BAZZARO, Leonardo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)

BAZZARO, Leonardo

Paolo Mezzanotte

Nacque il 13 dic. 1853 a Milano, da Ambrogio, commesso in un negozio di stoffe, che poi rilevò e gestì in proprio, consentendo in tal modo ai figli Leonardo ed Ernesto di dedicarsi all'arte.

Il B. ebbe i primi rudimenti d'arte dal pittore G. Fasanotti; poi all'Accademia seguì un regolare corso. di studi alla scuola di G. Bertini, che i giovani preferivano a quella dello Hayez; e come gran parte dei suoi condiscepoli, iniziò la sua attività con una serie di quadri di interni, lodati dal maestro e apprezzati sul mercato artistico. Qualche suo studio di figura potentemente colorito e chiaroscurato, e particolarmente l'Autoritratto giovanile esistente nella raccolta Gussoni (Milano), sta a palesare le sue attitudini singolari in un campo da lui meno coltivato.

Di quel periodo si ricordano gli interni milanesi: Corodella chiesa di S. Vittore (1871); Il duello (1878, premio Fumagalli, già racc. Mascioni); il Salone di palazzo Verri; La vestizione della monaca (1888, Milano, Gall. d'Arte Moderna); la Cappella della chiesa del Carmine (ibid.); Interno della cappella di S. Maria delle Grazie (ibid.); Il pulpito di S. Ambrogio; Il saccheggio (Milano, Museo Poldi Pezzoli). Con la Sala del Consiglio nel castello d'Issogne vinse nel 1887 il premio "Principe Umberto".

Presto fu attirato dalla pittura all'aria aperta, e in particolare dal colore della laguna veneta: soggiornò quindi a Chioggia e finì per stabilirsi a Gignese (Novara) per la maggior parte dell'anno. Si spense a Milano il 2 nov. 1937.

È considerato un vivace esponente dell'impressionismo lombardo, dedito a ricerche cromatiche e luministiche, ma sfuggito alle lusinghe del divisionismo; i volumi, nella prima maniera del B. solidamente costruiti, si scompongono poi in uno sfarfallare di rapide pennellate improntate di vivace coloritura.

Operoso. fino ad età avanzata, il B. fu fecondissimo di opere: talvolta parve che il loro numero non fosse a vantaggio della qualità; in realtà egli conservò non solo negli originali, ma anche nelle numerose repliche delle sue tele più fortunate, le sue qualità di colorista, sicché meritò di essere degnamente rappresentato nelle maggiori gallerie italiane e internazionali.

Della sua miglior maniera si ricordano: Ponte di Chioggia, premiato a Parigi nel 1889; Pace di naufraghi, medaglia d'oro alla Triennale di Milano del 1897 e poi acquistato dal re; Dopo il naufragio, premio "Principe Umberto" nel 1906, acquistato poi a Monaco di Baviera dal ministro Andrassy.

Espose tra l'altro dal 1897 in poi alla Biennale di Venezia, e nel 1923 a Milano alla Gall. Pesaro; ricordiamo tra le opere degli ultimi anni: nel 1930 Alba del venerdì Santo e Piazzetta del Melezet a Bardonecchia; nel 1932 Rattoppi alle reti e Ultima neve sul Mottarone.

Nel 1939, in una mostra individuale postuma, si raccoglieva a Milano nelle sale della Permanente la parte più significativa della sua produzione.

Ernesto, fratello minore di Leonardo (Milano, 29 marzo 1859 - ivi, 19 maggio 1937), fu scultore: allievo di A. Borghi all'Accademia di Brera, fedele seguace di G. Grandi, attratto da T. Cremona e dal Ranzoni, "ebbe... un certo senso compositivo forse più vicino a quello di un pittore che di uno scultore..." (Lavagnino). Tra le sue opere, oltre ai numerosi marmi nel cimitero monumentale di Milano e a vari ritratti: Sordello (1880, premio Canonica, gesso a Milano, Gall. d'Arte Moderna); la statua di Garibaldi a Monza (1886); La vedova (1888, Roma, Gall. d'Arte Moderna); la Trovatella (1889); Esaurimento (1894, Dresda, Gall. Naz.); Monumento a Cavallotti (1906, Milano, Boschetti); Monumento ai Caduti (1922, Cantù); Autoritratto (1926) e Ritratto del fratello Leonardo (Milano, Gall. d'Arte Moderna).

Bibl.: Necrologi in: Corriere della Sera, 3 nov. 1937 (v.b.); L'Ambrosiano, 2 nov. 1937 (C.C.); Il Messaggero, 3 nov. 1937. A. Risi, Artisti contemporanei: L.B., in Emporium, XVII(1903), pp. 325-342; V. Colombo, Le più belle opere esposte nelle mostre di Brera dal 1869 al 1910, Milano 1911, pp. 18, 32, 39; G. Marangoni, L. B., Milano 1915; V. Bucci, prefaz. a L. B. mostra individuale, Milano 1923 (Gall. Pesaro); R. Viviani, L.B., in Giornale dell'arte, XV(1928), pp. 1 ss.; A. Colasanti, Catalogo della Galleria nazionale d'arte moderna, Roma s. d. [ma 1935], p. 16; M. Bezzola-G. Nicodemi, La Galleria d'arte moderna. Dipinti, Milano 1938, pp. 26-29; G. Nicodemi, In memoria di L. B., Milano 1938; Soc.per le Belle Arti ed Esposiz. permanente, L. B. pittore, mostra postuma, Milano 1939; F. Geraci, L. B., il pittore di Chioggia, in Le Tre Venezie, XVI(1941), pp. 674-676; E. Piceni - M. Cinotti, La pittura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia diMilano, XV, Milano 1962, pp. 544 ss.; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, III, p. 109; Encicl. Ital., VI, p. 441.

Per Emesto: Necrologi in: L'Ambrosiano,20 maggio 1937 (C. Carrà); Corriere della Sera, 20 maggio 1937. A. Bersellini, E. B., in Cronaca della Esposizione di Belle Arti, Brera, Milano 1891, p. 59; O. Roux, E. B., in Natura ed Arte, II (1895-96), pp. 184 ss.; O. Novi, Pittori e scultori di popolo, in La Lettura, III (1903), p. 127; N. Salvaneschi, E. B., Milano 1921; G. Nicodemi, E. B., in Cronache d'arte, I (1924), pp. 50-56; Il ritratto nell'opera di E. B., in Lo scultore e il marmo, Milano, 21 dicembre 1928; S. Vegezzi, Le sculture italiane dell'Ottocento, Milano 1932, p. 135; C. Accetti, Omaggio a E.B., in La Sera, 29 marzo 1937; M. Bezzola-G. Nicodemi, La Galleria d'Arte moderna. Sculture, Milano 1938, pp. 26-31; E. Somarè, Scultori dell'Ottocento: E.B., in Esame, 1941, 1-2, pp. 3-20; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1961, pp. 748, 782, 784; E. Piceni - M. Cinotti, La scultura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 616; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 108 s.; Encicl. Ital., VI, p. 441.

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