CUNGI, Leonardo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)

CUNGI, Leonardo

Francesco Federico Mancini

Fratello di Giovan Battista e padre di Francesco, nacque a Sansepolcro (prov. di Arezzo) nel primo quarto del sec. XVI. La sua formazione pittorica avvenne quasi certamente in Roma a contatto con i più diretti seguaci di Michelangelo. Lo si ricava, oltreché da una dichiarazione di Tommaso de' Cavalieri a proposito di una stretta intimità fra l'artista e la cerchia del Buonarroti (cfr. Berenson, 1938), dalla notizia - riportata dal Vasari (V) nella Vita di Perino del Vaga - di una serie di disegni eseguiti dal C. sugli affreschi della cappella Sistina.

I disegni, facenti parte della ricca collezione di Perino del Vaga, furono venduti dagli eredi dell'artista dopo la sua morte avvenuta nel 1547. Il Milanesi (in Vasari, V, n. 2) suggerì per primo la possibilità di individuare in una serie di "carte piene di varj gruppi del Giudizio maestrevolmente disegnati a penna", conservate nella Galleria degli Uffizi di Firenze, quegli "eccellenti" studi sulle pitture della Sistina menzionati dal Vasari. Più tardi il Berenson (1938), adducendo nuove motivazioni a favore di questa ipotesi, estese la paternità del C. ad alcuni schizzi - sempre conservati agli Uffizi - in parte tratti dagli affreschi della cappella Paolina, in parte derivati dai due noti disegni di Michelangelo (oggi a Windsor) eseguiti per Tommaso de' Cavalieri: il Baccanale di putti e la Caduta di Fetonte (i disegni attribuiti al C. nel Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi sono trentatré e vanno dal n. 36 al n. 68). Anche un foglio del Teyler Museum di Haarlem con figure riprese dal Giudizio universale, uno studio di nudi del British Museum e un disegno della collezione Walter Gay di Parigi raffigurante un Demone che porta in spalla un dannato, a lungo ritenuto autografo di Michelangelo e lavoro preparatorio dell'analoga immagine del Giudizio, vennero raggruppati dallo studioso intorno al più vasto nucleo degli Uffizi. Quanto alle varianti che spesso diversificano alcuni disegni dalle pitture originali, il Berenson ne attribuisce la causa o alla velocità di esecuzione delle copie o all'intento mistificatore del copista. Non è comunque improbabile che qualche foglio - è il caso degli schizzi ispiratiagli affreschi della cappella Paolina aventi per tema la Crocifissione di s. Pietro - sia stato realizzato su disegni di Michelangelo andati perduti.

Un tentativo di ampliamento dei catalogo del C. è stato fatto da Monbeig-Goguel (Vasari..., 1972), che ha riconfermato alla mano del C. una Adorazione dei pastori del Cabinet des dessins del Louvre proveniente dalla collezione Vasari. Il carattere fortemente vasariano del foglio farebbe comunque propendere per una attribuzione al fratello Giovan Battista al quale, di conseguenza, dovrebbe spettare anche l'Allegoria della Pazienza del Museo di belle arti di Bucarest, assegnata dalla studiosa al C. in considerazione proprio delle strette analogie con l'Adorazione dei pastori del Louvre.

Costante stilistica nello svolgimento pittorico del C. è l'assunzione di tematiche michelangiolesche saldate ad un linguaggio di ispirazione raffaellesca non lontano dai modi di Perino del Vaga e più ancora di Raffaellino del Colle suo conterraneo. Lo si nota in modo molto evidente nella grande pala d'altare raffigurante l'Ascensione di Cristo eseguita nel 1558 per l'oratorio della Confraternita di S. Francesco a Perugia, dove tuttora è conservata.

Ritenuta dalla storiografia locale opera di Raffaellino del Colle (G. B. Morelli, Brevi notizie ... di Perugia, Perugia 1683, p. 121; B. Orsini, Guida al forestiere .... Perugia 1784, p. 294; S. Siepi, Descrizione ... della città ..., Perugia 1822, p. 824), la tavola è ampiamente documentata come autografa del C.: il 2 apr. 1558 ricevette "25 scudi di moneta dovuti al maestro per parte dei 55 scudi per pictura unius tabule per ipsum depingenda pro Oratorio dictae Fraternitatis cum figuris Ascensionis Domini Nostri Iesus Christi et aliis picturis et figuris faciendis et depingendis secundo però el disegno exempto et forma et modo designato in uno cartone per dictum magistrum Leonardum" (Arch. di Stato di Perugia, Notarile, Not. S. Minucci, 878, 1558, cc. 14v-15v; una copia dell'atto si trova nell'Archivio Braccio Fortebracci, Libri vari ammirtistrativi., 434, 1524-1559, c. 86v, dove ancor più chiaramente il pittore è indicato come "Magister Leonardus Urigi de Burgo Santi Sepulcri"; altri documenti relativi a quest'opera sono sempre nell'Archivio Fortebracci: Libri contabili, 104, c. 31; Libri maestri. 426, cc. 141, 246). La tavola fu ultimata il 20 ott. 1558 (Arch. di Stato di Perugia, Notarile, Alot. A. Bonamici, 1394, 1558, c. 801r).

