MARTONI, Libero

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 71 (2008)

MARTONI, Libero.

Italo Farnetani

– Nacque a Fusignano, in Romagna, il 17 febbr. 1914 da Giovanni e da Fidalma Tabanelli. Dopo aver conseguito la maturità classica studiò medicina e chirurgia all’Università di Bologna. Laureatosi il 10 giugno 1940, iniziò a frequentare la clinica pediatrica felsinea diretta da G. Salvioli.

Chiamato alle armi nel marzo 1941, fu arruolato come ufficiale medico e dirigente sanitario nel 35° reggimento fanteria destinato ai Balcani; trasferito in Africa settentrionale il 31 luglio 1942, il 9 aprile dell’anno successivo fu fatto prigioniero. Durante la prigionia prestò la propria opera di medico dapprima in vari campi di concentramento in Egitto, poi, negli ultimi mesi, come sanitario dirigente del reparto italiano aggregato al 10° British General Hospital MEF (Marine Expeditionary Force).

Rimpatriato il 18 luglio 1946, il M. tornò a svolgere la sua attività all’Università di Bologna: assistente volontario nel novembre 1947 e incaricato dal novembre 1948 presso la cattedra di clinica pediatrica, dal maggio al novembre 1949 fu anche aiuto di clinica pediatrica ospedaliera. Trasferitosi quindi presso la cattedra di puericultura come assistente, inizialmente incaricato e dal maggio 1951 ordinario, fu contemporaneamente assistente volontario ospedaliero della specialità. Conseguita la libera docenza in puericultura nel maggio 1951, nello stesso anno fu incaricato dell’insegnamento della disciplina nell’Università bolognese. Nell’ottobre 1954 conseguì anche la docenza in clinica pediatrica e nel 1958 fu nella terna dei vincitori al concorso per la cattedra di puericultura dell’Università di Genova. Il 12 genn. 1960 la facoltà medica dell’ateneo bolognese lo chiamò a dirigere la cattedra di puericultura. Ordinario dal 1° febbr. 1963, coprì nell’anno accademico 1964-65 l’incarico dell’insegnamento di clinica pediatrica, del quale l’anno successivo divenne ordinario. Nel 1979 inaugurò il nuovo edificio del dipartimento pediatrico dell’ospedale Gozzadini, nel quale furono accorpate le cliniche pediatriche, la neonatologia, la chirurgia pediatrica, i vari servizi e gli ambulatori.

All’attività accademica e didattica il M. unì un costante impegno nella ricerca clinico-scientifica, recando contributi originali e importanti nei vari campi della pediatria.

