RAFANELLI, Leda Bruna

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RAFANELLI, Leda Bruna

Rosanna De Longis

RAFANELLI, Leda Bruna. – Nacque a Pistoia il 4 luglio 1880 da Augusto ed Elettra Gaetani; nel 1883 nacque suo fratello, Metello Brunone.

Dopo le scuole elementari non proseguì studi regolari e a quattordici anni trovò impiego come apprendista in una tipografia pistoiese, un’esperienza che la legò indissolubilmente al mondo della carta stampata. Attribuì a quella precoce esperienza i primi contatti, attraverso un compagno di lavoro, con le idee socialiste e anarchiche. Nel 1897 pubblicò con il fratello, presso il tipografo Flori di Pistoia, un libretto di poesie, intitolato Pensieri. Intorno ai vent’anni, a seguito di non precisate vicissitudini familiari, visse per alcuni mesi ad Alessandria d’Egitto. Più tardi dichiarò che quel soggiorno aveva accentuato in lei l’attrazione per l’Oriente, provata fin da bambina, che l’avrebbe condotta, oltre che a studiare la lingua e la cultura arabe, ad abbracciare la religione islamica: tale fede, criticata da molti sodali e tollerata solo dagli amici più stretti, fu da lei professata per tutta la vita al pari degli ideali anarchici.

Stabilitasi a Firenze, frequentò la locale Camera del lavoro, dove incontrò il libraio anarchico Luigi Polli, già conosciuto in Egitto. Nella città i due si sposarono il 24 maggio 1902 e fondarono la casa editrice Rafanelli Polli, che pubblicò alcune decine di opuscoli antimilitaristi, anticlericali, femministi e di critica ai metodi scolastici e pedagogici correnti di cui fu autrice la stessa Rafanelli, e, inoltre, alcuni scritti di Carlo Cafiero e di Francesco Saverio Merlino. I coniugi diedero anche alle stampe, tra il 1906 e il 1910, il giornale di propaganda anarchica La blouse. L’attività di pubblicista di Leda Rafanelli proseguì instancabile anche presso altri editori: Nerbini pubblicò, nel 1905, il suo primo romanzo, Sogno d’amore. Il ‘cenno biografico’ redatto nell’agosto del 1908 dalla prefettura di Firenze attribuisce a Leda Rafanelli parte attiva nella fondazione, nel 1904, di un Comitato pro vittime politiche a favore dei condannati nelle rivolte del 1894 a Massa e del 1898 a Figline Valdarno e a Minervino Murge, e del Circolo anticlericale di Porta a Prato. Nel 1907 Rafanelli venne denunciata per «eccitamento all’odio di classe» per aver distribuito, il 1° maggio, a Fusignano (Ravenna), scritti di propaganda rivoluzionaria e antimilitarista: dall’accusa venne poi prosciolta in fase istruttoria.

Allentatisi i legami affettivi con Polli, con il quale tuttavia mantenne un rapporto d’amicizia fino alla morte di lui, nel 1922, Rafanelli iniziò in quel periodo una relazione con Giuseppe Monanni, un tipografo aretino che stampò, tra il luglio del 1907 e il marzo del 1908, Vir: novissima rivista di alte questioni sociali, vicina a posizioni anarco-futuriste e ulteriore riprova delle istanze diverse e contraddittorie che attraversarono il movimento anarchico in quegli anni, comprese quelle influenzate dal pensiero individualista di Max Stirner e Friedrich Wilhelm Nietzsche.

Nel 1908 Rafanelli e Monanni si trasferirono a Milano, chiamati a portare la loro esperienza nella redazione dei giornali editi da Ettore Molinari e Nella Giacomelli, Il grido della folla e La protesta umana, ai quali già collaboravano, e intrapresero ulteriori iniziative editoriali, pubblicando i periodici La sciarpa nera e La questione sociale, entrambi di orientamento anarchico-individualista, e, successivamente, La Rivolta e La Libertà; fondarono, inoltre, la Società editoriale milanese, per la quale uscirono, di Rafanelli, Bozzetti sociali, Seme nuovo, La castità clericale. L’impegno internazionalista di Rafanelli si manifestò con L’ultimo martire del libero pensiero, dedicato a Francisco Ferrer, il pedagogista spagnolo condannato a morte e giustiziato nell’ottobre del 1909 per la rivolta antimilitarista barcellonese del luglio di quell’anno nota come Settimana tragica, e Verso la Siberia: scene dalla rivoluzione russa, scritto sull’onda delle proteste per la visita in Italia dello zar Nicola II nell’ottobre del 1909: per quest’ultima pubblicazione Rafanelli assunse lo pseudonimo di Bazaroff, ispirato al protagonista di Padri e figli di Ivan S. Turgenev. Nel 1913, la casa editrice pubblicò l’opuscolo Marinai italiani a Tripoli di Metello Rafanelli.

L’impresa si trasformò in breve in Libreria editrice sociale, il cui marchio venne disegnato da Carlo Carrà, all’epoca simpatizzante per le teorie libertarie e anarchiche, che fu illustratore anche di alcune riviste anarchiche, tra le quali La barricata di Parma (altro foglio che vide la collaborazione di Rafanelli): sul primo numero di questo, nel 1912, Renzo Provinciali pubblicò il manifesto Anarchia e futurismo. In quegli anni, che videro futuristi e anarchici intrecciare fitti e contraddittori rapporti, Rafanelli intrattenne con Carrà una breve relazione sentimentale.

