lichene Corpo vegetale costituito dall’associazione di un fungo e di un’alga.
I l. si distinguono da tutti gli altri vegetali per non essere organismi unitari, bensì consorzi di 2 tipi di vegetali molto diversi l’uno dall’altro. Essi risultano dall’intima associazione di un fungo Eumicete, di solito Ascomicete (Ascolicheni) e in pochissimi casi Basidiomicete (Basidiolicheni), con un’alga: Cianobatterio o Cloroficea; da tale unione risultano complessi che presentano caratteri sia morfologici sia fisiologici che non si riscontrano né nei funghi autonomi né nelle alghe. L’impalcatura del tallo è costituita dal fungo, mentre le alghe sono distribuite (come cellule isolate o gruppi di cellule o filamenti pluricellulari) uniformemente in tutto il tallo o limitatamente a uno strato; il primo caso è quello degli Omeolicheni o l. omeomeri (fig. A), che sono sempre gonimici, ossia associati ad alghe Cianofite, e di norma allo stato umido appaiono come masse gelatinose; nel secondo caso, degli Eterolicheni o l. eteromeri (fig. B), si può spesso distinguere uno strato periferico, sottile, formato di ife strettamente addossate, detto strato corticale, uno interno di ife lasse, strato midollare, e tra il primo e il secondo lo strato gonidiale, distinto per la presenza delle cellule verdi. In rarissimi casi si ha una trisimbiosi, quando cioè in un l. si trovano due distinti organismi fotosintetici (es., in Solorina), oppure quando in un l. penetrano e si diffondono le ife di un secondo fungo, che viene considerato come parassita del lichene.
Caratteristica della simbiosi lichenica è la formazione di numerose sostanze organiche speciali dei l., come gli acidi lichenici (acido lecanorico, cetrarico ecc.), pigmenti, sostanze amare ecc.; gli acidi e le sostanze coloranti si depositano nella o sulla membrana delle ife, i primi in forma cristallina; frequente è l’ossalato di calcio. In alcuni tipi di l. si trova, o come sostanza di riserva o come costituente delle pareti delle cellule, il polisaccaride lichenina, (C6H10O5)n, con n = 80-160, detto anche amido dei licheni; possiede una stretta somiglianza con la cellulosa, in particolare con la idrocellulosa: come questa, per idrolisi totale, si trasforma in glucosio e, per idrolisi parziale, in cellobiosio.
I talli, di norma macroscopici, presentano grande ricchezza di forme: croste più o meno sottili, lamine fogliacee variamente divise, corpi massicci di vario aspetto, cespuglietti dati da una ricca ramificazione. Il tallo del l. si sviluppa al disotto della superficie della corteccia di alberi o penetra, disgregandola chimicamente, in una roccia o forma un corpo di vario aspetto (crostoso, fogliaceo, cespuglioso) che cresce sul terreno, sulle rocce, dove può penetrare per vari millimetri, o sulla scorza degli alberi aderendovi di norma per mezzo di rizoidi che sono organi di attacco.
La riproduzione di un l., data la presenza di due vegetali diversi, può aver luogo unicamente per propagazione. Frammenti del tallo oppure soredi, cioè corpiccioli formati da alcune cellule dell’alga circondate da ife del fungo, si staccano dal corpo lichenico e vengono diffusi dal vento o dall’acqua; trovando condizioni opportune si sviluppano ulteriormente dando origine a un nuovo tallo. Le alghe (erroneamente dette ‘gonidi’, perché gli antichi botanici pensavano che fossero le cellule riproduttrici del l.) si riproducono nell’interno del tallo solo per divisione; il fungo negli Ascolicheni può riprodursi per conidi, ma più spesso forma ricettacoli ascofori del tutto simili a quelli degli Ascomiceti e precisamente, a seconda dei generi, in forma di periteci (l. angiocarpi o pirenocarpi) o di apoteci (l. gimnocarpi o discolicheni) che liberano le spore; i Basidiolicheni producono basidiospore. Da tali spore ovviamente si possono originare solo ife fungine, ma perché si origini un tallo lichenico è necessaria la presenza dell’alga.
