RE, Libri dei

Enciclopedia Italiana (1936)

RE, Libri dei

Giuseppe Ricciotti

Con questo termine si designa un numero differente di libri storici della Bibbia, a seconda che di questa si segue il testo originale ebraico, ovvero quello della versione greca dei Settanta e della latina Volgata (v. bibbia).

Il testo ebraico conosce soltanto due libri di Re, che tengono immediatamente dietro a due libri di Samuele; invece le suddette versioni contano quattro libri di Re, poiché chiamano con questo nome anche i libri di Samuele. I libri I-II Samuele e I-II Re del testo ebraico corrispondono quindi per ordine ai libri I-II-III-IV Re dei Settanta e della Volgata.

Nei Settanta il titolo vero dei quattro libri sarebbe Regni (Πρῶτος.. . . βασιλειῶν). Fu S. Girolamo che, riavvicinandosi all'ebraico, divulgò l'uso di Re: "meliusque multo est malachim, id est, Regum, quam mamlachot, id est, Regnorum, dicere. Non enim multarum gentium nomina describit, sed unius israelitici populi" (Prol. galeat.). L'osservazione è pienamente giustificata, ed è da tenere presente anche per il giudizio sulla composizione letteraria.

La divisione in quattro libri (o rispettivamente I e II Samuele, I e II Re) è artificiosa e tardiva, giacché non corrisponde all'argomento del testo e apparve per la prima volta nel testo ebraico nell'edizione Bombergiana (Venezia 1517); prima c'era la sola divisione di Samuele e Re.

D'ora innanzi, per ragioni pratiche, parleremo soltanto dei libri dei Re, includendovi anche Samuele.

Il periodo narrato dai Re va dal declino e tramonto dell'epoca dei Giudici fino alla distruzione di Gerusalemme e del regno di Giuda per opera di Nabucodonosor (v. ebrei: Storia e religione), seguendo con filo cronologico metodico e ordinato tutta la storia dei re di Giuda e d'Israele. Anche la collocazione dei Re nella serie di libri biblici è regolare, poiché essi, venendo subito dopo quello dei Giudici. cominciano con la storia di Samuele, che è ancora un Giudice, ma l'ultimo di essi e ha un'importanza decisiva nella fondazione della monarchia ebraica: perciò Samuele, più che come capitello che corona l'epoca dei Giudici, è stato considerato come piedistallo su cui poggia la monarchia, epperciò dal racconto dei suoi fatti prende giustamente le mosse la storia dell'epoca monarchica ebraica.

Contenuto. - Libri I-II Re (Samuele). - La storia di Samuele è narrata nei capitoli I-VII del Libro Primo, ed è intrecciata da principio con quella della fine di Eli, penultimo Giudice. Samuele nasce per grazia particolare di Jahvè, ed è presentato fanciulletto a Eli per essere educato nel santuario di Silo; ivi, fra la decadenza dei sacerdoti locali, Samuele è chiamato alla missione profetica; il popolo d'Israele è sconfitto gravemente dai Filistei, l'Arca dell'Alleanza resta preda dei vincitori, ed Eli muore; dopo breve permanenza presso i Filistei, l'Arca è spontaneamente rinviata agli Ebrei; i Filistei ricevono uno scacco a Eben-ezer, e Samuele comincia ad esercitare ufficialmente la giudicatura in Israele. Nei capitoli VIII-XV è narrata la storia di Saul, unico re. Il popolo, invidiando le circonvicine genti monarchiche, chiede un re a Samuele, e costui per ordine di Jahvè elegge e proclama re Saul; il nuovo re vince gli Ammoniti e conferma sempre più la sua autorità fra le varie tribù d'Israele; Samuele allora depone spontaneamente la propria autorità civile fino allora esercitata, riservandosi tuttavia ancora il potere religioso; Saul muove guerra ai Filistei, usurpando una volta in tale occasione il potere religioso di Samuele; più tardi muove guerra agli Amaleciti e vince, ma sottrae parte della preda alla distruzione obbligatoria per forza di voto religioso; perciò egli è dichiarato decaduto dalla sua autorità regia. Nei capitoli XVI-XXXI è narrato il declino e la fine di Saul insieme con gl'inizî di David.

Dopo la reiezione di Saul, Samuele riceve da Jahvè l'ordine di ungere segretamente re David, il quale è poi chiamato in corte da Saul; David uccide il gigante Golia, ma per la sua crescente popolarità suscita la gelosia di. Saul; perciò David è costretto più tardi ad allontanarsi dalla corte, e ad andare randagio a Nob, Gath, e in varî altri luoghi deserti, seguito dai suoi fidi armati ma cercato a morte da Saul; Saul, avanti di attaccare i Filistei, fa evocare nottetempo dalla pitonessa di Endor lo spirito di Samuele, morto poco prima; nel frattempo David, che si era falsamente alleato con i Filistei, viene da costoro allontanato dall'esercito, e vince gli Amaleciti; l'esercito d'Israele è sbaragliato dai Filistei sui monti di Gelboe, e Saul con i suoi figli rimane ucciso sul campo.

