Cavani, Liliana

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Regista italiana (n. Carpi 1933). Dopo aver curato una serie di trasmissioni, a carattere soprattutto storico, girò, sempre per la tv, Francesco d'Assisi (1966), tentativo di interpretazione non convenzionale, che denotava notevoli capacità di stile. In Galileo (1968) ancora una figura storica presa come occasione di discussione di temi (religione e potere) di attualità. Seguirono I cannibali (1969), L'ospite (1970) e Milarepa (1973). La risonanza critica e il successo di pubblico giunsero con Il portiere di notte (1974), che descrive l'ambigua complessità di rapporti tra vittima e carnefice. Ha poi diretto: Al di là del bene e del male (1977), sulla vita di Nietzsche; La pelle (1981, dall'omonimo romanzo di C. Malaparte); Oltre la porta (1982); Interno berlinese (1985); Francesco (1989); Dove siete? Io sono qui (1993); Ripley's game (2002). Tra i suoi film televisivi, ricordiamo De Gasperi, l'uomo della speranza (2005), Einstein (2008) e Troppo amore (2012). Ha diretto inoltre alcune opere liriche - La traviata (1992); Cavalleria rusticana (1996); Manon Lescaut (1998) - e debuttato nella regia teatrale con la commedia Filumena Marturano, in scena al Festival dei due mondi di Spoleto nel 2016. Insignita del David di Donatello alla carriera nel 2012, nello stesso anno ha presentato fuori concorso alla 69a edizione della Mostra del cinema di Venezia il documentario Clarisse, e nel 2018 ha ricevuto il Premio Bresson nell’ambito della 75a edizione della Mostra del cinema di Venezia. Tra le sue regie cinematografiche più recenti si segnala quella della pellicola L'ordine del tempo (2023), tratta dall'omonimo testo di C. Rovelli, presentata fuori concorso alla 80a edizione della Mostra del cinema di Venezia. Nel 2023 le è stato assegnato il Leone d'oro alla carriera.

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