Libànio

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Retore greco di Antiochia (314-393 circa), maestro di Giovanni Crisostomo e amico di Giuliano l'Apostata. Insegnò a Costantinopoli, a Nicea, a Nicomedia, ad Atene e infine ad Antiochia. Svolse l'attività tipica del sofista greco e la sua sterminata opera, divisa già dagli antichi in tre serie (orazioni, declamazioni, epistole), ha più che altro interesse storico. Delle 64 orazioni (voll. 1-4 dell'ed. di Lipsia) sono interessanti quelle che si riferiscono a Giuliano l'Apostata e che servono a lumeggiare l'atteggiamento dell'ellenismo di fronte al cristianesimo. Le declamazioni (voll. 5-7) sono una cinquantina, di argomento mitologico, storico, erudito su temi fittizî. Il vol. 8 contiene le esercitazioni (Προγυμνάσματα), tipi di esercizî scolastici, sentenze, detti celebri, loci communes (della loro autenticità si è dubitato senza fondate ragioni) e le Notizie dei discorsi di Demostene con una Vita dell'oratore. I voll. 10 e 11 contengono le Epistole, la più ricca raccolta di lettere (sono 1500) dell'antichità, importanti per la conoscenza di L. e della sua epoca. Da ricordare anche la sua Apologia di Socrate. Sembra apocrifa la corrispondenza con Basilio di Cesarea.

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