CEFALO-RACHIDIANO, LIQUIDO

Enciclopedia Italiana (1931)

CEFALO-RACHIDIANO, LIQUIDO (lat. scient. liquor)

Agostino Palmerini

Liquido limpido, trasparente, incoloro, situato, in comunicazione diretta, negli spazî subaracnoidei dell'encefalo (rivuli, rivi, flumina che si riuniscono nei "laghi" o "confluenti") e del midollo spinale; nei ventricoli cerebrali, nella cavità ependimaria del midollo; e dimostrabile anche nelle guaine perivascolari dei nervi periferici. Ricordato già dal Valsalva (1715) e dal Cotugno (1734), fu magistralmente descritto dal Magendie (1825); Corning, Essex, Winter e specialmente Quincke, precisandone la tecnica d'estrazione con la puntura lombare (dalla quale poi derivò quella dorsale, atloido-cervicale, cranica), aprirono un campo di studî amplissimo d'indagini assai importanti nella fisiologia, nella diagnosi e nella terapia.

Abbandonata l'ipotesi di Haller e di Magendie che il liquor fosse una secrezione diffusa delle cellule delle meningi molli, si ammise con Faivre e Luschka che derivasse essenzialmente dalle villosità dei plessi corioidei. ma recentemente (1927) Mestrezat ne attribuì la formazione ai capillari della pia madre, in genere, compresi quelli plessuali. Quest'involucro liquido della fragile sostanza nervosa dei centri ha evidenti funzioni protettive meccaniche; ha parte nel regolare la circolazione sanguigna; è molto discusso quanta importanza abbia negli scambî nutritivi, essendo distinto, secondo i più, dalla circolazione sanguigna e linfatica. Non sembra, infatti, dimostrabile l'ipotesi di Monakow che il liquor, per via transparenchimatosa, filtri tra gl'interstizî delle cellule nervose raggiungendo, attraverso alle guaine perivascolari, o per via più diretta, il sistema venoso. La produzione e il riassorbimento del liquido (dai linfatici, dai capillari venosi, dai seni venosi) avviene normalmente in modo lentissimo, non si può quindi parlare d'una circolazione vera e propria del liquor. Per questo, sebbene tra il liquor ventricolare e quello periencefalico e perimidollare vi siano comunicazioni dirette attraverso il forame di Luschka e quello di Magendie, specialmente in condizioni patologiche, si possono rilevare differenze qualitative significanti nelle diverse regioni. Secondo Mestrezat, più che un prodotto di secrezione o di trasudazione, il liquor risulterebbe dagli elementi dializzabili del plasma sanguigno. Nell'uomo la quantità, difficilmente apprezzabile, si calcola fra 80-150 cmc.; la densità a 15° è 1007-1009; la viscosità 1,01-1,06; Δ = 0,58-0,59; la reazione lievemente alcalina; la pressione (al manometro di Claude, in decubito laterale) 4-20 cm. di acqua. In condizioni patologiche, invece d'essere limpidissimo come acqua, può avere aspetto emorragico (emorragie cerebrali, ematorrachide, ematomielia); puriforme (meningite meningococcica, pneumococcica); giallastro, xantocromico, talora con coagulazione spontanea (sindrome di Froin); giallo verdastro (ittero con ritenzione biliare di lunga durata); torbido, fiocconoso (meningite streptococcica); con delicato reticolo filamentoso (meningite tubercolare: reticolo di Mya), ecc. Normalmente la quantità d'albumina è assai piccola (0,10-0,30‰) con prevalenza della serina sulla globulina; aumenta nei processi infiammatorî specialmente a carico della globulina, come si mette in evidenza con, le numerose reazioni di Nonne-Appelt, di Pandy, di Boveri, di Weichbrodt, di Nogouchi, ecc. All'esame microscopico il liquor contiene scarsissimi elementi cellulari (non più di tre per millimetro cubico, come si rileva con la camera di conteggio di Babinski-Nageotte), specialmente linfociti e scarse cellule mononucleari; nei processi infiammatorî" (meningiti) si ha un'ipercitosi con mononucleosi nelle forme croniche e subacute, con polinucleosi in quelle acute; all'aumento cellulare corrisponde quello dell'albumina, altrimenti si parla di dissociazione albuminocitologica. L'urea (0,05-0,12‰) aumenta nell'azotemia. Il cloruro di sodio (6-7‰) diminuisce specialmente nella meningite tubercolare. Accettando con Sicard la quantità del glucosio fra 0,45-0,55%, non ha significante importanza la iperglicorrachia; la diminuzione dello zucchero è caratteristica della meningite tubercolare. L'esame sierologico si giova della reazione di Wassermann, delle reazioni di precipitazione di Lange, Guillain, Emmanuel, Targowla, Pomaret, Sachs e Georgi, Meinicke, Vernes, ecc. L'esame batteriologico con l'osservazione diretta o la riproduzione in culture o l'inoculazione negli animali rileva la presenza di germi aerobî, anaerobî, batterî, bacilli, cocchi, spirochete, treponemi, ultravirus. Iniettando lipioiodol (Sicard), od ossigeno, si ottengono importanti rilievi radiologici (pneumorrachia, ventriculografia); Queckestend ha indicato il metodo delle prove manometriche. La possibilità di far passare sostanze medicamentose dal sangue al liquor ha dato grande importanza allo studio della permeabilità meningea che in condizioni normali è minima; da qui deriva la necessità d'iniettare direttamente negli spazî subaracnoidei le sostanze attive, specialmente il siero antimeningococcico.

Bibl.: H. J. Quincke, Die Lumbalpunktion des Hydrocephalus, in Med. Woch., 1891, n. 8; S. Horbatsky, Nouvelles recherches sur la circulation du liquide céphalo-rachidien, in Presse médicale, 1920, n. 26; O. Fontecilla, M. Sepulveda, Le liquide céphalo-rachidien, Parigi 1921; J. A. Sicard, Le liquide céphalo-rachidien, in G. H. Roger, F. Widal, P. J. Teissier, Nouveau traité de médecine, Système nerveux, XVIII, Parigi 1927; D. Riser, Le liquide céphalo-rachidien, Parigi 1929.

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