La Libreria editrice sociale, che pubblicò testi di Pietro Gori, Charles Albert, Elisée Reclus, Pëtr Kropotkin, Charles Darwin, interruppe l’attività prima della guerra, proseguendo, a partire dal 1920, come Casa editrice sociale e, dal 1927 al 1933, come Monanni, presso la quale uscì negli anni 1926-1927 l’opera completa di Nietzsche in italiano. Nel 1910 era nato il figlio di Rafanelli e Monanni, Elio Marsilio, detto Aini (occhi miei, in arabo), che morirà nel 1944, lasciando quattro figli.

Il 18 marzo 1913 Rafanelli assistette alla commemorazione della Comune tenuta da Benito Mussolini, allora direttore dell’Avanti!, e ne riferì in un articolo, intitolato Un socialista, nel n. 4 del giornale La libertà, con parole elogiative per le idee espresse e per l’efficacia oratoria. Da quel momento i due intrattennero per oltre un anno un rapporto fatto di scambi epistolari e di visite frequenti da parte di Mussolini, attratto dall’intelligenza di lei non meno che dall’atmosfera esotica della sua casa. I rapporti fra i due si interruppero definitivamente nell’autunno del 1914 quando furono chiare le posizioni interventiste di Mussolini. Rafanelli, nel volume del 1946 Una donna e Mussolini, nel quale pubblicò l’articolo del 1913 e le lettere inviatele da Mussolini, e nella corrispondenza intrattenuta con gli amici successivamente, ammise il proprio errore di valutazione della persona e il proprio coinvolgimento in quel rapporto, ma negò ogni implicazione sentimentale con Mussolini.

Dopo la guerra Rafanelli pubblicò nuove edizioni dei Bozzetti sociali, il volume di novelle Donne e femmine (Milano 1922), e i romanzi Incantamento (Milano 1921), sotto lo pseudonimo di Sahra, e L’oasi: romanzo arabo: quest’ultimo, di aspra critica al colonialismo, venne pubblicato nel 1929 sotto lo pseudonimo di Étienne Gamalier, mentre era in pieno svolgimento in Libia la repressione della resistenza alla conquista italiana.

Negli anni Trenta finì la relazione con Monanni e cessò ogni forma di militanza di Rafanelli, come segnalano anche le fonti di polizia, che fin dai primi anni del secolo l’aveva sottoposta a una costante sorveglianza. In quel periodo Rafanelli prese a esercitare il mestiere di chiromante, di cui raccontò, non senza autoironia, alcuni episodi negli scritti autobiografici editi nel 2010. Si guadagnò da vivere anche insegnando l’arabo e collaborando a lavori tipografici. Scrisse per il periodico anarchico Umanità nova fino a poco prima della morte.

Morì a Genova, dove si era stabilita negli anni Quaranta, il 13 settembre 1971.

Fonti e Bibl.: Le fonti principali (manoscritti e documenti di Leda Rafanelli e dei suoi familiari, documentazione fotografica) sono nei fondi Rafanelli Monanni presenti nell’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa conservato nella Biblioteca Antonio Panizzi di Reggio Emilia; per le notizie relative all’attività politica di Rafanelli negli anni 1907-45 si veda: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, fascicoli personali, b. 4193. Per la ricchissima bibliografia di Rafanelli si rinvia, oltre che ai testi citati sopra, alla Bibliografia, a cura di A. Pierotti, in Leda Rafanelli tra letteratura e anarchia, a cura di F. Chessa, Reggio Emilia 2008, pp. 183-208; successivamente al 2008 sono stati pubblicati, a cura di M.M. Cappellini, Memorie d’una chiromante: romanzo inedito, Cuneo 2010, e I due doni e altre novelle orientali, Cuneo 2014.

P.C. Masini, Introduzione, in Una donna e Mussolini, Milano 1975, pp. 7-22; Id., Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano 1981; C. Cusin et al., Anarchica e romanziera: L. R., in DWF, 1986, n. 3, pp. 45-55; M. Granata, Lettere d’amore e di amicizia: la corrispondenza di L. R., Carlo Molaschi, Maria Rossi, Pisa 2002; A. Ciampi, L. R.-Carlo Carrà: un romanzo. Arte e politica in un incontro ormai celebre, Venezia 2005; L. R. tra letteratura e anarchia, a cura di F. Chessa, Reggio Emilia 2008; V. Beretta, Giuseppe Monanni, un editore anarchico del Novecento, in Storia in Lombardia, 2008, n. 2, pp. 71-107; M. Antonioli, Guerra, amore e amicizia: tre anarchiche di fronte alla prima guerra mondiale, in Politica e amicizia. Relazioni, conflitti e differenze di genere (1860-1915), a cura di E. Scaramuzza, Milano 2010, pp. 151-166; L. Iotti, Futuristi e anarchici: dalla fondazione del futurismo all’ingresso italiano nella prima guerra mondiale (1909-1915), in Carte italiane, 2010, pp. 69-95; F. Giulietti, Storia degli anarchici italiani in età giolittiana. Milano 2012, ad indicem.

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