VENTURI, Lionello

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

VENTURI, Lionello (App. II, 11, p. 1103)

Giulio Carlo Argan

Teorico e storico dell'arte, morto a Roma il 15 agosto 1961.

Tra le sue opere, dopo il 1950: La peinture italienne (3 voll., Ginevra 1950-52); Il Caravaggio (Novara 1952), Piero della Francesca (Ginevra 1954), Soldati (Milano 1954), Marc Chagall (Ginevra 1956), Saggi di critica (Milano 1956), Pittori italiani d'oggi (Roma 1958). La pittura italiana dalle origini al XIII secolo, in coll. con A. Maiuri (1959), Luigi Spazzapan (Roma 1960). Gino Severini (ivi 1961). Aveva in preparazione una riedizione largamente ampliata e aggiornata della monografia su P. Cézanne e un volume su R. Birolli. Nell'ultimo periodo della sua attività si dedicò specialmente allo studio dell'arte moderna, seguendone gli sviluppi come critico d'arte di L'Espresso e promuovendo, come commissario della Biennale veneziana, l'affermazione delle correnti più avanzate dell'arte contemporanea. A questi studî il V. è giunto attraverso lo sviluppo delle tesi teoriche enunciate nel Gusto dei primitivi (1926), nella Storia della critica d'arte (1938) e nei molti saggi di estetica generale e di metodologia critica, tutti miranti a conciliare le premesse dell'estetica idealistica con le correnti critiche della pura visibilità. La sua ricerca mirò essenzialmente alla definizione del valore della cultura formale dell'artista e della sua portata nei confronti dell'impegno creativo dell'arte, nonché alla risoluzione della componente sociologica nella valutazione diretta dell'opera d'arte. La ricerca teorica, fondata su una larga conoscenza filosofica, non andò mai disgiunta dalla ricerca storica e critica e dalla continua revisione degli strumenti metodologici del giudizio; dall'interesse spesso vivacemente polemico per la situazione artistica contemporanea; dall'azione impegnata e coraggiosamente condotta per lo sviluppo della cultura artistica italiana sul piano dei grandi movimenti artistici mondiali. Alla sua opera di studioso e di maestro si deve così, non meno che la formazione di una scuola critica rigorosamente preparata allo studio della problematica dell'arte moderna, una concreta influenza sullo sviluppo dell'arte moderna italiana nella tradizione delle grandi correnti europee, e specialmente francesi, della fine del secolo scorso e del principio di questo, e nella direzione delle piò recenti tendenze non-figurative.

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