Di particolare rilievo furono i suoi studi sulle emopatie infantili, sulla patologia epatica neonatale e infantile, sulle polmoniti interstiziali del lattante. Si occupò, recando anche personali contributi clinico-statistici, della fisiopatologia della coagulazione (Attuali vedute sulla fisiopatologia della coagulazione, in La Clinica pediatrica, XXXV [1953], pp. 594-607; Contributo casistico allo studio delle trombopatie, in Haematologica, XXXVIII [1954], pp. 707-717); della capacità posseduta dai cortisonici di influenzare alcune caratteristiche fisiologiche del sangue (L’influenza dei cortisonici su alcune attività enzimatiche del globulo rosso e del siero, in La Clinica pediatrica, XLI [1959], pp. 348-354, in collab. con S. Musiani); della mieloaplasia eritroblastica riscontrabile in casi sia di anemia emolitica costituzionale, sia di gravi alterazioni congenite complicate da patologia infettiva, che interpretò come conseguenza dell’esaurimento funzionale del midollo osseo o come espressione di fenomeni reattivo-immunitari o di stati carenziali (A proposito dell’osservazione di una crisi di mieloaplasia eritroblastica nel decorso della malattia di Minkowski-Chauffard, in Minerva medica, XLVII [1956], pp. 215-220; Anemia emolitica acquisita idiopatica complicata da crisi di mieloaplasia eritroblastica in un lattante di 6 mesi, in La Clinica pediatrica, XXXVIII [1956], pp. 483-506, in collab. con S. Musiani; La mieloaplasia eritroblastica acuta (Contributo casistico), ibid., XXXIX [1957], pp. 887-902; Considerazioni clinico-terapeutiche su alcuni casi di anemia emolitica autoimmune, in Scritti in onore di Michele Gerbasi, Napoli 1970, pp. 691-713, in collab. con G. Paolucci); delle reticolosi, nel cui ambito distinse nettamente le reticoloendoteliosi causate da agenti infettivi da quelle forme peculiari che chiamò reticologranulomatosi, oggi definite granulomatosi a cellule di Langerhans (Considerazioni su alcuni casi di reticoloendoteliosi infantile, in Il Lattante, XXV [1954], pp. 628-647; v. anche Enc. medica italiana. Primo aggiornamento, III, coll. 4204-4208, s.v. Istiocitosi X); delle leucemie infantili, per il cui trattamento propose uno dei primi schemi terapeutici con l’impiego di steroidi, ACTH, farmaci citostatici (Osservazioni sul trattamento delle leucemie infantili, in Atti del XII Congresso della Soc. italiana di ematologia, Bologna…, II, Roma 1954, pp. 343-346, in collab. con L. Salmi). Descrisse i tumori maligni primitivi del fegato associati a cirrosi che, anche sulla scorta dei casi consegnati alla letteratura, considerò non eccezionali nell’infanzia (I tumori primitivi del fegato nell’infanzia. Contributo anatomo-clinico, in La Clinica pediatrica, XXXVI [1954], pp. 3-24, in collab. con F. Brillanti); documentò la possibilità della trasmissione del virus dell’epatite B dalla madre al concepito anche in successive gravidanze con la conseguente comparsa nel neonato di un ittero colostatico da ostruzione intraepatica, associato a un notevole aumento delle transaminasi con inversione del loro rapporto (L’ittero colostatico pseudomalformativo del lattante, ibid., XL [1958], pp. 307-330; L’hépatite du nourrisson. Considérations sur les cas étudiés à la Clinique pédiatrique de Bologna, in Pédiatrie, XIV [1959], pp. 203-206); dimostrò che le alterazioni dell’enzima epatico glucosio-6-fosfatasi sono causa di ipoglicemia neonatale (L’attività della glucosio-fosfatasi epatica in alcune condizioni patologiche e nel prematuro, in Minerva pediatrica, XI [1959], pp. 317 s., in collab. con A.G. Castelli; Itteri neonatali da deficit transitorio o persistente dei processi di glicuro-coniugazione della bilirubina, in Annali italiani di pediatria, XVI [1963], suppl., pp. 198-220, in collab. con B. Babini; Le ipoglicemie nell’infanzia, in Recenti progressi in medicina, LIII [1972], pp. 565-584, in collab. con E. Cacciari) e che il livello delle transaminasi nel neonato è di norma particolarmente elevato (Valutazione delle attività transaminasiche nell’età neonatale, in La Clinica pediatrica, XXXIX [1957], pp. 807-830, in collab. con S. Musiani); osservò una particolare corrispondenza tra sindromi bantiane e cirrosi splenomegaliche, fornendo così un ulteriore contributo all’interpretazione patogenetica di un quadro morboso ancor oggi oggetto di discussioni (Contributo all’inquadramento delle sindromi bantiane, ibid., XXXVIII [1956], pp. 879-947; si veda anche Enc. medica italiana, II, coll. 1897-1910, s.v. Bantiane sindromi). Dimostrò la possibilità della trasmissione al momento del parto dalla madre portatrice al neonato, quindi con modalità di contagio extraospedaliero, di Pneumocystis carinii, agente eziologico della polmonite interstiziale plasmacellulare che, in sintonia con altri autori, definì «pneumocistosi» (Considerazioni eziopatogenetiche su una casistica di polmoniti interstiziali plasmacellulari del lattante, in La Clinica pediatrica, XLIII [1961], pp. 917-933, in collab. con B. Babini - P. Scorza; Patologia polmonare del neonato e prematuro, in Arch. italiano di anatomia e istologia patologica, XXXVIII [1964], pp. 295-314, in collab. con B. Babini; Pneumopatia da Pneumocystis carinii, in Minerva medica, LVI [1965], pp. 2409-2419, in collab. con B. Babini - P. Scorza).

