BENVENUTI, Leo

Enciclopedia del Cinema (2003)

Benvenuti, Leo (propr. Leonardo)

Federica Villa

Sceneggiatore, nato a Firenze l'8 settembre 1923 e morto a Roma il 2 novembre 2000. Lavorando prevalentemente con Piero De Bernardi, con il quale formò uno dei sodalizi artistici più interessanti e duraturi del cinema italiano, B. concepì la scrittura cinematografica come lavoro collettivo e ricerca espressiva basata su un perfetto equilibrio fra comicità e impegno. Durante la sua lunga carriera, caratterizzata da un approccio artigianale al mestiere, raggiunse il successo con film che fanno parte della storia della commedia all'italiana, e vinse, come autore della migliore sceneggiatura, due David di Donatello: rispettivamente, nel 1986 per Speriamo che sia femmina (premio condiviso con Tullio Pinelli, Suso Cecchi d'Amico e De Bernardi) diretto da Mario Monicelli, e nel 1988, con De Bernardi e Carlo Verdone, per Io e mia sorella (1987) di Verdone.

Interrotti precocemente gli studi classici, si dedicò attivamente al cinema ed esordì come sceneggiatore alla fine degli anni Quaranta (scrivendo sempre in collaborazione) fra gli altri per Carlo Ludovico Bragaglia (A fil di spada, 1952) e Carmine Gallone (Casa Ricordi, 1954). La prima sceneggiatura realizzata con De Bernardi, con il quale iniziò a lavorare in maniera assidua e in totale sintonia, fu Le ragazze di San Frediano (1954), adattamento del romanzo omonimo di V. Pratolini diretto da Valerio Zurlini, in cui affiorarono subito la sottile intelligenza e la sensibilità della scrittura. Sempre negli anni Cinquanta, assecondando le tendenze del cinema popolare, firmò le sceneggiature di Guendalina (1957) di Alberto Lattuada e di L'uomo di paglia (1958) di Pietro Germi, in cui seppe misurarsi con i toni melodrammatici e creare personaggi finemente delineati. Pur continuando il sodalizio con De Bernardi, negli anni Cinquanta B. scrisse numerosi film insieme ad altri sceneggiatori: con Age e Furio Scarpelli Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955) di Gallone (terzo film della serie basata sui romanzi di G. Guareschi e continuata poi da B. con De Bernardi) e Padri e figli (1957) di Monicelli; con Tonino Guerra La donna è una cosa meravigliosa (1964) di Mauro Bolognini. Gli anni Sessanta, durante i quali B. e De Bernardi scrissero anche per registi francesi quali René Clément e Jean Delannoy, rappresentarono il momento di maggior successo della coppia che ottenne risultati di rilievo anche collaborando con altri importanti sceneggiatori: da La ragazza con la valigia (1961) di Zurlini, a Matrimonio all'italiana (1964) di Vittorio De Sica, a Io, io, io… e gli altri (1966) di Alessandro Blasetti, da Incompreso (1966) di Luigi Comencini, a Serafino (1968) di Germi, a Questi fantasmi (1967) di Renato Castellani. La loro affermazione proseguì nel decennio successivo, grazie a sceneggiature sempre più indirizzate su un registro comico: Per grazia ricevuta (1971) di Nino Manfredi, e Lo chiameremo Andrea (1972) di De Sica (mentre in quello stesso anno B. scrisse da solo per Germi Alfredo, Alfredo), Finché c'è guerra c'è speranza (1974) di Alberto Sordi, fino all'elaborazione dell'intera saga di Fantozzi, avviata dal primo film Fantozzi (1975) diretto da Luciano Salce in cui Paolo Villaggio (anche autore del romanzo) interpreta l'inetto ragioniere. Con Pinelli la coppia fiorentina scrisse, quindi, la sua migliore commedia, Amici miei, su soggetto di Germi che, ormai molto malato, non riuscì però a realizzare il film, diretto poi nel 1975 da Monicelli. In questa opera i personaggi ‒ rappresentativi di una generazione in crisi che trova nella solidarietà maschile e nel desiderio di non assumersi responsabilità la propria dimensione ideale ‒ diventano maschere animate da un sentimento bonario e al contempo crudele. I due sceneggiatori scrissero anche i successivi Amici miei atto II (1982) ancora di Monicelli e Amici miei atto III (1985) diretto da Nanni Loy. Dopo aver firmato con Cesare Frugoni Chi dice donna, dice donna (1976) di Tonino Cervi, B. tornò a lavorare con De Bernardi di nuovo per Monicelli, realizzando Il marchese del Grillo (1981). Negli anni Ottanta iniziò a firmare sceneggiature per giovani comici promettenti, come per es. Carlo Verdone per il quale scrisse, ancora con De Bernardi, il suo fortunato film d'esordio, Un sacco bello (1980), e molti dei successivi fino a Gallo cedrone (1998). Nel 1984 il nome di B. era comparso anche nella schiera di sceneggiatori di Once upon a time in America (C'era una volta in America) di Sergio Leone. Dopo Come quando fuori piove (2000), film televisivo diretto dall'amico Monicelli, scrisse la sua ultima sceneggiatura, ancora con De Bernardi e con Diego Amodio, per Ogni lasciato è perso (2001), opera prima di Piero Chiambretti.

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