Nei capitoli I-IV del Libro Secondo è contenuta la storia del periodo in cui David regnò a Hebron, il suo antagonismo col resto della dinastia di Saul, e la fine di questa dinastia. Nei capitoli V-XX si narra la storia di David re solo su tutto Israele; egli è riconosciuto re da tutte le tribù, e subito appresso conquista la valida fortezza jebusea di Sion (Gerusalemme), ne fa la sua capitale, e fa trasportare l'Arca; si enumerano le varie guerre vittoriose di David; durante l'assedio di Rabbath-Ammon egli commette l'adulterio con Bethsabea, e successivamente avvengono l'incesto di suo figlio Amnon e la ribellione dell'altro figlio Assalonne, in breve domata.

I capitoli XXI-XXIV contengono documenti di natura varia, e disposti non in serie cronologica; tali sono l'episodio della fame di tre anni, un cantico di ringraziamento di David; il catalogo dei suoi prodi, il censimento e la sua punizione mediante la peste.

Libri III-IV Re. - Nei capitoli I-XI del Libro Terzo è narrato il regno di Salomone; ma poiché la precedente storia ha lasciato David ancora in vita, qui si riferisce la sua morte, preceduta dalla scelta di Salomone a successore, a preferenza dell'altro figlio Adonia; Salomone sposa la figlia del faraone, e organizza con sapienza il suo regno; dopo adeguati preparativi, costruisce a Gerusalemme il Tempio a Jahvè e la reggia a sé stesso; dedica il Tempio, ed è poi visitato dalla regina di Saba; cade nell'idolatria, è punito, e muore. Dal cap. XII del Libro Terzo fino al cap. XVII del Libro Quarto si narra prima la scissione del regno d'Israele da quello di Giuda, e poi la storia sincronistica dei due regni fino alla caduta di quello d'Israele. Vedine il quadro alla pagina seguente.

Dal cap. XVIII al XXV (del Libro Quarto) è narrata la storia della dinastia davidica, regnante sul superstite regno di Giuda; regno di Ezechia, invasione dell'assiro Sennacherib, malattia e guarigione del re, messaggio del babilonese Merodach-baladan; regno di Manasse; regno di Amon; regno di Giosia, scoperta del libro della Legge e riforma religiosa; regni di Joacaz, di Joakim e di Joachin; regno di Sedecia, sua ribellione a Nabucodonosor, assedio e distruzione di Gerusalemme, e deportazione del popolo a Babilonia; governo ed uccisione di Godolia; liberazione di Joachin, prigioniero a Babilonia.

Fonti. - I due primi libri dei Re (Samuele) comprendono un periodo di circa un secolo, gli ultimi due (III-IV Re) si estendono invece per circa quattro secoli: è dunque evidente che la narrazione, quale noi oggi l'abbiamo, che segue un ordine cronologico regolare, ha utilizzato fonti anteriori all'ultima sua redazione.

Nei primi due libri è citato espressamente solo un "Libro del Retto" (II Re [Sam.], I, 18; se pure non è da leggersi "Libro del Canto") da cui è tolta la celebre elegia di David per la morte di Saul. Ma negli altri due libri le citazioni espresse sono frequenti: cioè un "Libro degli atti di Salomone" (III Re, XI, 41); un "Libro delle cronache dei re di Giuda" (XIV, 29, citato molte altre volte in seguito); un "Libro delle cronache dei re d'Israele" (XIV, 19, e molte altre volte in seguito). Tutte queste fonti sono perdute; ed è anche difficile decidere se esse fossero gli annali ufficiali dei regni (nelle corti ebraiche esisteva l'ufficio di mazkir, "ricordatore"), o non piuttosto opere private che avevano utilizzato gli annali ufficiali. Certamente, ad ogni modo, queste opere citate in maniera esplicita non furono le sole utilizzate: ad esse bisogna aggiungere buona parte delle altre fonti ricordate dal Cronista (v. cronache, libri delle, XII, p. 34); con molta probabilità poi devono essere stati utilizzati altri documenti per certi particolari argomenti, ad es., le storie di Elia e di Eliseo profeti, gli archivî del tempio per fatti attinenti al tempio stesso o per elenchi di persone e di cose, la tradizione orale per episodî speciali, ecc.

