LINGUADOCA

Enciclopedia Italiana (1934)

LINGUADOCA (fr. Languedoc; A. T., 35-36)

Clarice EMILIANI
Georges BOURGIN

Antica provincia della Francia meridionale, confinante a E. con la Provenza e il Delfinato, a N. con il Lionese e l'Alvernia, a O. con la Guienna e la Guascogna, a S. con il Rossiglione e il Mediterraneo su cui si affaccia per largo tratto dalle foci del Rodano allo stagno di Leucate. Comprende per intero gli attuali dipartimenti di Aude, Tarn, Hérault, Gard, Lozère e parte dei dipartimenti di Alta Garonna, Tarnet-Garonne, Ardèche e Alta Loira. Il vasto territorio (41.000 kmq. circa) compreso entro questi limiti consta di varie regioni diverse che hanno solo i legami di un comune passato storico.

Il nome di Linguadoca appare poco tempo dopo la morte di Luigi IX il Santo, latinizzato in Lingua de hoc, o tradotto nell'espressione Lingua Occitana; fu adottato e volgarizzato definitivamente nel sec. XIV, quando apparve pure l'espressione Langue d'oil, essendo oil e oc i termini di affermazione (oui) usati rispettivamente nei paesi del nord e del sud. Però, mentre il termine Languedoil non fu mai applicato a una regione determinata, quello di Languedoc fu usato per indicare la parte dell'antica contea di Tolosa, che era passata alla casa reale, e precisamente i territorî che formavano nel passato le senescallie di Tolosa, Carcassonne e Beaucaire. Prima che apparisse il termine Languedoc, si era cercato del resto un nome generale per indicare questa parte dell'antica Gallia: Provincia, Terra (o Conquista) Albigensis (o pars Albigensium) e, per una parte solamente del paese, Narbonensis Septimania e Gotha.

Geologicamente la Linguadoca risulta costituita dalla potente massa dei terreni arcaici dell'Altipiano Centrale, che, interrotti dai terreni sedimentarî giurassici dei Causses, riappaiono nei monti dell'Espinouse per terminare a N. della soglia di Naurouse nel massiccio granitico e scistoso della Montagne Noire (m. 1210 al Pic de Nore). L'altipiano, che a NO. declina gradatamente, a SE. presenta invece un orlo rialzato che bruscamente precipita nella sottostante pianura; quest'orlo meridionale, tra l'Hérault e l'Ardèche, forma le Cevenne (v.); esso è stato fortemente inciso dai corsi d'acqua diretti al Mediterraneo che hanno dato origine a creste acute dette serres. Delle grandi faglie segnano spesso la linea di contatto fra i terreni cristallini dell'Altipiano Centrale e i sedimenti calcarei che riempirono in epoca giurassica un largo golfo nel fianco meridionale del Massiccio Centrale; è questa la regione dei Causses, altipiano calcareo inclinato da E. a O. che raggiunge la massima altezza nel Causse Méjan (1200 m.); numerosi vi sono i fenomeni carsici, con inghiottitoi, doline, grotte e corsi d'acqua sotterranei (v. causses); i villaggi per la mancanza d'acqua alla superficie sono situati nelle profonde valli dove si trova anche un po' di terreno fertile; sull'altipiano, quasi spopolato, il suolo arido e ciottoloso non offre che magri pascoli. Ai piedi delle Cevenne si stendono i Garrigues, alture di calcare bianco giurassico, coperte da una vegetazione di quercioli detti garrus, da cui prendono nome. Tra i Monti Corbières a SO. e il corso del Rodano a E. si stende l'ampia pianura della Bassa Linguadoca, costituita da terreni alluvionali miocenici e pliocenici nell'interno, recenti lungo la costa. La costa bassa e uniforme presenta un seguito di larghe insenature appoggiate ad antiche isole calcaree, come i capi di Leucate e di Sète, o vulcaniche come ad Agde; una serie di lagune salmastre, che sottili cordoni litorali separano dal mare, accompagnano la costa senza quasi interruzione da Agde a Aigues-Mortes. Per l'enorme quantità di materiale detritico convogliato dai corsi d'acqua, si ha un continuo avanzamento della costa; città prima sul mare, come Béziers, Agde e Narbona, distano ora qualche chilometro da esso. Diversa per natura del suolo e morfologia è la fertile pianura aquitanica, che, costituita da arenarie tenere più o meno argillose, presenta un aspetto monotono.

