SAGAN, Leontine

Enciclopedia del Cinema (2004)

Sagan, Leontine

Daniela Cavallo

Nome d'arte di Leontine Schlesinger, regista cinematografica e teatrale e attrice teatrale austriaca, nata a Vienna il 13 febbraio 1889 e morta a Pretoria (Repubblica Sudafricana) il 23 maggio 1974. Sul finire della Repubblica di Weimar, e nel sentore generale di un imminente annientamento delle libertà di pensiero, la S. s'impose a livello internazionale per l'ardita scelta (tanto più in quanto donna) di confrontarsi nella sua prima regia cinematografica, Mädchen in Uniform (1931; Ragazze in uniforme), con temi difficili, ma di grande impatto e coinvolgimento emotivo collettivo e individuale, quali l'autoritarismo, i sentimenti inespressi, la sessualità. Il film, ormai considerato un classico della fase del cinema tedesco precedente il periodo nazionalsocialista ed entrato nel novero della filmografia lesbica, fu presentato anche alla prima edizione della Mostra del cinema di Venezia nell'agosto del 1932 ottenendo un riconoscimento, assegnato dal pubblico tramite referendum, come opera di maggior perfezione tecnica.

Dopo aver trascorso l'infanzia in Sud Africa, al seguito della famiglia che si era trasferita a Johannesburg, giunse in Germania dove, all'inizio del Novecento, fu allieva di Max Reinhardt. Raccolti molti successi in Germania e in Austria come attrice e regista teatrale, raggiunse la fama con il suo film d'esordio. Mädchen in Uniform, legato al nome del regista Carl Froelich, che ne curò la supervisione artistica, e prodotto dalla cooperativa Deutsche Film Gemeinschaft, è basato sul dramma Gestern und Heute di Ch. Winsloe. "Film di sole donne" (Kracauer, 1947; trad. it. 2001, p. 288), narra le vicende di alcune ragazze che, in un collegio femminile di Potsdam, sono destinate a subire una rigida educazione di stampo prussiano. Nell'affollarsi dei personaggi e delle situazioni, l'occhio della regista si ferma a esemplificare la condizione di 'disagio' e di sofferenza di una di queste giovani, Manuela (Hertha Thiele) che tenta di contrastare le inflessibili regole paralizzanti attraverso l'amore disperato, con esito drammatico, per una delle insegnanti (Dorothea Wieck), che le aveva mostrato benevolenza. Malgrado il successo (nel 1958 ne sarebbe stato girato un rifacimento diretto da Géza von Radványi), la regista fu però inevitabilmente osteggiata e censurata dal potere politico nazista ostile a quest'opera di dichiarata rottura nei confronti della mentalità e delle istituzioni conservatrici. La S. si allontanò perciò dalla Germania accettando la proposta di lavorare in Inghilterra giuntale da Alexander Korda, e si dedicò ancora alla regia cinematografica (diresse con la collaborazione di Zoltan Korda Men of tomorrow, 1932, ritenuto di livello inferiore rispetto alla sua opera prima), e a quella teatrale. Dal 1939 si stabilì in Sud Africa dove profuse il proprio impegno nella fondazione del National Theatre of Johannesburg. Per il cinema la S. collaborò con George King alla regia di Gaiety George, film noto negli Stati Uniti con il titolo Showtime (1946).

Nel 1996 è stata pubblicata postuma l'autobiografia dal titolo Lights & shadows: the autobiography of Leontine Sagan, curata da L. Kruger.

Bibliografia

S. Kracauer, From Caligari to Hitler. A psychological history of the German film, Princeton (NJ) 1947 (trad. it. Da Caligari a Hitler, nuova ed. a cura di L. Quaresima, Torino 2001, pp. 54, 288-92, 318, 331); A. Acker, Reel women. Pioneers of the cinema 1896 to the present, London 1991, pp. 320-22; G.A. Foster, Women film directors. An international bio-critical dictionary, Westport (CT)-London 1995, ad vocem.

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