Linguaggio dei segni

Dizionario di Medicina (2010)

linguaggio dei segni


Forma di comunicazione non verbale mediante gesti simbolici utilizzata dalle persone sorde. Negli individui colpiti da sordità profonda in età prelinguistica l’apprendimento del linguaggio non può ovviamente avvenire attraverso la consueta modalità uditiva, mentre essi possono, se adeguatamente istruiti, sviluppare il l. dei s. o linguaggio gestuale. Questo non deve essere confuso con i gesti che accompagnano il linguaggio parlato, né con la pantomima, ma può essere definito come un sistema di comunicazione formalizzato, provvisto di una fonologia, di un lessico e di una sintassi e in cui il segnale linguistico è organizzato spazialmente. Analogamente al linguaggio parlato, il l. dei s. presenta differenze geografiche, a livello sia lessicale sia sintattico (American sign language, British sign language, LIS o Linguaggio Italiano dei Segni, ecc.).

linguaggio dei segni

Come nel linguaggio parlato, in cui le parole sono formate da unità minori, i fonemi, nel l. dei s. esiste un livello sublessicale per cui i segni, analoghi alle parole, sono formati scegliendone gli elementi costituenti, di per sé stessi privi di significato, da un repertorio limitato. A livello morfologico, il l. dei s. ha sviluppato indicatori grammaticali che hanno la funzione di morfemi flessivi e derivazionali (unità linguistiche che, aggiunte a un morfema base, forniscono rispettivamente forme grammaticali diverse e parole derivate), mentre a livello sintattico le relazioni fra i segni lessicali vengono realizzate attraverso la manipolazione dei segni nello spazio, per cui differenti relazioni spaziali veicolano differenze sistematiche di significato. Data la sua peculiarità di esprimere complesse relazioni linguistiche mediante elaborate relazioni spaziali, il l. dei s. possiede caratteristiche che sembrano richiedere la mediazione sia dell’emisfero sinistro sia di quello destro, specializzato per il trattamento delle informazioni visuospaziali. Di qui l’interesse per lo studio dell’organizzazione cerebrale per il linguaggio e i rapporti con le altre funzioni cognitive in persone che usano il linguaggio dei segni. Lo studio di pazienti che utilizzano questo linguaggio affetti da lesione emisferica unilaterale ha dimostrato che, come negli udenti, il linguaggio è organizzato nell’emisfero sinistro, la cui lesione può portare a un deficit afasico per il l. dei s., analogo a quello dei soggetti udenti. Sebbene, ovviamente, i dati raccolti siano scarsi, appare evidente che la dominanza sinistra per il linguaggio non è dipendente dalle caratteristiche fisiche del segnale linguistico o dal modo di produzione, ma deriva invece dalle proprietà intrinseche del sistema.

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