Le regioni autonome del Tibet e Xinjiang

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

La regione del Tibet è situata nella Cina sud-occidentale. Occupata dalle forze cinesi a partire dal 1950 è da allora teatro di proteste da parte dei tibetani, che rivendicano una maggiore autonomia, e di repressione da parte del governo cinese, che limita le libertà della popolazione tibetana buddista e promuove l’insediamento di cinesi di etnia han nella regione. Il governo del Tibet, in esilio in India, è retto dal Dalai Lama. Secondo Pechino, che considera quella tibetana una questione di sovranità interna, i paesi che vogliono sviluppare relazioni con la Cina non dovrebbero offrire visibilità al capo spirituale tibetano. Per la Cina il Tibet è una fonte di risorse minerarie quali petrolio, rame, ferro e zinco, ma, soprattutto, concedere maggiore autonomia in Tibet significherebbe innescare le rivendicazioni di altre regioni del paese, come la provincia dello Xinjiang.

Situata anch’essa nella Cina occidentale, la regione autonoma dello Xinjiang è parte della Cina dal 18° secolo; gli Uiguri, di origine turca e musulmani, rappresentano qui il 45% della popolazione (gli Han sono il 40%) e rivendicano maggiore autonomia, mentre il governo centrale ha adottato politiche volte a limitarne i diritti. Lo Xinjiang è importante per la produzione di idrocarburi e perché, collocandosi al confine con il Kazakistan, rappresenta una porta verso le risorse del Caspio e dovrebbe diventare zona di transito per il trasporto di gas verso la Cina orientale.

CATEGORIE