I diversi corsi d'acqua che bagnano la Linguadoca appartengono a tre bacini; dalle Cevenne scorrono verso il Rodano il Doux, l'Erieux, l'Ardèche coi suoi affluenti, la Cèze e il Gard; verso la Garonna il Tarn e il Lot, che attraversano in gole, famose per la loro selvaggia bellezza, la regione dei Causses. Nelle Cevenne hanno anche origine i rami sorgentiferi della Loira e dell'Allier suo maggiore affluente. Vi sono poi i fiumi che sboccano direttamente nel Mediterraneo, i quali, sia che scendano dai Pirenei, come l'Aude, sia dalle Cevenne, come l'Orb e l'Hérault, hanno tutti carattere torrentizio. Il sistema idrografico della Linguadoca si completa con il Canal du Midi e con i varî canali che lungo la costa congiungono il Rodano al Canal du Midi.

Una certa unità è conferita alla Linguadoca dal clima, godendo la maggior parte di essa del clima mediterraneo che si estende anche nelle valli principali delle Cevenne; notevole è la mitezza dell inverno lungo la fascia costiera, dove raramente e per breve tempo si hanno temperature inferiori a 0°; il regime mediterraneo delle piogge, con i massimi in primavera e in autunno e la prolungata siccità estiva, domina su tutto il litorale, in cui si hanno meno di 600 mm. di piogge con insaccature nelle valli del Rodano e dell'Aude, nei monti Corbières e ai piedi delle Cevenne al clima più rigido si aggiungono piogge abbondanti (1000 mm. circa) che aumentano ancora nei luoghi più elevati delle Cevenne fino a raggiungere quasi i 2000 mm. nell'Aigoual, una delle zone più piovose della Francia. Man mano che dalla Bassa Linguadoca ci s'inoltra verso il bacino aquitanico, il clima più costante tende a divenire oceanico, con il massimo delle precipitazioni in primavera.

Come diverse sono la natura, la morfologia del suolo e il clima, così svariate sono le colture; dalla segala, che insieme con le castagne costituisce il principale prodotto dell'Altipiano Centrale, si passa alle colture mediterranee della Valle del Rodano e della Bassa Linguadoca; qui al grano e alle altre coltivazioni si è venuta sostituendo quasi dappertutto la vite, che dà un prodotto non molto pregiato, ma abbondante; si coltivano inoltre gli ulivi e i gelsi per l'allevamento del baco da seta. Più variate sono le colture nella valle della Garonna: grano, vite, tabacco, ortaggi e alberi da frutta. L'allevamento del bestiame, specie degli ovini, è di vitale importanza per la sterile regione dei Causses, di cui costituisce l'unica ricchezza; nella Bassa Linguadoca si allevano, oltre agli ovini, i bovini e i cavalli, questi ultimi presso le Bocche del Rodano; nei dintorni di Tolosa ha raggiunto una notevole importanza l'allevamento degli animali da cortile, polli, conigli, tacchini e oche, che si esportano in Inghilterra e in Gemiania. Scarsa importanza hanno le industrie estrattive, che si riducono ai giacimenti di ferro e carbone del bacino del Gard (Alès) e a piccoli giacimenti di rame e piombo nell'Aude e nell'Hérault, di bauxite nell'Ariège e nell'Hérault. Le industrie sono localizzate nei centri di Tolosa (calzature, filande, fonderie, cartiere), Carcassona (filatura e tessitura della lana), Millau (lavorazione di pellami), Carmaux (vetrelie), Privas (industria della seta e della lana). La vita marinara non ha mai avuto grande importanza, data la natura della costa: Sète, il secondo porto francese del Mediterraneo, è in parte artificiale.

La popolazione, la cui densità varia da 5 ab. circa per kmq. nelle parti più sterili dei Grands-Causses a 80 e 100 ab. per kmq. nella valle dell'Hérault, vive in genere accentrata. Nella Bassa Linguadoca la natalità in grande diminuzione ha causato una forte corrente immigratoria specialmente d'Italiani, molti dei quali hanno sostituito i coloni francesi. Regione d'antico popolamento, la Bassa Linguadoca ha numerosi centri: Nîmes (89.243 ab.), Montpellier (86.924 ab.), Narbona (31.909 ab.), Béziers (71.527 ab.), Carcassona (34.921 ab.), Tolosa (194.564 ab.), sorti sulle antiche vie che conducono alla Spagna e all'Atlantico.

