Lieve

Enciclopedia Dantesca (1970)

lieve (leve)

Fernando Salsano

In If III 93 più lieve legno convien che ti porti, vale " di poco peso "; e come in altre attestazioni, il concetto di leggerezza implica anche una certa conseguenza: nel caso, il modesto o nullo pescaggio della navicella, com'è confermato dal vasello snelletto e leggero, / tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva (Pg II 41-42) cui Caronte si riferisce. Altrettanto si riscontra in Pg XXXI 96 sen giva / sovresso l'acqua lieve come scola, dove la levità spirituale di Matelda fa sì che ella sfiori appena la superficie dell'acqua. Così in If XXIV 32 noi a pena, ei lieve e io sospinto, / potavam sù montar, significa la leggerezza di Virgilio in quanto privo del corpo, ma con evidente riferimento alla facilità del suo ascendere, come risulta anche dal rapporto con sospinto riferito alla pesantezza di Dante. In Pg XII 116 esser mi parea troppo più lieve, e XXII 7 l'aumento della levità è dovuto alla cancellazione delle P dalla fronte del pellegrino, e si esprime nella conseguente facoltà di muoversi con minore fatica.

In Pd XXXIII 65 ne le foglie levi / si perdea la sentenza di Sibilla, la leggerezza delle foglie implica anche il senso della facilità con cui il vento le porta via.

In Pd I 99 ammiro / com'io trascenda questi corpi levi, la leggerezza è riferita alla scarsa densità dell'aria e del fuoco, che rispetto agli altri due elementi, terra e acqua, costituiscono le due sfere superiori, più l. e nobili.

In senso figurato, se si riferisce al peso di una difficoltà di ordine fisico o spirituale, vale " facile ", " agevole ", come in If XXVIII 60 la vittoria... / ch'altrimenti acquistar non saria leve; Pg I 108; Rime XCI 32 s'io 'l credesse far fuggendo lei, lieve saria; CVI 56 discenderò... / in parte ed in costrutto / più lieve, sì che men grave s'intenda; Vn XIX 21 questa ultima parte è lieve a intendere; Pd XXIV 37 (contrapposto a gravi); Cv IV XVII 12. Si noti la locuzione ‛ di l. ', per " facilmente ", in Pg VIII 76 Per lei assai di lieve si comprende / quanto in femmina foco d'amor dura.

In Pg XI 35 sì che, mondi e lievi, / possano uscire a le stellate ruote, per il riferimento all'eliminazione del peso della colpa (lavar le note, v. 34), vale piuttosto " leggero " (e si veda il corrispondente vi disgrievi al v. 37).

Vale " poco grave ", in Pg XX 78 quanto più lieve simil danno conta, e " poco doloroso ", in Rime CIV 84 lieve mi conterei ciò che m'è grave, dove ritorna come predicativo di ‛ contare ' (per " considerare ", " valutare "). Come predicativo di ‛ farsi ', esprime l'attenuarsi della forza delle passioni connaturali: Cv III VIII 18 tutto che molto per buona consuetudine si facciano lievi. In Cv II IV 8 per esperienza non lieve, vale " di scarsa importanza "; mentre in IV Le dolci rime 25 altri fu di più lieve savere, che si ripete in III 5 e 7, vale " superficiale " e come tale " discutibile ", " oppugnabile " (la superficialità di scienza dell'imperatore si aggrava in colui che, eliminando li belli costumi, fa poggiare la nobiltà solo sull'antica ricchezza).

Significa la leggerezza spirituale come volubilità, in Cv III I 12 si può pensare ogni stabilitade d'animo essere a quella mutabile e però me non giudicare lieve e non stabile (§ 11 forse sarei stato ripreso di levezza d'animo), dove si conferma nell'endiade con non stabile. Ancora un eccesso di mobilità (una inconstantia che è l'opposto della studiositas: cfr. Tomm. Sum. theol. II II 53 4 e 5, e 166) si esprime in IV XV 15 sono molti di sì lieve fantasia che in tutte le loro ragioni transvanno.