SPITZER, Leo

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

SPITZER, Leo (XXXII, p. 401)

Emerico GIACHERY

Linguista e saggista, morto a Forte dei Marmi (Lucca) il 16 settembre 1960.

Nell'ultimo venticinquennio s'è rivelata sempre meglio, accanto agl'interessi del filologo e del linguista e in stretta connessione con essi, la vivace attitudine dello S. alla critica letteraria. Le più importanti raccolte di saggi di questi anni sono: Linguistics and literary history, Princeton 1948; A method of interpreting literature, Northampton 1949; Critica stilistica e storia del linguaggio, Bari 1954; Lingüística y historia literaria, Madrid 1955; Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese, Torino 1959; Romanische Literaturstudien, Tubinga 1959.

Il discusso metodo stilistico dello S. non va considerato come una costruzione teorica, ma come una serie di chiarimenti empirici e didascalici che scaturiscono dal lavoro concreto dello studioso e in cui si esprime un temperamento geniale ed eccezionalmente versatile, aperto ai più vivi influssi della moderna cultura europea, dall'idealismo del Croce e del Vossler all'irrazionalismo bergsoniano e alla psicanalisi freudiana. L'opera letteraria, secondo lo S., è un tutto organico che ha il suo centro unificatore nella personalità e nella visione del mondo dell'autore. Una attenta e spregiudicata lettura del testo porta a individuare qualche tipico tratto espressivo, qualche deviazione dall'uso linguistico normale, in cui è possibile ravvisare l'indizio di un nuovo modo di sentire e di concepire il mondo. Penetrare, per mezzo di un atto d'intuizione e di simpatia umana, dall'esteriore particolarità linguistica all'intimo spirito che anima l'opera, e tornare poi a esaminare gli altri particolari espressivi alla luce dell'unico spirito creatore: questo, secondo lo S., il compito precipuo della stilistica, che si attua così in un continuo movimento dalla periferia al centro dell'opera e viceversa.

Le proposte critiche dello S. hanno suscitato sempre più vivo interesse anche al di fuori della cerchia degli specialisti, particolarmente in Italia, dove la stilistica spitzeriana è stata accolta con simpatia non priva di sostanziali riserve. Da parte sua, lo S. che aveva dedicato all'italiano parlato impegnativi studî giovanili, è tornato negli ultimi anni a occuparsi di filologia italiana, pubblicando, tra l'altro, articoli su testi delle origini su Dante, su Verga.

Bibl.: J. Hytier, La méthode de M. L. S., in Romanic Review, XLI (1950), pp. 42-59; A. Schiaffini, Momenti di storia della lingua italiana, Roma 1953, pp. 170-180; id., Introduzione a: L. Spitzer, Critica stilistica e storia del linguaggio, Bari 1954, pp. 1-26; C. Cases, I limiti della critica stilistica e i problemi della critica letteraria, in Società, febbraio 1955, pp. 46-63 e aprile 1955, pp. 266-291; M. Fubini, Critica e poesia, Bari 1956, pp. 508-516; P. Citati, Introduzione a: L. Spitzer, Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese, Torino 1959, pp. IX-XXIX; L. Spitzer, Lo sviluppo di un metodo, in Ulisse, fasc. 38 (1960), pp. 37-46; A. Roncaglia, Ricordo di L. S., in Approdo letterario, VI (1960), fasc. 11, pp. 37-46; R. Wellek, L. S., in Comparative Literature, XII (1960), pp. 310-334; G. Contini, Tombeau de L. S., in Paragone, febbraio 1961, pp. 3-12; E. Giachery, L. S., in Belfagor, fasc. 4, 1961, pp. 441-464.

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