Già in precedenza il C. aveva comunque lavorato per committenti perugini, come dimostra un attestato di pagamento a favore di Orazio Alfani, il quale nel 1556 veniva compensato dalla basilica benedettina di S. Pietro (Gnoli, 1923) per l'esecuzione di due affreschi di sua mano e per due dipinti del C. raffiguranti il Naufragio di s. Paolo e l'Approdo del santo a Malta, tuttora conservati sulla controfacciata della chiesa (cfr. G. Urbini, Notizie dell'Umbria..., in L'Arte, VI [1903], p. 125).

Nel 1561 il C. era nuovamente attivo a Roma, questa volta al seguito del Barocci, nella decorazione ad affresco del Casino di Pio IV in Vaticano. I documenti (che vanno dal novembre 1561 al giugno 1563) ricordano la presenza dell'artista accanto ad altri collaboratori dell'urbinate. In questo caso l'intervento del C. dovette limitarsi alla interpretazione e messa in opera di disegni del Barocci, ideatore dell'intero complesso. Un tentativo di individuazione della sua mano deve comunque essere condotto all'interno di quelle parti (decorazioni del primo piano) dove l'artista, per testimonianza del Vasari (VII) lavorò "con... molto onore" assieme a Durante "del Nero" (secondo il Milanesi, in Vasari, VII, nota 3, errore di stampa per "di Romano": si tratterebbe perciò di Durante Alberti).

Dal 1563 al 1566 il C. collaborò con Daniele da Volterra alla realizzazione del rivestimento, in cartapesta lumeggiata in oro, del soffitto della navata maggiore di S. Giovanni in Laterano. Alla morte di Daniele (1566), autore del progetto decorativo approvato da Pio IV nel 1563, il C. ottenne l'incarico di proseguire i lavori grazie anche alle favorevoli condizioni di prezzo da lui prospettate (A. Bertolotti, Artisti francesi in Roma, Mantova 1886, p. 63; R. Lanciani, Storia degli scavi..., III, Roma 1907, p. 239). Nel 1569 (5 dicembre) Guglielino della Porta, incaricato dal pontefice di risolvere una controversia insorta tra la Fabbrica di S. Giovanni e il C. circa i compensi per la doratura dei lacunari, sentenziò che "M° Leonardo et M° Cesare" Trapasso, suo stretto collaboratore, fossero riconosciuti "creditori di scudi settecento cinquanta et bolog[nini] 55 di moneta". La sentenza fu accettata il giorno successivo alla presenza di Cristoforo Gherardi, definito procuratore di Alessandro e Filippo "Cogni" eredi "quondain Leonardi Cugni pictoris de S.to Sepulcro" (A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma..., I, Milano 1881, pp. 136-40).

La data della morte del C. è pertanto da fissare in un momento immediatamente anteriore a questo atto.

Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite .... a cura di G. Milanesi, Firenze 1906, V, p. 632; VII, p. 91; S. Ticozzi, Diz. d. pittori ..., I, Milano 1818, p. 150; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia [1809], a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, p. 159; G. Mancini, Istruz... per visitare... Città di Castello, Perugia 1832, II, pp. 269 s.; L. Manari, Docc. e note ai cenni storico-artistici della basilica di S. Pietro, in Apologetico, II-IV (1864-66), estratto; A. Gotti, Vita di Michelangelo ..., II, Firenze 1875, p. 173; L. Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello 1886, pp. 164, 259; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria [1923], Foligno 1980, p. 91; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, 6, Milano 1933, pp. 242 s.; B. Berenson, I disegni dei pittori fiorentini [1938]. Milano 1961, I, ad Ind.; H. Olsen, F. Barocci, Copenhagen 1962, p. 143; C. Monbeig-Goguel, Gherardi senza Vasari, in Arte illustrata, V (1972), pp. 134, 136; Inventaire général des dessins italiens. Musée du Louvre. Cabinet des dessins, I, C. Monbeig-Goguel, Vasari et son temps, Paris 1972, pp. 47 s.; G. L. Masetti Zannini, Pittori d. seconda metà del Cinquecento in Roma, Roma 1974, ad Ind.; G. Sapori, Artisti e committenti sul lago Trasimeno, in Paragone, XXXIII (1982), 393, pp. 37, 58 nota 32; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, pp. 197 s.; Diz. encicl. Bolaffi..., IV, Torino 1973, p. 92.

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