Lento

Enciclopedia Dantesca (1970)

lento

Antonio Lanci

Ricorre con discreta frequenza nella Commedia e due volte nel Fiore, sia come predicativo che come attributivo.

È usato per lo più nel senso proprio di " poco veloce ", " che si muove adagio ", detto di persona (Pg III 60 una gente / d'anime... movieno i piè ver' noi, / e non pareva, sì venïan lente; in contesto metaforico, Pd XIII 113 questo ti sia sempre piombo a' piedi, / per farti mover lento com'uom lasso / e al sì e al no che tu non vedi) o di cosa: Pd XVII 27 saetta previsa vien più lenta, e quindi " meno dolorosa " (la causa per l'effetto); Pg X 105 Li occhi miei... / volgendosi ver' lui non furon lenti; Pd VIII 24, unito a impediti, e XXIV 18, contrapposto a veloci. Due volte è riferito a un infinito sostantivato (il cader lento delle falde di fuoco [If XIV 28] e Pg XXIV 1, con doppio riferimento: Né 'l dir l'andar, né l'andar lui più lento / facea); altre a ‛ passo ': If VI 101 Sì trapassammo... / a passi lenti; XXIII 59, XXV 78, Pg XXVIII 22 (cfr. il v. 5) e, unito a scarsi, XX 16. Anche in contesto figurato: Pg XXXIII 103 più corusco e con più lenti passi / teneva il sole il cerchio di merigge.

Raddoppiato, a evidenziare maggiormente la lentezza del movimento: If XVII 115 Ella [la fiera Gerione] sen va notando lenta lenta, cioè discendendo a volo " molto lentamente "; ma in Pg XXVIII 5 lasciai la riva, / prendendo la campagna lento lento, la ripetizione dell'aggettivo, nota il Momigliano, " basta a dire l'animo di Dante, quel suo vagare astratto, senza pensieri ". " È la prima volta che Dante può abbandonarsi alla contemplazione dei luoghi senza l'assillo del far presto; e gode di questa libertà " (Porena). Cfr. però Benvenuto: " hoc dicit quia cum quodam timore et reverentia intrabat locum sacrum ignotum; vel lente incedebat ut plus delectaretur; vel in hoc innuit difficultatem novae et altae materiae quam intrabat ". Anche per il Landino D. intende " dimostrare che chi vuol prendere alcuna doctrina debbe procedere con lento passo ".

Frequente anche nel senso di " esitante ", " restio ", " pigro ", per lo più alla reggenza di una proposizione introdotta da ‛ a ': Pg II 120 Che è ciò, spiriti lenti? / qual negligenza, quale stare è questo?; If XXV 46 Se tu se'... a creder lento / ciò ch'io dirò...; XXXIII 81; Pg XV 137 frugar convieni i pigri, lenti / ad usar lor vigilia. Cfr. anche Fiore CXLI 13 Quella di domandar non fu già lenta, e CCIII 10.

Infine, nel senso di " fiacco, tiepido " (Scartazzini-Vandelli), in Pg XVII 130 Se lento amore a lui [il vero bene] veder vi tira / o a lui acquistar, questa cornice / ... ve ne martira: " se lentamente alcuno a questo bene conoscere e acquistare, non con fervore, ma con tiepidezza procede... " (Daniello). Cfr. XVIII 107-108 indugio / ... per tepidezza in ben far messo.

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