Storia. - Le tradizioni dell'antica civiltà gallo-romana, la ricchezza sviluppatasi per la feracità del suolo e i prodotti dell'industria, le intense relazioni commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo e con l'Oriente dettero origine nella Linguadoca a una vita civile e politica che ebbe nella Francia feudale suoi particolari caratteri e portò a peculiari affermazioni nella letteratura, nel costume e nello svolgersi dello spirito religioso del Medioevo.

Questa civiltà vivace e brillante, che s'imperniava politicamente sulla signoria autonoma dei conti di Tolosa e, fra il sec. XII e XIII, dette il tono alla vita delle corti di tutta Europa, segnando nell'arte trobadorica e nei suoi movimenti religiosi l'affermarsi dello spirito laico delle classi cavalleresche e mercantili, ebbe il suo più intenso fiorire nel sec. XIII e fu poi quasi distrutta dalla crociata contro gli Albigesi (v.).

Nel sec. XVIII la Linguadoca comprendeva 23 diocesi (arcivescovati di Albi, di Narbona, di Tolosa; vescovati di Agen, Alès, Alet, Béziers, Carcassona, Castres, Comminges, Lavaur, Lodève, Mende, Mirepoix, Montauban, Montpellier, Nîmes, Le Puy, Rieux, Saint-Papoul, Saint-Pons, Uzès, Viviers). Però alcune di queste circoscrizioni furono create solo sul principio del sec. XIV, quando il papa Giovanni XXII staccò dalla provincia di Narbona, per erigerlo in sede metropolitana, il vescovato di Tolosa, creando, nella stessa occasione, parecchi suffraganei (1317-1318): Rieux, Lombez, Montauban, Saint-Papoul, Mirepoix, ai quali bisogna aggiungere quello di Pamiers, creato da Bonifacio VIII nel 1295. Pure nel 1318 fu fondata la diocesi di Castres, suffraganea di Albi.

Quanto allo svolgimento politico e amministrativo della Linguadoca, questa regione, occupata dai Visigoti, conquistata dai Franchi, invasa dagli Arabi, ripresa dai Franchi, distante dai centri d'azione del potere regio, fu una delle regioni dove il particolarismo feudale raggiunse il massimo sviluppo, portando al formarsi di numerose signorie territoriali, sulle quali con l'andare del tempo si affermò nel sec. XII la contea di Tolosa, intorno alla quale si erano stretti saldi legami di dominio di origine familiare.

Difatti, se sulla fine del sec. IX si contavano nella Linguadoca 16 contee (Narbona, Carcassona, Razès, Rossiglione, Lodève, Agde, Béziers, Maguelonne, Nîmes, Uzès, Vivarais, Velai, Gévaudan, Rouergue, Albigeois, Tolosa), fin d'allora le contee di Razès e di Carcassona e quelle di Agde e Béziers erano riunite insieme, e la casa di Tolosa raggruppava sotto il suo potere il Rouergue, il Quercy, l'Albigeois, le contee di Nîmes e di Narbona, alle quali aggiunse, all'epoca delle guerre degli Albigesi, le contee di Agde e di Béziers e forse anche di Lodève. La casa di Carcassona aveva in suo possesso pure il Razès; il Vivarais passò sotto il regno di Provenza, il Velai alla casa di Alvernia; la condizione di Gévaudan non è ben chiara.

La crociata contro gli Albigesi produsse dei cambiamenti considerevoli. Fin dal 1209 il visconte di Carcassona perdette i suoi beni, le conquiste di Simone di Montfort furono convalidate dal Concilio lateranense del 1215, e, cinque mesi più tardi, il conquistatore riconobbe la sovranità del re Filippo Augusto per il ducato di Narbona, per la contea di Tolosa e la viscontea di Béziers e di Carcassona. L'ordinamento definitivo del paese andò compiendosi in varie tappe, con i trattati di Parigi (aprile 1219), di Lorris (gennaio 1243), di Corbeil (maggio 1258). Basta ricordare che i paesi in questione passarono in eredità ad Alfonso di Poitiers fratello di Luigi IX e genero dell'ultimo conte di Tolosa, Raimondo VII, e, dopo la morte di Alfonso e della moglie, nel 1271, al re Filippo III l'Ardito, a eccezione dell'Agenais, reso all'Inghilterra. Fin d'allora, per quanto specialmente la guerra dei Cento anni ne poté mutare i confini, la Linguadoca ebbe esistenza propria.