La molteplicità delle fonti è confermata dalla ripetizione di alcuni racconti, che presentano lo stesso argomento da un punto di vista differente o con differenti particolari: ad es., si ha un doppio racconto dell'istituzione della monarchia (cfr. I Re [Sam.], IX-X, 16, con X, 17 segg.), una doppia origine del proverbio su Saul profetizzante (cfr. X, 10-11, con XIX, 23-24), una doppia maniera con cui David entrò in relazione con Saul (cfr. XVI, 18-23, con XVII, 1 segg.), e casi analoghi. Tale fenomeno era comune in autori semitici, che assai spesso desumevano interi tratti da scritti precedenti, e li riportavano letteralmente nella loro compilazione giustapponendoli uno appresso all'altro (cfr. I. Guidi, L'historiographie chez les Sémites, in Revue Biblique, 1907, p. 509 segg.).

Il documento letterario. - Dalle suddette fonti è scaturita complessivamente la nostra compilazione storica: nel giudicare la quale, tuttavia, è necessario distinguere la sua prima parte (I-II Re o Samuele) dalla seconda (III-IV Re). Esse infatti si differenziano, non solo per la diversità di argomento e di periodo trattato, ma anche per la maniera di trattazione. È stato notato infatti che: mentre nella prima parte non si hanno citazioni esplicite di fonti (salvo I Re [Sam.], I, 18), nella seconda parte tali citazioni sono molto frequenti (v. sopra); mentre nella prima parte si trascura di dare indicazioni cronologiche, nella seconda si ha una cura particolare per i dati sincronistici dei varî regnanti; mentre la prima parte delinea la figura dei personaggi non soffermandosi a dare espliciti giudizî sulla loro condotta, la seconda esprime puntualmente quasi su ogni personaggio un giudizio di riprovazione o di lode.

Del resto, il periodo stesso in cui termina il racconto della prima parte - anteriore di ben quattro secoli a quello in cui termina la seconda - lascia supporre che la prima parte, almeno nella sua sostanza e in una redazione più antica, era compiuta molto prima che fosse composta la seconda. Ciò non significa tuttavia che, in seguito, uno o più redattori non ritoccassero per scopi particolari le redazioni più antiche di ambedue le parti, le riunissero connettendole opportunamente a vicenda, fino a dar loro l'aspetto di opera cronologicamente conseguente, e così le facessero circolare come un quid unum. Ma quest'ultimo lavoro si deve considerare come una parte speciale di quella gigantesca impresa compiuta dagli scribi esuli in Babilonia, i quali nello sfacelo totale della nazione salvarono e riordinarono il patrimonio nazionale delle scritture sacre: in tale occasione ai libri biblici di tipo storico fu impresso quel carattere di continuità cronologica che fa loro narrare per filo la storia nazionale dalla conquista del Canaan (libro di Giosuè; v.) fino all'esilio babilonese (IV Re; per le Cronache, v. cronache, libri delle).

Ma quest'ultima redazione, a scopo di connessione, dovette ben poco influire sul testo delle due opere, compilate in precedenza sulle fonti già viste. Quanto all'origine rispettiva delle due opere, non si hanno sicure notizie antiche né convincenti congetture moderne.

La notizia del Talmūd (Baba batra, 14 b) che attribuisce a Samuele la paternità del suo libro (cioè I-II Re) è falsa per il fatto stesso che già da prima della metà dell'opera è narrata la morte di Samuele; può tuttavia avere un nucleo di verità, se si suppone che il compilatore abbia utilizzato per i primi capitoli qualche scritto attribuito a Samuele: si trovano infatti citati in I Cronache, XXIX, 29, i libri di "Samuele il veggente", di "Nathan il profeta" (v. nathan), e di "Gad il veggente" (cfr. I Cron., XXVII, 24). Né mancano prove per ritenere che il compilatore abbia lavorato molto più tardi della scissione del regno di Israele da quello di Giuda (circa 932 a. C.): non solo infatti egli talvolta spiega il significato di vocaboli arcaici (I Re [Sam.], IX, 9), talvolta accenna a vecchie costumanze abbandonate (II Re [Sam.], XIII, 18) ovvero frequentemente impiega la formula "fino a questo giorno" (I Re [Sam.], V, 5; VI, 18; ecc.), ma sono espressamente ricordati i "re di Giuda fino a questo giorno" possessori di Siceleg (I Re [Sam.], XVII, 6) in contrapposto, implicito ma antico, ai re d'Israele.

Oggi, abbastanza comunemente, i critici raggruppano le fonti che sono confluite in I-II Re (Sam.) in due serie principali: quella di tipo J, cioè Jahvista, e quella di tipo E, cioè Elohista. La fusione di queste due fonti sarebbe opera di un redattore posteriore al ritrovamento del Deuteronomio nel 621 a. C. (sigla RP); infine un successivo redattore avrebbe ritoccato la precedente compilazione accordandola con le idee del codice sacerdotale o presbiterale (sigla RD); (per queste sigle e rispettivi documenti, cfr. genesi; pentateuco).