È possibile separare e coltivare separatamente l’alga e il fungo di molti l.: si osserva che l’alga, essendo pianta autotrofa, si sviluppa e si riproduce senza difficoltà, mentre il fungo forma al massimo un micelio che presenta somiglianza con il tallo lichenico rispettivo, ma il condizionamento della simbiosi lichenica pare lo renda incapace di formare organi riproduttivi e spore; tali funghi hanno perduto la capacità di condurre vita indipendente e anche perciò si distaccano dagli altri funghi autonomi, di cui molti si possono coltivare in laboratorio fino alla formazione delle spore. Non è stato ancora possibile ottenere artificialmente la sintesi di un l. partendo da spore isolate e da alghe.
In alcuni casi il fungo emette austori che si attaccano e addirittura penetrano nella cellula gonidica comportandosi quindi come un vero parassita, che arriva talora a uccidere le cellule gonidiche, ma nella maggior parte dei casi le ife fungine aderiscono semplicemente alle cellule verdi. L’associazione che si osserva nei l. ha avuto nomi diversi secondo l’interpretazione che se ne è data: consorzio lichenico, simbiosi, elotismo/">elotismo, parassitismo bilanciato, lichenismo ecc. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di una simbiosi mutualistica, nella quale ambedue i simbionti ricavano qualche vantaggio. L’alga, essendo provvista di clorofilla, provvede al fungo sostanze organiche, il fungo provvede all’alga l’acqua e le sostanze inorganiche, cosicché il l. può vivere in luoghi dove l’alga e il fungo da soli non potrebbero vivere.
La simbiosi lichenica ha modificato la fisiologia e l’ecologia dei lichenomiceti; questi, in confronto ai funghi autonomi, presentano sviluppo migliore in climi freddi, maggiore consistenza, possono resistere a grande siccità. I l. hanno notevole resistenza sia alle alte sia alle basse temperature: nelle tundre artiche formano spesso la massa della vegetazione. Sono diffusi in tutto
Anche per la durata della vita i l. si distinguono dai funghi autonomi perché vivono in generale per qualche anno, accrescendosi molto lentamente, specie i l. crostosi.
Nell’antica sistematica i l. erano considerati come un gruppo di vegetali equivalente al gruppo delle Alghe o dei Funghi; quando fu dimostrata la duplice natura di questi organismi, tale concezione non fu più sostenibile. Si tratta di un complesso di funghi derivati indubbiamente da gruppi diversi, che si sono adattati a questo speciale modo di vivere; se fosse possibile rintracciare per ognuna delle famiglie e degli ordini lichenici il fungo da cui si sono evoluti, si dovrebbero inserire questi gruppi sistematici nei relativi quadri della classificazione dei funghi; ma ciò, per ora, non è possibile. Perciò i l. sono trattati come un complesso di funghi fisiologicamente ed ecologicamente diversi, in appendice ai funghi autonomi.
Nella sistematica moderna, i l. costituiscono secondo alcuni studiosi una divisione (serie) a sé stante. Le alghe licheniche appartengono alle famiglie: Nostocacee, Croococcacee ecc., per i
I l. vengono distribuiti in 3 classi: a) Ficolicheni; b) Ascolicheni; c) Basidiolicheni. In appendice sono compresi i L. imperfetti o Deuterolicheni, rappresentati da un tallo pulverulento, flocculoso e mucillaginoso, gonidico o gonimico con gonidi e gonimi sparsi senz’ordine in tutto lo spessore del tallo e generalmente in proporzione eguale alle ife; restano sempre sterili. Rivestono, talora per tratti molto estesi, rocce, cortecce di alberi ecc. Si possono considerare talli con lichenizzazione imperfetta dovuta a condizioni ambientali sfavorevoli (ambienti troppo ombrosi o umidi).
L. canino Nome comune di Peltigera canina, l. a tallo fogliaceo, ampio fino a 15 cm, lobato al margine, di solito grigio-bruno, con apoteci bruno-rossastri all’apice dei lobi. È molto comune ovunque sul terreno, tra i muschi e su rocce. Si usa nella medicina popolare e anticamente si reputava utile nell’idrofobia e nella tosse canina. L. geografico Nome comune di Rhizocarpon geographicum, l. che forma croste areolate di un giallo-verde o giallo limone, aderenti al substrato per mezzo di uno strato inferiore nero, visibile al margine e tra le areole; tra queste sono inseriti gli apoteci, neri, rotondi, larghi al massimo 1 mm. È comune in tutto il mondo, particolarmente nei monti su rocce e sassi; altre specie simili sono comuni in