Lettiga

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fig.

Nell’antichità, portantina o letto portatile usati per il trasporto a spalle di persone. La l., portata da almeno 4 schiavi, era di regola per una sola persona, talvolta per due. Era dotata di supporti e telaio lignei, su cui erano distesi materassi e cuscini, e di un baldacchino a quattro assi montanti, con un tetto di cuoio e tendaggi chiuso o aperto. In quanto suppellettile di lusso, era concessa talora come privilegio o vietata a talune persone e in speciali circostanze. Le l. romane (v. fig.) avevano spesso parti in bronzo cesellato e intarsiato d’argento. Nel Medioevo erano usate da principi e signori per i viaggi (chiuse da finestre e cortinaggi) o per le parate (aperte). L. chiuse si usavano nei funerali per il trasporto del cadavere (14°-15° sec.).

Oggi mezzo di trasporto di malati e feriti, costituito da un telaio rigido (originariamente di legno, oggi di metallo) che sostiene un rettangolo di tela robusta; le barre longitudinali del telaio si prolungano in impugnature che ne consentono l’impiego come barella. È generalmente munita di piedini a rotelle e può essere montata su un’incastellatura (a sua volta munita di ruote), per il trasporto su brevi distanze o su un apposito autoveicolo (autolettiga).

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