Per la seconda parte dell'intera compilazione storica, cioè III-IV Re, abbiamo un'attribuzione data egualmente dal Talmūd (Baba batra, 15a), che ne fa autore Geremia (v.). Se si riferisce alla sostanza di questa seconda parte, l'attribuzione non è astrattamente inverosimile, benché di fatto non provata; ad ogni modo il compilatore scrive certamente sotto l'influenza del Deuteronomio, tanta è la sua preoccupazione di esaltare ad ogni passo la centralizzazione del culto jahvistico e l'unità del santuario; quindi, se non fu proprio Geremia, fu con ogni probabilità un suo contemporaneo, che aveva cordialmente aderito alla riforma deuteronomica attuata dal re Giosia e che con la sua compilazione mirava a estenderla sempre più. È evidente infatti che la sostanza della compilazione fu compiuta prima della distruzione del regno di Giuda (586 a. C.), giacché in più d'un punto si rileva uno stato di cose come ancora esistente al tempo del compilatore, mentre dopo la distruzione del regno non era più tale (cfr. IV Re, VIII, 22; XVI, 6; XVII, 34; ecc.).

Ad ogni modo, la compilazione ricevette certo delle aggiunte posteriori, probabilmente quando fu connessa mediante una speciale redazione con la precedente parte (I-II Re [Sam.]) e così formò il grande racconto storico nazionale della Bibbia (v. sopra). Ne è una prova, fra altre, la notizia data in IV Re, XXV, 27-30, che narra come il re Joachin, prigioniero in Babilonia, fosse liberato dopo 37 anni di prigionia da Evil-merodac, nuovo sovrano babilonese, e fosse trattato onorevolmente per tutto il resto della sua vita: il che ci riporta a dopo il 561 a. C., in cui avvenne detta liberazione, e perciò a qualche decina d'anni dopo la distruzione del regno di Giuda. Ecco quindi che l'ultima redazione della compilazione cade dall'epoca dell'esilio di Babilonia in poi.

Quanto alla suaccennata attribuzione a Geremia, è da rilevare la corrispondenza perfetta fra IV Re, XXIV, 18, XXV, con Geremia, LII (cfr. anche Ger., XXXIX), la quale più probabilmente è da considerarsi come un riporto dal testo dei Re in quello di Geremia, che non viceversa. Questo riporto, secondo alcuni moderni, confermerebbe che gli antichi scribi ritenevano Geremia quale autore della compilazione.

Bibl.: Tralasciando i commentarî pubblicati nel sec. XIX, ci limitiamo a ricordare: W. Nowack, Samuel, in Hand Kommentar zum Alt. Test., Gottinga 1902; K. Budde, Die Bücher Samuel erklärt, in Kurzer Hand-Komm., Tubinga 1902; B. Neteler, Die Bücher Samuels... übersetzt und erklärt, Münster 1903; N. Schlögl, Die Bücher Samuels, Vienna 1904; A. R. S. Kennedy, The books of Samuel, Londra 1905; P. Dhorme, Les livres de Samuel, Parigi 1910; W. G. Blackie, The book of Samuel, 2ª ed., Londra 1917; A. Schulz, Die Bücher Samuel übersetzt und erklärt, voll. 2, Münster 1919-20; B. Wolf, Das Buch Samuels übersetzt und erklärt, voll. 2, Münster 1919-20; B. Wolf, Das Buch Samuel übersetzt und erklärt, voll. 2, Francoforte s. M. 1923-26; W. Caspari, Die Samuelbücher, Lipsia 1926; A. F. Kirkpatrich, First and Second Books of Samuel, Cambridge 1930; O. Eissfeldt, Die Komposition der Samuelisbücher, Lipsia 1931; J. C. Matthews, The books of Samuel, Filadelfia 1931.

Per i libri III-IV Re: J. Benzinger, Die Bücher der Könige, in Kurzer Hand-Kommentar, Tubinga 1899; R. Kittel, Könige, in Hand-Kommentar, Gottinga 1900; N. Schlögl, Die Bücher der K., Vienna 1911; A. Šanda, Die Bücher der K. übers. und erkl., voll. 2, Münster 1911-12; E. Dimmler, Die vier Bücher der K., Gladbach 1922; S. Landersdorfer, Die Bücher K. übers. und erkl., Bonn 1927; P. Vannutelli, Libri synoptici V. T. seu Librorum Regum et Chronicorum hebr. graece et lat. critice editi, I, Roma 1931.

Per il discernimento delle fonti, vedi le rispettive edizioni a colori nella Bibbia policroma di P. Haupt: The books of Samuel critical edition of the Hebrew text... by K. Budde, Lipsia 1894; The books of Kings... by B. Stade assisted by Fried. Schwally, ivi 1904.

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