Tra i numerosi altri lavori pubblicati dal M. meritano di essere ricordati: la relazione sulla genesi del reumatismo (L’etiopatogenesi della malattia reumatica, in Atti del XX Congresso italiano di pediatria, Taormina… 1948, Fidenza 1949, pp. 456-462); il contributo alla conoscenza dei tumori degli organi interni in età pediatrica (I tumori viscerali nell’età infantile, in Atti del Congresso di cancerologia, Bolzano… 1952, Bologna 1953, pp. 43-59, in collab. con D. Gotti); gli studi di dietetica del lattante e del bambino in condizioni normali e patologiche (L’impiego nella dietetica infantile di un latte intero particolarmente modificato, in La Clinica pediatrica, XXXIII [1951], pp. 277-290; La moderna alimentazione della prima infanzia in rapporto con accrescimento ottimale, in Minerva pediatrica, XVII [1965], pp. 1404-1406; Dietoterapia nei dismetabolismi dell’infanzia, ibid., XVIII [1966], pp. 577-600; L’alimentazione oggi, in Minerva medica, LX [1969], pp. 569-571); le osservazioni sui valori particolarmente elevati dell’aldolasi serica del neonato, che mise in rapporto con i fenomeni emolitici (Variazione dell’attività aldolasica serica nell’età neonatale in condizioni fisiologiche, parafisiologiche e patologiche, in La Clinica pediatrica, XL [1958], pp. 397-409; Attività aldolasica dei globuli rossi nell’età infantile, ibid., pp. 551-562); lo studio clinico-statistico delle turbe dell’accrescimento determinate dalle osteocondrodistrofie (Le osteocondrodistrofie dell’accrescimento (Contributo casistico), ibid., XXXVI [1954], pp. 349-366, in collab. con C. Montanelli); l’esposizione dei risultati ottenuti nel trattamento della tubercolosi infantile (Risultati ottenuti nella clinica pediatrica di Bologna con l’impiego dei singoli medicamenti antitubercolari e delle varie loro associazioni nella terapia delle affezioni tubercolari con particolare riguardo a quelle dell’infanzia, ibid., pp. 501-520, in collab. con A. Degli Esposti); la documentazione dell’attività svolta presso il Centro immaturi dell’Istituto di puericultura (in collab. con S. Palesi: Efficienza delle pratiche profilattiche e dell’assistenza d’emergenza al neonato desunte dall’osservazione di 1263 ricoverati al «Centro materno immaturi» della clinica pediatrica di Bologna, in Bull. delle scienze mediche, CXXX [1958], pp. 265-274; Studio sugli immaturi ricoverati nel «Centro materno immaturi» di Bologna nel primo triennio di funzionamento, in Minerva nipiologica, VIII [1958], pp. 111-115); l’impiego dei radioisotopi nello studio della funzionalità tiroidea infantile (Valori normali della funzionalità tiroidea esplorata con i tests al radiojodio in rapporto alle varie età, in La Clinica pediatrica, XLI [1959], pp. 591-600, in collab. con L. Barbieri et al.; Impiego dello J-131 nell’esplorazione funzionale della tiroide in alcune endocrinopatie dell’infanzia, ibid., pp. 699-707, in collab. con A. Manaresi et al.); la coordinazione del secondo tema di relazione al XXXVII congresso della Società italiana di pediatria (XXXVII Congresso della Soc. italiana di pediatria, Firenze…, Seconda relazione. Emorragie digestive, Torino 1975: Generalità e piano di esposizione dell’argomento, pp. 1-4; Conclusioni. Schemi generali di orientamento diagnostico in corso di emorragie digestive, pp. 169-177).

Di notevole importanza fu la partecipazione del M. alla realizzazione delle edizioni italiane, dirette e aggiornate da G. Salvioli, del Trattato di pediatria dal Nelson Textbook of pediatrics, di W.E. Nelson - A.G. Mitchell, Bologna 1955, (poi, ed. agg., Torino 1971 e 1978). Pubblicò inoltre, in collab. con R. Pachioli e M. Orlandelli, il Manuale di puericultura, Bologna 1953, uno dei primi del settore. Collaborò, con la stesura di numerosi articoli riguardanti la patologia infettiva, alla IV parte del Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, Venezia-Roma 1965, e con la stesura, come unico autore, del volume Malattie del fegato e delle vie biliari (che fa parte del Trattato di pediatria e puericultura, a cura di G. De Toni, III, Torino 1963). Del M. si ricordano ancora: Poliomielite, in Manuale di patologia medica, diretto da D. Campanacci, II, Torino 1961, pp. 145-178; Malattie dell’apparato gastroenterico e ghiandole annesse, in Manuale di pediatria, a cura di E. Schwarz Tiene, Milano 1973; Malattie del fegato, in Diagnosi differenziale in pediatria, a cura di E. Bottone, II, Torino 1982, pp. 1545-1591, in collab. con G. Paolucci - R. Lazzari (postumo).

Il M. nel 1979 ottenne la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.

Morì a Bologna il 26 luglio 1980.

Aveva sposato Maria Angela Salvioli con la quale ebbe due figlie.

Fonti e Bibl.: Necr., in La Clinica pediatrica, LXII (1980), pp. 313 s.; in Bull. delle scienze mediche, CLIV (1982), pp. 14-17; in Università di Bologna, Annuario degli a.a. 1978/79 - 1979/80, Bologna 1987, pp. 295 s.; Libero Martoni. Arch. personale. Operosità scientifica e carriera didattica…, Bologna 1965; G.P. Salvioli, Bologna, in Riv. italiana di pediatria, XIX (1993), suppl. 1, p. 4; Id., La pediatria a Bologna, in Grand’angolo di Edit-symposia pediatria e neonatologia, VIII (2001), p. 57; Scritti di allievi in memoria di Eugenio Schwarz Tiene…, a cura di I. Farnetani, Cento 2004, p. 15; G. Paolucci, L. M., fondatore dell’oncoematologia italiana, in Grand’angolo di Edit-symposia pediatria e neonatologia, XII (2005), p. 109; I. Farnetani - F. Farnetani, Eugenio Schwarz Tiene pioniere dello studio delle malattie congenite, in Minerva pediatrica, LIX (2007), p. 62.

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