Il parlamento di Tolosa, istituito prima nel 1280 in forma provvisoria, ristabilito poi definitivamente da Carlo VII (1437-1443), formava la sua suprema corte di giustizia. Nel 1295, Roberto d'Artois vi fu inviato come luogotenente del re, e fino al 1360 (trattato di Brétigny) la Linguadoca comprendeva le seguenti senescallie: Tolosa-Albigeois, Carcassona-Béziers, Beaucaire-Nîmes, Rouergue, Périgord, Quercy; i deputati di queste senescallie presero parte agli stati di Tolosa nel 1356. Il trattato di Brétigny divise la Linguadoca in 3 senescallie: Tolosa, Carcassona e Beaucaire, e, più tardi, anche quando Quercy e Rouergue furono reintegrate nel regno, gli stati provinciali si tenevano rispettivamente nel territorio di queste due provincie. I confini della Linguadoca furono delineati definitivamente solo nel 1469, in seguito al ricupero della Guyenne nel 1453 dagl'Inglesi. La regione, divisa sotto il riguardo amministrativo in senescallie, e, dal lato finanziario, in diocesi, doveva in seguito formare due Généralités (Tolosa, Montpellier), corrispondenti a due grandi regioni: Alta e Bassa Linguadoca, e queste regioni furono alla loro volta suddivise in subdélégations. Esse rientravano nella categoria dei paesi provvisti di stati provinciali, incaricati d'amministrare le finanze locali. Gli stati della Linguadoca si riunivano tutti gli anni a Montpellier. L'arcivescovo di Narbonne ne era presidente nato. L'ordine del clero comprendeva 3 arcivescovi e 20 vescovi; quello della nobiltà un conte, un visconte e 19 baroni; quello del terzo stato 67 deputati. Una Cour des Aides fu creata da Luigi XI a Montpellier nel 1467; una Chambre des Comptes da Francesco I nel 1523.

La vita politica della Linguadoca dalla fine del sec. XV fu relativamente calma, eccettuato solo il fatto che il calvinismo vi aveva preso uno sviluppo molto intenso e aveva suscitato un certo spirito di opposizione contro la volontà reale. Ciò ebbe per conseguenza le azioni armate dirette da Soubise nella regione delle Cevenne, sul principio del regno di Luigi XIII, e il tentato sollevamento della Linguadoca, sotto la direzione del maresciallo di Montmorency, nel 1632, contro la dittatura di Richelieu, il quale fece poi giustiziare l'istigatore, dopo la sua condanna pronunciata al parlamento di Tolosa. Anche sotto il regno di Luigi XIV ci volle una sessione dei Grands Jours nel 1666-67 per imporre l'ordine nel paese.

Nel sec. XVIII, la Linguadoca era retta da un governatore generale assistito da tre luogotenenti generali (Haut-et-Bas Languedoc; Cevennes et Vivarais; Velay). La vivace tradizione di cultura della regione era poi rappresentata dalle università di Tolosa, che rimontava al principio del secolo XIII e dove insegnò Accursio, e di Montpellier, celebre soprattutto per l'insegnamento della medicina introdottovi dai medici arabi della Spagna.

Bibl.: Oltre agli articoli pubblicati nelle Annales du Midi (dal 1889), v.: Cl. de Vic et J. Vaissete, Histoire générale de la province de Languedoc, voll. 15, 2ª ed., Tolosa 1873-82; A. Molinier, Géographie historique de la province de Languedoc au Moyen-Âge, Tolosa 1889; P. Dognon, Les institutions politiques et administratives du Languedoc du XIIIe siècle aux guerres de religion, Tolosa 1895; H. Monin, Essai sur l'histoire administrative du Languedoc pendant l'intendance de Basville 1685-1719, Parigi 1884; L. Dutil, L'état économique du Languedoc à la fin de l'ancien régime, 1750-1789, Parigi 1911.