella poesia romana (Nevio ed Ennio) e nella più antica annalistica. Nella versione degli annalisti e degli antiquarî (quale risulta, per esempio, da Catone), L., re degli Aborigeni del Lazio, accoglie Enea al suo sbarco e gli dà in sposa la figlia Lavinia: sopraggiunta però discordia fra i due popoli, Latino, alleatosi con Tunno, re dei Rutuli, muove guerra ad Enea e muore in battaglia. Enea fonde allora il popolo troiano con quello degli Aborigeni, formando il nuovo popolo dei Latini, su cui prende a regnare: dopo lungo ordine di generazioni, dalla stirpe di Enea nascerà il fondatore di Roma. Ben diversa e più simpatica elaborazione trovò la leggenda nella poesia: quivi (in Virgilio), Enea trova nella nuova patria non un popolo fantastico, ma gli autoctoni Latini; il loro re, L., non è figlio né discendente di Ulisse, ma progenie del latino Fauno e della ninfa indigete Marica; causa prima e vera dell'insorgere della guerra fra Latini e Troiani è l'infesta Giunone e l'amore di Turno per Lavinia. Si trovavano così giustificati, agli occhi dei Romani, da una parte il contegno incerto e ondeggiante di L., dall'altra la rottura del patto da parte dei Troiani.

Bibl.: F. Cauer, Die Aeneassage von Naevius bis auf Vergilius, in Jahrbuch für Philologie, suppl. XV (1882), n. 32, p. 121; L. Preller-H. Jordan, Röm. Mythol., Berlino 1883, II, 328; R. Heinze, Vergil's epische Technik, 2ª ed., Lipsia 1908, pp. 172 segg., 277; E. Aust, in Roscher, Lexikon d. griech. und röm. Mythologie, II, col. 1904; W. Schur, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, col. 928 segg.