TRIESTE, Leopoldo

Enciclopedia del Cinema (2004)

Trieste, Leopoldo

Italo Moscati

Autore teatrale e attore e sceneggiatore cinematografico, nato a Reggio Calabria il 3 maggio 1917 e morto a Roma il 25 gennaio 2003. Fu uno dei caratteristi più impegnati del cinema italiano (oltre cento film in cinquant'anni di carriera), e per la cura e l'intelligenza con cui sapeva disegnare i suoi personaggi si guadagnò la stima dei più importanti registi. Ricevette tre Nastri d'argento, nel 1965 per Sedotta e abbandonata (1964) di Pietro Germi, nel 1985 per Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio e nel 1996 per L'uomo delle stelle (1995) di Giuseppe Tornatore, film per il quale ottenne anche il David di Donatello.

Trasferitosi a Roma, dove si laureò in lettere, nel 1941 si iscrisse al Centro sperimentale di cinematografia, diplomandosi in regia. Negli anni della Seconda guerra mondiale scrisse drammi e commedie che vennero rappresentati tra il 1945 e il 1947. Passò poi a lavorare nel cinema, inizialmente come soggettista e sceneggiatore: a Preludio d'amore (1947) di Giovanni Paolucci, in cui interpretò anche una piccola parte, seguirono fino al 1954 altri otto film, tra cui Gioventù perduta (1948) di Germi, I fuorilegge (1950) di Aldo Vergano, Il cielo è rosso (1950) e Febbre di vivere (1953) di Claudio Gora, quest'ultimo tratto da Cronaca, il suo dramma sull'Olocausto ebraico. La sua carriera di attore iniziò con Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini. Lavorò poi, tra gli altri, con Roberto Rossellini (Dov'è la libertà…?, 1954, Steno (Un americano a Roma e Un giorno in pretura, entrambi del 1954), Mario Monicelli (Un eroe dei nostri tempi, 1955; Il marchese del Grillo, 1981), Luigi Zampa (Una questione d'onore, 1966; Il medico della mutua, 1968), Elio Petri (A ciascuno il suo, 1967). Ricorsero a lui anche registi delle successive generazioni quali Bellocchio, Tornatore, Roberto Faenza (Marianna Ucrìa, 1997) o Emidio Greco (Il consiglio d'Egitto, 2002, che fu il suo ultimo film), e registi stranieri come Charles Vidor, René Clément, John Huston, Stanley Kramer, Francis Ford Coppola, Nicolas Roeg, Michael Anderson, Jean-Jacques Annaud. Tra i suoi ruoli più celebri quello del patetico commediografo di provincia in I vitelloni (1953) di Fellini, del romantico e ingenuo pittore in Divorzio all'italiana (1961) di Germi, del timido ragioniere che sacrifica la vita nella lotta partigiana in Un giorno da leoni (1961) di Nanni Loy, del sacerdote che taglia spietatamente i film da proiettare in Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Tornatore. Fu regista, oltre che soggettista e sceneggiatore, di La città di notte (1958) e Il peccato degli anni verdi (1960). I suoi scritti per il teatro e per il cinema sono raccolti in Leopoldo Trieste (1999, 2 voll.).

Bibliografia

Il cinema di Leopoldo Trieste, a cura di A. Barbera, P. Crivellaro, G. Spagnoletti, Torino 1982; Leopoldo Trieste, lo schermo verticale, a cura di P. Zanotto, Calliano 1982; Leopoldo Trieste. Un intruso a Cinecittà, a cura di F. Bolzoni, Torino 1985.

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