LATTICE o Latice

Enciclopedia Italiana (1933)

LATTICE o Latice (dal lat. latex)

Giuseppe Gola

È il contenuto dei canali latticiferi, che sono un tipo particolare di cellule secretrici alquanto diffuse nei vegetali superiori. Ha tale nome, perché nel maggior numero di casi si presenta di aspetto più o meno simile al latte, ma talora è quasi incoloro o colorato in giallo o rosso intenso. Esempî notissimi di lattici bianchi si hanno nel liquido che geme dalle ferite praticate su parti giovani del fico e della lattuga: giallo è il lattice della celidonia. La sua composizione chimica è estremamente complessa e varia da specie a specie, e anche nella stessa specie a seconda delle condizioni dell'individuo vegetale. I lattici rappresentano il prodotto di una quantità di funzioni diverse del ricambio vegetale. Anzitutto in essi è contenuta una quantità di acqua, per lo piü assai superiore alla metà, che impartisce la fluidità al lattice, che può così uscire con una certa facilità dalla ferita, favorito in ciò dalla pressione dei tessuti circostanti. Ma, assai di rado, l'acqua può anche mancare, come in certe secrezioni indubbiamente di carattere latticifero che si osservano nei rami dell'evonimo o fusaggine. Nell'acqua sono mescolate sostanze diverse: quelle che impartiscono l'aspetto caratteristico di liquido lattiginoso sono grassi o delle sostanze che hanno comuni con i grassi l'insolubilità nell'acqua e la solubilità nei solventi organici (etere, benzina, cloroformio, ecc.). Il lattice dell'albero del latte (Galactodendron utile) contiene specialmente dei grassi di natura cerosa; nel maggior numero dei lattici però prevalgono le sostanze del secondo gruppo, quali le resine, le sterine, oppure i costituenti del caucciù e della guttaperca. Comunque, tutti questi corpi si trovano nel liquido emulsionati in goccioline tenuissime, in modo analogo a quanto si verifica per il grasso contenuto nel latte. Inoltre essi contengono soluzioni di sostanze organiche diverse; tra queste sono notevoli gli alcaloidi, come quelli contenuti nel lattice del papavero da oppio (v.). Le sostanze albuminoidi (proteiche) sono sempre presenti, seppure, talora, in misura minima. Frequenti sono specialmente gli enzimi o fermenti: il lattice del papavero da oppio imbrunisce rapidamente appena esposto all'aria perché contiene un fermento ossidante che agisce sopra altri costituenti, che assumono colorazione scura; un fenomeno analogo si verifica in quello del Rhus vernicifera del Giappone che, per l'azione di ossidasi, detta laccasi, imbrunisce il laccol contenuto nel lattice fino a colorazione nera, gli oggetti laccati giapponesi sono appunto spalmati di tale vernice naturale che è bianca appena uscita dai latticiferi, e poi anneriti all'aria. La Carica papaja contiene nel lattice enzimi capaci di digerire le sostanze proteiche utilizzati anche in medicina. Analoghi fermenti contengono il lattice di fico e quelli delle euforbie. Si trovano inoltre soluzioni di sali minerali o di sali organici di elementi diversi, specialmente di magnesio. Ma il contenuto più diffuso e caratteristico è dato dagl'idrocarburi, come resine (per es., resina di euforbio) e, soprattutto, caucciù e guttaperca, il primo estremamente frequente, quantunque spesso in quantità minima. Il caucciù si estrae appunto dai lattici di parecchie piante, ma specialmente dall'Hevea brasiliensis (vedi gomma elastica). La guttaperca invece è contenuta nel lattice di alcune Sapotacee (Palaquium).

Nei riguardi fisiologici la funzione dei lattici non è molto chiarita; in alcuni casi il loro contenuto viene utilizzato per successivi bisogni della pianta (per es. gli alcaloidi del papavero per la nutrizione azotata dei semi); ma in generale questa utilizzazione è assai scarsa e alcuni componenti, come le resine e il caucciù, vi rimangono invariati, diminuendo col diminuire delle condizioni di floridezza dell'individuo. Una pianta spossata da ripetute estrazioni di lattice ha un contenuto più acquoso; così quelle cresciute in climi freddi rispetto a quelle di climi più caldi e secchi. Le connessioni dei latticiferi con i tessuti assimilatori delle foglie dimostrano come alcuni componenti del lattice abbiano una diretta origine dall'attività delle cellule assimilatrici. Le applicazioni dei lattici sono importanti; tra le medicinali sono da ricordare l'oppio dal papavero, il lattucario dalla Lactuca virosa, la papaina dalla papaja; tra le industriali, la preparazione delle lacche giapponesi e quella del caucciù e della guttaperca.