Jacovacci, Leone

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Pugile italiano (Sanza Pombo, Uíge, 1902 - Milano 1983). Personalità inquieta e ribelle, nato nell’Angola settentrionale da padre romano e madre di etnia Babuendi, trasferitosi a tre anni a Roma, poi fuggito a Taranto e imbarcatosi come mozzo su una nave da guerra britannica, a Londra ha assunto  il nome di John Douglas Walker e si è arruolato nell’esercito. Ha fatto il suo esordio nel pugilato nel 1920 sotto lo pseudonimo di John Walker, vincendo numerosissimi incontri sia in Gran Bretagna che in Francia, dove successivamente si è trasferito. Pugile di sorprendente agilità ed enorme potenza fisica, dotato inoltre di una tecnica perfetta, fatto ritorno in Italia vi ha esordito nel 1922 combattendo contro B. Frattini; dopo aver ottenuto attraverso un lungo iter burocratico la cittadinanza italiana ha conquistato il 24 giugno 1928 il titolo italiano ed europeo dei pesi medi sconfiggendo a Roma ai punti M. Bosisio, soprannominato il “toro fascista”, in uno storico incontro che ha rappresentato uno dei primi conflitti razziali della storia dello sport e la cui vittoria non gli venne mai riconosciuta, al punto tale che nei cinegiornali dell'epoca vennero eliminate le sequenze finali del match. Avversato dal regime - che lo ha oscurato strumentalizzando per la sua propaganda P. Carnera - e inviso alle autorità politiche, vittima dell’ostracismo dello stesso mondo del pugilato per la sua popolarità, dopo una breve esperienza nel catch la sua carriera sportiva è rapidamente declinata. La sua vicenda umana e sportiva è stata ricostruita da M. Valeri nel testo Nero di Roma: storia di Leone Jacovacci: l'invincibile mulatto italico (2008), da cui nel 2016 T. Saccucci ha realizzato il docufilm Il pugile del duce, intensa parabola sull'insensatezza della discriminazione razziale.

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