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LISCIVIA

di Eugenia Garulli - Enciclopedia Italiana (1934)
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LISCIVIA

Eugenia Garulli

. Nell'uso comune si chiama liscivia un miscuglio di cenere di legna e acqua bollente adoperato a scopo detergente. La proprietà detergente del miscuglio è dovuta alla potassa contenuta nella cenere sotto forma di carbonato. E infatti, per rendere più efficace l'azione lisciviante, si usò per molto tempo aggiungere opportune quantità di calce viva: il che vale quanto caustificare il carbonato alcalino. Con la sopravvenuta possibilità di adoperare direttamente gli alcali caustici venduti sul mercato a basso prezzo, la preparazione delle liscivie, tanto per usi semplicemente detergenti quanto per saponificazione dei grassi a scopo industriale (fabbricazione dei saponi), si fa ormai quasi esclusivamente sciogliendo nell'acqua l'alcali caustico (soda o potassa caustica) fuso del commercio o diluendo con acqua una soluzione concentrata di alcali caustico. In commercio si trovano tanto gli alcali caustici solidi quanto le loro soluzioni concentrate.

Le liscivie che si adoperano per scopi detergenti e domestici sono anche vendute su vasta scala già preparate sotto il nome di varecchine: contengono generalmente anche ipocloriti che, per effetto del cloro da essi messo in libertà, sbiancano energicamente le biancherie sudice, non senza però qualche effetto deleterio.

Le liscivie che si adoperano invece nella preparazione dei saponi sono costituite da soluzioni pure di alcali caustici a diverse concentrazioni, dovendo servire alla combinazione dell'alcali col grasso. Le soluzioni dei carbonati sono spesso direttamente usate quando si saponificano gli acidi grassi ottenuti dai grassi neutri per estrazione della glicerina. L'uso dell'alcali caustico elettrolitico, oppure di alcali caustico ottenuto per via chimica (caustificazione), è in rapporto con le particolari condizioni del mercato in cui si esercita l'industria saponiera.

Spesso sono usate dall'industria saponiera, per alcuni tipi di sapone, liscivie alcaline, le quali rappresentano sottoprodotti e scarto di lavorazione di altre industrie, in cui liscivie sodiche già adoperate non possono essere messe nuovamente in circolazione e, d'altra parte, il recupero dell'alcali dalla soluzione impura si presenta difficoltoso e costoso. È questo il caso dell'industria della seta artificiale fabbricata col sistema alla viscosa che è costretta a eliminare quotidianamente una discreta cubatura delle sue liscivie di trattamento della cellulosa, perché cariche dei prodotti solubili di quest'ultima e quindi inutilizzabili ulteriormente.

Le liscivie potassiche per saponi molli provengono da potassa recuperata da trattamenti industriali diversi, come la caustificazione dei carbonati delle ceneri, la lavorazione del salino potassico, lo sfruttamento delle acque di lavaggio della lana.

Esistono in commercio anche liscivie solide. In realtà non si tratta di liscivie propriamente dette, ma di miscugli saponificati di oleina e di soda. La preparazione di tali liscivie si effettua come segue: si mescolano intimamente soda cristallizzata ridotta in polvere, soda calcinata ed eventualmente talco, mentre a parte si riscalda l'oleina. Al corpo grasso caldo si aggiunge, a poco a poco e agitando, il miscuglio di soda fino a ottenere una massa pastosa, e omogenea che viene passata attraverso un setaccio e fatta raffreddare. Diverse precauzioni vanno prese per la buona riuscita dell'operazione: anzitutto bisogna adoperare oleina di distillazione esente da grassi neutri che sfuggirebbero alla saponificazione; occorre poi condurre la mescolanza della soda con l'oleina gradatamente. Si possono però fabbricare anche liscivie solide con oleina di saponificazione: è necessario aggiungere un terzo di olio di palmisto e, in ogni caso, occorre che l'oleina adoperata non abbia troppo cattivo odore. Si richiede inoltre che nel miscuglio sia presente un eccesso di carbonato, in mancanza del quale la massa si indurirebbe troppo rapidamente; lo stesso inconveniente si produce altresì quando la saponificazione è stata troppo spinta. Per contro, se la saponificazione è insufficiente la pasta non può essere frantumata se non dopo una prolungata conservazione. Anche i particolari tecnologici di preparazione di questo tipo di liscivie solide variano in confronto di quelli adoperati per la preparazione più semplice prima descritta. Come composizione la differenza è la seguente:

Le masse ottenute vengono prima essiccate, poi frantumate, ridotte in polvere e insaccate o comunque imballate. Si possono aggiungere a volontà anche profumi.

Si chiamano sottoliscivie le liscivie liquide che si separano dal sapone (v.) dopo la salatura.

Vedi anche
sapone Nome con cui si indicano i sali degli acidi carbossilici con una lunga catena di atomi di carbonio, ottenuti generalmente da materie prime di origine naturale e usati principalmente come detergenti. 1. Proprietà e materie prime I sapone sono noti da tempi antichi: i Galli li preparavano con sego, cenere ... cellulosa Polisaccaride largamente diffuso nel regno vegetale, dove costituisce il componente base della parete cellulare. 1. Chimica La cellulosa è sintetizzata nei vegetali a partire da carboidrati più semplici, a loro volta ottenuti da anidride carbonica e acqua mediante la fotosintesi. Sotto questo profilo, ... lignina Composto chimico, il costituente del legno più abbondante dopo la cellulosa. È spesso indicata con il nome del vegetale d’origine; a volte si distingue fra lignina, che rappresenta il prodotto estraibile del legno, e protolignina, che sta a indicare la lignina nello stato nel quale è presente nel legno. ... stagno Elemento chimico appartenente al 5° gruppo del sistema periodico; simbolo Sn, numero atomico 50, peso atomico 118,7. Sono noti 10 isotopi stabili dello stagno, di cui i più abbondanti in natura sono quelli di numero di massa 120 (32,8%), 118 (23,8%), 116 (14,3%). 1. Caratteristiche Lo stagno esiste ...
Vocabolario
liscìvia
liscivia liscìvia (pop. lisciva, ant. liscìa, region. lìscia, nel sardo di Gallura e in alcune zone del Veneto, dov’è pronunciata lìssia) s. f. [lat. lixīvia, pop. lixīva, der. di lixa «ranno»]. – 1. Nell’uso com. in passato, la soluzione...
lisciviare
lisciviare v. tr. [der. di liscivia] (io liscìvio, ecc.). – 1. Lavare, imbiancare, liberare da impurità per mezzo della liscivia: l. i panni, la biancheria (non com.); l. i cenci, nella fabbricazione della carta (v. lisciviatura). 2. Separare,...
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